E arriva subito il decreto anti-tasse

19 Gennaio 2010 1 Di luna_rossa

Luigi De MagistrisLuigi De Magistris

Nel ‘94 Berlusconi fa appena in tempo ad accomodarsi a Palazzo Chigi che, ad urne ancora calde, già vara il primo provvedimento ad hoc: il decreto Tremonti per le agevolazioni tributarie. Una legge che in due anni ha portato Mediaset ad incrementare i suoi investimenti di 921 miliardi di lire risparmiando di imposte quasi 244 miliardi. Un bottino ghiotto per un’azienda che aveva alle spalle un quinquennio magro, oltre che il peso di 5 mila miliardi di debiti con le banche. Un’azienda già consolidatasi attraverso il rapporto illecito con Bettino Craxi. Ci sono molteplici aspetti della legge Tremonti che provano la sua natura di norma ad personam, ma tra tutti è l’articolo 3 ad esser maggiormente illuminante in tal senso. La legge stabiliva che veniva escluso dalla imposizione del reddito di impresa il 50% del volume degli investimenti realizzati nel ’94 e nel ’95, in eccedenza rispetto alla media degli investimenti realizzati nei cinque periodi di imposta precedenti il ’94. L’articolo 3 chiariva la natura degli investimenti per cui l’azienda che li aveva compiuti poteva godere dell’agevolazione fiscale: per investimento si intendono una serie di operazioni, tra cui «l’acquisto di beni strumentali nuovi». Mediaset allora cosa fa? Gode della facilitazione tributaria acquistando diritti d’autore per la proiezioni di film in esclusiva televisiva. Si comprende come i diritti cinematografici non siano beni strumentali ma appunto immateriali, tanto che nell’ottobre ‘94 arriva la circolare del ministro Tremonti ad aggiustare in senso ancora più vantaggioso per Mediaset la norma stessa, stabilendo che «tenuto conto che la nozione di bene strumentale comprende anche i beni immateriali, si precisa e afferma che gli investimenti agevolati riguardano anche l’acquisto di detti beni, tra i quali sono compresi know how e simili». Unico aspetto mancante: i film erano vecchi, mentre i beni sgravati dovevano rispondere al criterio della novità. Ma a questo pensa il ministero delle Finanze, che, infatti, ridefinisce il concetto di nuovo introducendolo nelle istruzioni alla dichiarazione dei redditi del ’94: «(…) il diritto di utilizzazione dell’opera dell’ingegno» ha requisito di novità quando «deve essere attribuita per la prima volta in Italia al soggetto che intendere fruire dell’agevolazione». Lo sgravio fiscale è dunque stato confezionato pro Mediaset. La Direzione centrale per l’accertamento del Dipartimento delle Entrate ha verificato l’esistenza o meno dei presupposti per la fruizione dei benefici fiscali e il 2° Ufficio Distrettuale delle imposte Dirette di Milano ha rettificato le dichiarazioni dei redditi presentate da Mediaset sanzionandola. La magistratura tributaria di Milano si è occupata della vicenda ma anche da questo punto di vista non mancano ombre: la lungaggine nei tempi di deposito della sentenza che solo parzialmente “assolve” l’azienda; la rimozione di uno dei giudici che pur avendo depositato e sottoscritto la sentenza depositata in luglio, è stato però dichiarato decaduto in marzo; la mancata irrogazione delle sanzioni che pure erano state stabilite. E tanto altro ancora che gia’ all’epoca dimostrava il rapporto ad personam tra Berlusconi e Tremonti.
19 gennaio 2010 – L’Unità.