Dagli antichi tribunali dell’acqua ai moderni impianti di riuso: Valencia avanguardia europea della gestione intelligente dell’acqua
14 Gennaio 2010La comunità autonoma valenciana sta facendo pressioni sull’UE perché sviluppi una politica di promozione dell’uso “intelligente” dell’acqua secondo il modello delle energie rinnovabili, visto che il consumo mondiale di acqua triplicherà nei prossimi 10 anni.
Nelle palude di Albufera, pochi chilometri a sud della città di Valencia, è difficile credere che la regione sia spesso colpita dalla siccità e che abbia una lunga tradizione di gestione della scarsità idrica. Separato dal mar Mediterraneo da una barriera naturale di sabbia, il lago di 27 chilometri quadrati è circondato da acquitrini e da risaie. “La paella da qualche parte doveva pur venire”, dice una guida ai visitatori del parco nazionale di Albufera.
Una fonte importante di irrigazione del riso è il riciclo dell’acqua di Valencia, città di 800mila abitanti. L’impianto di depurazione delle acque di scarico del valore di 15 milioni di euro è stato finanziato all’80% dal fondo di sviluppo regionale dell’UE e funzionerà almeno fino al 2025.
I sistemi di irrigazione intelligente e il ri-uso della pioggia e dell’acqua di scarico sono solo alcuni esempi di quello che l’università locale e i centri di ricerca stanno sviluppando e realizzando nella regione.
Dato che il consumo globale di acqua dovrebbe triplicare nei prossimi dieci anni e che il consumo di energia dovrebbe raddoppiare nello stesso periodo, l’UE deve essere più attiva in questo campo, dice Juan Manuel Revuelta, capo della delegazione valenciana a Bruxelles.
“Vorremmo vedere tra pochi anni, un’iniziativa della Commissione Europea ‘acqua intelligente per l’Europa’ – che porti una migliore gestione dell’acqua e una migliore comunicazione, in modo simile a quello che viene fatto per le energie rinnovabili”, dice a margine di una scuola estiva chiama “Acqua – impegno per il nostro futuro” organizzata dall’Assemblea delle Regioni d’Europa a Valencia tra il 24 e il 28 agosto.
Revuelta ha detto di essere compiaciuto nel vedere 15 progetti concreti siglati tra varie regioni europee con lo scopo di intercettare i fondi europei.
“Un progetto riguarda la stesura di una legislazione regionale e nazionale che faciliti le costruzioni ecodesign che permetterebbero alle persone di raccogliere l’acqua piovana per riutilizzarla nell’irrigazione o per il gabinetto”, dice Revuelta.
Malta e Valencia partecipano al progetto, ma anche altri paesi non membri dell’UE, come la Giordania, hanno espresso il loro interesse.
L’esperienza di oltre 700 anni di Valencia con i Tribunali dell’Acqua viene usata per un altro progetto riguardante gli strumenti legislativi e di governo che hanno lo scopo di prevenire e gestire i conflitti legati all’acqua tra Israele e Palestina. Il tribunale valenciano dell’acqua consiste di sette giudici eletti che riuniscono ogni giovedì in una piazza pubblica per dirimere le dispute tra i contadini. I verdetti sono vincolanti, riconosciuti dalla costituzione spagnola e non si può fare ricorso in tribunale contro di essi.
L’acqua nell’agenda UE
La deputata europea Danuta Hübner (Polonia), presidente della commissione sviluppo regionale, dice che l’acqua sarà una “priorità principale” nella politica regionale UE.
“Ci sono regioni che richiederanno specifiche risposte, perché saranno colpite più delle altre da siccità, alluvioni o scarsità di acqua. Ecco perché, ora più che mai, la politica regionale europea 2007-2013 sarà ambiziosa nella sue iniziative ambientali a livello locale e regionale”.
La Hübner fa riferimento alla strategia per il Mar Baltico, messa a punto quando era commissaria europea per gli affari regionali, che ha lo scopo di salvare il mare dalla morte se le regioni che vi si affaccianto coordineranno le loro azioni ambientali.
Klaus Klipp, segretario generale dell’Assemblea delle Regioni Europee, sottolinea il bisogno di creare delle lobby regionali per combattere su questioni comuni europee, come la scarsità di acqua e la siccità. La scelta della Spagna come sede per questa scuola estiva non è stata casuale visto che il paese iberico è il membro UE più minacciato dalla desertificazione e dalla siccità.