Berlusconi-Fini danno ragione a Casini in Campania. E Cosentino sbatte la porta

19 Febbraio 2010 0 Di luna_rossa

In Campania vince CasiniE Cosentino sbatte la porta:«Lascio anche il governo»

Dove non era riuscita la magistratura, potè l’Udc di Casini. Le accuse di collusione con il clan dei Casalesi non erano bastate a far scattare le dimissioni di Nicola Cosentino, potente coordinatore del Pdl in Campania e sottosegretario all’Economia. Solo Casini è riuscito nell’ardua missione di fargli lasciare entrambe le due poltrone.

Il braccio di ferro tra l’Udc e Cosentino per scegliere il candidato presidennte della provincia di Caserta, infatti, è stato vinto definitivamente dai centristi. E il candidato della coalizione Pdl-Udc sarà Domenico Zinzi, deputato casiniano, e non Pasquale Giuliano, il senatore Pdl vicino a Cosentino. Che si ritrova a fare il secondo passo indietro in poche settimane, dopo aver dovuto già dovuto rinunciare alla corsa a governatore dopo il pressing dei finiani che non lo ritenevano idoneo per i suoi provvedimenti giudiziari. E cosi annuncia le sue dimissioni, subito dopo la conclusione di un vertice Berlusconi-Fini in cui è stato dato il via libera all’intesa con l’Udc alle regionali in Capania e alla provincia di Caserta.

«Mi sono dimesso perchè voglio  liberare il campo da ogni strumentalizzazione in vista della campagna elettorale», dice Cosentino.  «Non mi posso sentire commissariato», ha aggiunto. «L’accordo con l’udc non è più politico ma solo poltronistico», riferisce chi ha parlato con Cosentino. «La base del partito in Campania è con lui», spiegano i suoi uomini, ma lui «non è più disposto a mantenere il suo ruolo se deve portare avanti una linea che non condivide». Una linea che è diventata «un “ci mettiamo d’accordo sulla base di spartizione di poltrone”».

Berlusconi, dopo alcune ore dall’annuncio, ha fatto sapere con una nota di aver respinto le dimissioni: «Pur apprezzando le nobili motivazioni che hanno indotto l’onorevole Cosentino a compiere un gesto volto a far sì che durante la campagna elettorale in Campania non vi possano essere strumentali ragioni di polemica da parte dell’opposizione, nel rinnovargli la mia stima non posso che invitarlo a continuare nel suo lavoro nell’interesse del partito e del paese, respingendo le sue dimissioni». Oggi Berlusconi ha avuto un nuovo faccia a faccia con Cosentino. «Non c’è nessuna sfiducia nei tuoi confronti, la questione è soltanto politica», ha detto il premier al sottosegretario. Il presidente del Consiglio avrebbe spiegato a Cosentino di non voler nemmeno sentir parlare di dimissioni da sottosegretario e ha fatto intendere che l’accordo con l’Udc non poteva essere minimanente scalfito. «È un accordo che abbiamo fatto con l’Udc e non si può cambiare».

Dopo che l’intesa Pdl-Udc era stata raggiunta martedì in una telefonata tra Berlusconi e Cesa, ieri il Pdl campano aveva tentato l’ultima resistenza: Cosentino era stato ricevuto per oltre un’ora da Berlusconi, ed era uscito da palazzo Grazioli “soddisfattissimo”. Invece le cose sono andate diversamente: oggi durante il pranzo tra Berlusconi e Fini è stato dato il via libera definitivo all’intesa con l’Udc in Campania per le regionali, e dunque alla candidatura di Zinzi a Caserta. Casini infatti era stato chiarissimo: senza un’intesa su Caserta, l’Udc non avrebbe sostenuto il candidato del Pdl alla regionali, Stefano Caldoro. Subito dopo è arrivata la lettera ai coordinatori Pdl La Russa, Bondi e Verdini con cui Cosentino lascia il suo incarico in Campania. 

