Il Nobel Mundell lancia l’allarme: “L’Italia è a rischio default”

18 Febbraio 2010 0 Di ken sharo

Il Nobel Mundell lancia l’allarme: “L’Italia è a rischio default”.

“L’Italia è la maggior minaccia all’Euro-zona. Un suo salvataggio sarebbe molto difficile”. Il premio Nobel per l’economia, Robert Mundell mette in guardia i mercati internazionali sullo stato del nostro Debito pubblico. Preoccupazione anche da Bankitalia e Commissione Ue.

L’Italia è la minaccia più grande per l’economia dei 16 paesi della Zona dell’Euro“. Parola del premio Nobel per l’economia, Robert Mundell. L’economista d’origine canadese, intervistato bk mundell robert Il Nobel Mundell lancia lallarme: LItalia è a rischio defaultdal network televisivo americano Bloomberg tv ha sostenuto inoltre che “ci sono seri motivi di preoccupazione” per il nostro paese e che un suo eventuale “salvataggio“, visto lo stato attuale dei conti pubblici, sarebbe “molto complicato“.

L’ITALIA È AD ALTO RISCHIO – Mundell, che ha ricevuto il premio Nobel nel 1999 con una ricerca che ha contribuito a gettare le basi per la stessa moneta unica europea, è noto soprattutto per i suoi studi accademici sulla politica monetaria e fiscale in regime di diversi tassi di cambio. Conosce pertanto la situazione italiana molto bene. Ne ha valutato, nel corso degli anni, sia i pregi, sia i difetti. La sua preoccupazione, quindi, non appare estemporanea. “Sarebbe molto difficile riuscire a salvare l’Italia – ha chiosato l’economista – qualsiasi cosa si stia facendo per la Grecia e magari per il Portogallo e anche per l’Irlanda, deve anche essere fatto, entro breve tempo, per salvare l’Italia. L’Italia stessa deve essere preoccupata“. Gli analisti economici della Tv che fa capo al magnate dell’editoria e sindaco di New York, Michael Bloomberg, hanno poi ricordato come “il governo italiano ha cercato di impedire che l’Italia fosse accomunato con le altre economie deboli della zona dell’euro“, i cosiddetti PIIGS – Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna – che recentemente stanno causando non poche preoccupazioni agli investitori internazionali per la loro scarsa capacità di controllo del deficit e del debito. “Lo stesso Primo ministro italiano, Silvio Berlusconi – ha ricordato il network americano – ha detto lo scorso 10 febbraio che molte altre nazioni stavano facendo ‘molto peggio’ dell’l’Italia e che i mercati gli hanno dato fede“. Affermazioni però infondate, sostengono gli analisti economici di Bloomberg, poiché l’Italia, che in Europa rappresenta la quarta economia più grande, “non è ancora fuori dalla recessione“, specie dopo “la contrazione dello 0,2% segnata nel quarto trimestre del 2009“. Il Pil, su base annua, è calato del 5% rispetto a quello registrato nel 2008. Il Debito pubblico, quest’anno, salirà al 117%. Cifre, secondo pure Robert Mundell, che fanno del nostro paese “dopo la Grecia, il paese a più alto rischio“.

SOTTO IL TIRO DELLA SPECULAZIONE – Il prestigioso economista d’origine canadese, per di più, sostiene che il nostro elevato Debito pubblico finirà per creare “problemi a tutta la regione dell’euro, specie se dovesse esserci un aumento dei tassi d’interessi” che renderebbero, di fatto, “molto difficile all’Italia far fronte ai suoi prestiti“. “L’Italia – rimarca Mundell – ha circa 1,8 trilioni di euro (1 milione e 800 mila miliardi n.d.a) di Debito pubblicopiù di cinque volte superiore a quello della disastrata Grecia“. Robert Mundell, che tra l’altro è anche professore all’autorevole Columbia University, sostiene che: “Se l’Italia avrà delle difficoltà, diventerà inevitabilmente un bersaglio della speculazione e allora ci saranno problemi enormi anche per l’euro“. Riguardo all’Euro-zona, Mundell valuta invece del tutto “ingiustificati gli allarmi di chi preconizza una spaccatura dell’unione monetaria“. Anzi, a suo parere “l’Euro-zona dovrebbe continuare a crescere arrivando a includere anche l’Inghilterra“. Nell’immediato, comunque, le autorità monetarie europee “non devono permettere per almeno dieci anni all’euro di superare quota 1,40 sul dollaro” perché, sostiene l’economista, questo rischierebbe di penalizzare fortemente le esportazioni e di conseguenza l’economia continentale. Quanto alla Grecia, Mundell reputa che sia “un problema locale“, così come lo può esserlo “la California per gli Stati Uniti“. “La California può anche andare in default – ha detto il premio Nobel – ma questo non avrà alcuna conseguenza sul resto del paese“.

LE PREOCCUPAZIONI DI BRUXELLES E DI DRAGHI –Il Debito pubblico italiano è Mario Draghi Il Nobel Mundell lancia lallarme: LItalia è a rischio defaultpreoccupante”. Con queste parole lo scorso dicembre, il commissario Ueuropeo agli Affari Economici, Joaquin Almunia, nel corso della presentazione delle nuove stime della Commissione Ue, confermò che anche il nostro paese è ancora sotto stretta osservazione. Uno dei problemi fondamentali, secondo Almunia, è quello del peso degli oneri del debito che “sono pari al 5% del prodotto, un livello superiore a qualsiasi altro Paese“. Nella stessa conferenza, Il commissario spagnolo ricordò come: “Il giudizio della Commissione sulla ripresa post-crisi non è dei migliori, una ripresa che sarà moderata e anche quando prenderà piede le debolezze strutturali incluso il debito pubblico molto elevato continueranno a pesare sull’economia. Complessivamente dal primo trimestre 2008 al secondo trimestre 2009 la perdita cumulativa del Pil in Italia è stata del 6,5%, simile a quella registrata in Germania ma più alta della maggior parte dei paesi dell’Euro-zona“. Non dissimili sono state le preoccupazioni espresse dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi che, intervenendo alla conferenza “The future of finance” organizzata dal Wall Street Journal lo scorso dicembre, affermò: “La maggior preoccupazione per il futuro è l’enorme volume di debito corporate e pubblico in scadenza nei prossimi cinque anni. Se per varie ragioni i tassi di interesse dovessero salire con i bilanci delle banche non ancora risanati, e possono farlo – ha spiegato Draghi – per ragioni di politica monetaria e perché lo spazio per il risanamento durerà ancora diversi anni, allora sarebbe una cosa preoccupante se si considera che i debiti bancari sono dell’ordine dei trilioni, ai quali bisogna aggiungere il Debito pubblico, allora potrebbe materializzarsi un rischio per i debiti degli Stati“. Analisi – quelle di Almunia e dello stesso Draghi – come si vede, del tutto analoghe a quella fatta dal Nobel canadese.