Reggio Calabria, in piazza solo manifestanti pro Berlusconi
28 Gennaio 2010“Presidente siamo con te!” Le immagini che vedrete alle ore 13 sul Tg 1 di Minzolini mostreranno 300 giovani tirati a lustro con striscioni che inneggiano a Berlusconi e striscioni dei Circoli della Libertà, venuti a omaggiare il loro presidente del Consiglio.
Siamo in piazza Italia, cuore amministrativo di Reggio Calabria, dove da pochi minuti è arrivato il presidente del Consiglio a presenziare la prima riunione dei Ministri mai tenuta in Calabria. I segretari dei circoli di Catanzaro, Reggio Cosenza, Vibo, Crotone e di altre 15 cittadine calabresi sono stati molto calorosi e si sono mostrati sorridenti alle telecamere nazionali. Ma a un centinaio di metri c’è un’altra Calabria. Quella dei 400 operai del porto di Gioja Tauro che dal 2 febbraio entreranno in Cassa integrazione, senza garanzie di prolungare la misura di sostegno, oltre sei mesi; ci sono centinaia di precari della scuola, e 300 studenti del corso universitario di Servizio Sociale di Locri che hanno visto il loro ateneo decentrato, chiudere per taglio di fondi dalla ministra M.S. Gelmini.
Una Calabria alla quale alle 9.30 è stato negato accesso in Piazza; di fronte il palazzo della Prefettura dove il Governo si riunisce, ci possono stare solo gli ex forzitalioti (e sparute rappresentanze di ex An, come i membri di ‘Giovane Italia’, come si chiamano adesso gli ex Azione Giovani). “Abbiamo chiesto autorizzazione regolare in prefettura tre giorni fa, e ci è stato detto che potevamo manifestare per esprimere le nostre richieste”, spiega Peppe Marra del centro sociale Cartella, Rete Migranti. “La nostra autorizzazione indica espressamente che possiamo stare in piazza di fronte la prefettura, ma da 3 ore ci tengono a distanza dal Palazzo”, spiega Alessio Magro dell’associazione ‘Da Sud’. Il rappresentante locale di Rifondazione Danilo Barreca chiede di parlare con il funzionario incaricato della Digos, Crea: “Perché i giovani di Berlusconi possono spiegare i loro striscioni ‘amorevoli’ in piazza e i lavoratori che non hanno un futuro devono essere tenuti a distanza?”.
“Ah, ma quei signori sono stati invitati personalmente dal Presidente Berlusconi!” è la risposta di un altro responsabile Digos. Un moto di protesta sorge come un ruggito dalla folla di centinaia di disoccupati e precari transennati contro le aiuole del Lungomare da un cordone umano di oltre duecento questurini. “Qui si cerca come al solito di criminalizzare il dissenso, invece di ascoltare la voce di chi perde il lavoro”, sbotta il politico locale. “La piazza è di tutti, non potete tenerci lontani”, grida Aurelio Monte “precario da 14 anni al comune di Melito Porto Salvo” e ‘incazzato’ delle Rdb, Rappresentanze di Base: “Vogliamo lavoro, anche noi dipendenti precari abbiamo i nostri caporali, che sono i funzionari amministrativi”.
Ma come son andate le cose? Un commissario Digos (‘niente nomi per favore’) sostiene che “ci sono disposizioni ben precise su gravi motivi di ordine pubblico” per tenere lontani dalla piazza gran parte dei manifestanti. “Hanno paura che qualcuno tiri al presidente del Consiglio una statuetta con un finto Bronzo di Riace”, scherza un agente che fa da guardaspalle al funzionario. “L’ordine del giorno parla appunto di gravi motivi di sicurezza del Presidente”, chiarisce il funzionario Digos. “Si ma perché alcuni si e altri no?” “Infatti è una situazione anomala, ora cerchiamo di mediare con i signori dei sindacati (Cgil, Cisl hanno le loro bandiere bagnate dalla pioggia sul lungomare) per trovare una soluzione”.
“Noi siamo qui dalle 8 e mezza del mattino,un viaggio di due ore perché la Salerno Reggio è quel che è, e ci siamo svegliati alle 5 per dare il nostro appoggio al nostro presidente, siamo venuti da Catanzaro” spiega Rosario Lucisano del circolo del capoluogo regionale. “Siamo stati regolarmente autorizzati, ha organizzato tutto da Roma il nostro presidente Vallucci da giorni. In questo momento di tensione e dopo quel che è successo a Milano, è forse più prudente che alcuni elementi stiano lontano dal presidente”,dice il coordinatore regionale Emilio Verrengia, che presidia alle 11.30 una cinquantina di superstiti.
“Ha piovuto, alcuni di noi hanno trovato riparo nei bar, ma rimaniamo noi a dare la vicinanza a Berlusconi e per fare capire all’Italia che noi siamo con i magistrati che combattono la Mafia, perché non tutti i magistrati svolgono una azione che interferisce con il potere esecutivo, ma parecchi sono apprezzati dal Governo”. Sulla Gazzetta del Sud, giornale il cui editore è anche consigliere della società ‘Ponte sullo Stretto Spa’, stamane c’era una lettera di Berlusconi ai calabresi: “Prometto di sconfiggere la ‘ndrangheta con questo Governo”. “Certo che ce la farà il presidente, ribattono i responsabili regionale e provinciale dei Circoli – non avete visto che questo Governo ha il record di sequestri di beni e di arresti di latitanti?”
“Ragazzi, per adesso dovete sgomberare, ci vediamo alle 15 30” una voce alle spalle interrompe il colloquio tra fan di Berlusconi e cronisti. “Adesso da qui dovete andarvene, andate a mangiar un boccone e ci rivediamo dopo”, un alto dirigente Digos nazionale con pesante accento romano e grisaglia ministeriale invita tutti a rientrare dopo la fine della riunione di Governo. La soluzione è stata trovata: molti colleghi delle tv calabresi ronzavano intorno gli slogan dei Circoli della Libertà e da bravi cronisti ponevano tutti la stessa domanda: “Ma perché voi si e i cassintegrati No?”. Meglio fare pari e patta, tutti a debita distanza, e lontani dagli occhi dei giornalisti.
di Gianluca Ursini – Unità 28.01.2010