Botta e risposta in Aula alla Camera sulle dimissioni di Nicola Cosentino. A riprendere la questione, nel corso dell’esame del dl emergenze, è stato il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini: «Berlusconi ha respinto le dimissioni. È ora di smetterla con questa sceneggiata perché non si gioca con le istituzioni. Basta con queste rappresentazioni teatrali». Gli ha fatto eco il presidente dei deputati Idv, Massimo Donadi: «Non ci siamo mai illusi: è una moda di questo governo presentare dimissioni per poi farsele respingere dal presidente del Consiglio». A difendere la maggioranza è intervenuto il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto: «Cosentino si è dimesso per vicende politiche. Nel cuore del dibattito sulla Protezione civile respingiamo questo esercizio di demagogia».

« Avevamo chiesto mesi fa le dimissioni di Cosentino. Allora la maggioranza le respinse, ora abbiamo chiesto, tramite il capogruppo, che il governo ci spieghi quali novità ci sono e ci spieghi il ripensamento», dice Pierluigi Bersani. E’ esploso il centrodestra», dice Enzo Amendola, segretario regionale del Pd in Campania. «Lo dicevamo da tempo, nel Pdl era in atto una vera e propria faida- spiega Amendola-. Dopo l’abbandono del campo di Cosentino è evidente a tutti che tra Pdl e Udc era solo un accordo di poltrone e non di programmi». 

«L’accordo in Campania è stato rispettato. Punto. Ora noi ci occupiamo dei problemi seri, dei problemi dei campani», è la replica del segretario Udc, Lorenzo Cesa, alle accuse di Nicola Cosentino sull’«accordo poltronistico» voluto dei centristi per la presidenza della provincia di Caserta. «Noi ora andremo in Campania- aggiunge Cesa, lasciando Montecitorio- per fare campagna elettorale e far vincere Stefano Caldoro» nella corsa alla presidenza della Regione. a chi gli chiede cosa pensi delle dimissioni di Cosentino da coordinatore del Pdl campano, il segretario Udc risponde: «E’ un problema suo».

A fine gennaio la Cassazione aveva confermato l´ordinanza di custodia cautelare per Cosentino disposta dal gip di Napoli il 7 novembre scorso, in cui si ipotizzava il concorso esterno in associazione camorristica per rapporti con il clan dei Casalesi. Stando all´inchiesta della Procura antimafia di Napoli, Cosentino «ha contratto un debito di gratitudine» con il potente impero criminale. A quella organizzazione, scrive il giudice, «deve, almeno in parte, le sue fortune».
Tra i capitoli centrali dell´inchiesta, il rapporto fra Cosentino e l´attività imprenditoriale nel settore dei rifiuti condotta dai fratelli Sergio e Michele Orsi (quest´ultimo assassinato dall´ala stragista dei casalesi nel giugno 2008). In alcune aziende, come la Eco 4, ritenute dal gip «geneticamente connesse e funzionali alla camorra casalese», Cosentino, secondo il pentito Gaetano Vassallo, avrebbe esercitato un controllo assoluto di «assunzioni, nomine e incarichi». All´apice dell´emergenza, prima che il governo puntasse la sua azione sul disastro rifiuti, Cosentino – secondo i collaboratori – assicurava: «L´Eco 4 song´ io».

La Suprema Corte, dunque, ha ratificato la legittimità del provvedimento del gip, scaturito dall´inchiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia Giuseppe Narducci e Alessandro Milita, che avevano raccolto le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Cosentino, coordinatore del Pdl in Campania, in seguito all´inchiesta è stato costretto a rinunciare alla candidatura alla presidenza della Regione. Un passo indietro compiuto a fatica; e ottenuto anche dopo uno scontro interno tra il gruppo campano che sosteneva la sua ascesa a Palazzo Santa Lucia e la ferma opposizione del presidente della Camera e degli esponenti finiani. Lo stesso vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, Fabio Granata, vicino a Fini, aveva detto: «E ora sarebbe auspicabile un passo indietro anche dal governo». Ma Cosentino ha sempre respinto ogni accusa e puntato il dito contro i magistrati campani, addebitando loro l´uso della «giustizia a orologeria».

Agli inizi di dicembre 2009 la Camera aveva negato l’autorizzazione all’arresto di Cosentino (360 contro 226 a scrutinio segreto). E aveva respinto le mozioni di Pd e idv che ne chiedevano le dimissioni da sottosegretario.

L’Unità 19.02.2010