Disinformati e felici
30 Gennaio 2010La disoccupazione è salita in Italia all’8,5% a dicembre, ma per i telegiornali conta solo il fatto che questa è minore alla media europea (10%). Quindi la notizia viene data quasi con soddisfazione, come se stessimo facendo una gara.
Non dicono, però, che il tasso di disoccupazione è ora il più alto dal 2004.
Una notizia a metà dunque, ma ce ne sono altre che non vengono proprio riferite. Nel rapporto dell’Eurispes, per esempio, si legge che “gli stipendi in Italia sono tra i più bassi dei Paesi industrializzati”. Ma in tv non lo dice nessuno.
Ci sventolano i dati della ricostruzione in Abruzzo, con una schifosa e oscena propaganda filogovernativa.
“Ora nessun aquilano rischia di passare l’inverno senza casa”. Ci fosse qualcuno a fargli notare a quel povero inviato piegato a 90° che siamo alla fine di gennaio e che l’inverno inizia il 21 dicembre, e che mancano ancora 1500 case all’appello (entro Natale sarebbero dovute essere tutte pronte).
Il nostro presidente del Consiglio si è permesso di lanciare un solito slogan elettorale, ma mai così razzista e fondato sull’irreale. “Meno immigrati significa meno criminalità” ha detto. Alcuni giornalisti hanno fatto notare che ciò che ha detto è assolutamente…una cazzata, ma la notizia (vera) che il tasso di criminalità degli immigrati “è solo leggermente più alto di quello degli italiani” (e che risente pesantemente dell’esistenza del reato di clandestinità) resta purtroppo rinchiusa tra le ristrette mura di internet.
Così come le parole di Bill Gates su Silvio Berlusconi: “Nella comunità internazionale c’è solo un paese che ha ridotto gli aiuti allo sviluppo e questo è l’Italia. Io la chiamo la mia lista della vergogna, ma sono felice che in questa lista fino ad ora c’è solo un Paese. Se ci fossero 10 paesi, sarebbe grave. Caro Silvio mi dispiace che ti devo rendere la vita così difficile, ma tu trascuri i poveri di questo mondo e non credo che gli elettori italiani siano d’accordo con i tuoi tagli”. E ancora: “I ricchi spendono molto di più per i loro problemi personali, come la calvizie, che per la lotta contro la malaria”.
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