Facebook | CONDIVIDI LA CONOSCENZA: Così Alemanno regalerà l’Acea a Caltagirone

1 Febbraio 2010 0 Di ken sharo

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Così Alemanno regalerà l’Acea a Caltagirone
Il sindaco di Roma ha deciso di privatizzare l’azienda di multiservizi entro l’anno. E di affidarla a “imprenditori capaci”: un identikit che non lascia dubbi. E riconduce all’imprenditore suocero di Casini. Che appoggerà la Polverini nella corsa alla Regione.
“Bisogna abolire la mercificazione dell’acqua”. Così lo scorso novembre il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, proprio all’assemblea della FAO – l’organizzazione sotto egida dell’Onu che alemanno Così Alemanno regalerà lAcea a Caltagironesi occupa del cibo e dell’agricoltura, con particolare enfasi verso il sostegno ai paesi in via di sviluppo – solennemente prendeva l’impegno di opporsi ad ogni forma di privatizzazione di quello che oggi, in molti, già definiscono “l’oro blu”. Da allora sono passanti poco più di due mesi, eppure, per il sindaco di Roma deve essere passata una vera e propria era geologica. Infatti, nei giorni scorsi, Gianni Alemanno ha rilasciato all’edizione romana de “Il Sole 24 Ore” un’intervista in cui si legge: “valuteremo di avviare il processo di privatizzazione entro l’anno”. Cosa sarà successo in queste poche settimane per far cambiare idea così radicalmente al sindaco capitolino? Sostanzialmente due cose. Innanzitutto, la conversione in legge del cosiddetto decreto Ronchi (Dlg 135/09) che prevede, in sostanza, la privatizzazione di un “bene pubblico” per antonomasia come l’acqua e il definitivo passaggio della gestione dei servizi pubblici locali, compreso il servizio idrico, alle società private. Inoltre, proprio in questi giorni, c’è stata la “discesa in campo” per la corsa a Governatore della regione Lazio di Renata Polverini, la leader indiscussa del sindacato di “destra”, Ugl. La Polverini, grazie alla forte sponsorizzazione del presidente della Camera, Gianfranco Fini, è riuscita a coagulare intorno alla sua candidatura tutto il “centro-destra”, così come l’avevamo conosciuto fino al 2006. In pratica, l’Udc di Pier Ferdinando Casini, almeno nel Lazio, è tornata alle origini. Merito della “pasionaria” finiana? Non si direbbe. Infatti, Casini è il genero di Francesco Caltagirone, il potentissimo imprenditore che conta nel suo “core business”, tra l’altro, proprio la “gestione delle risorse” idriche. La repentina svolta di Alemanno, a più di un osservatore, quindi, non è apparsa casuale.

ACQUA PESANTE – Procediamo con ordine. Cosa prevede il decreto Ronchi? La gestione dei servizi pubblici locali, compreso il servizio idrico, è da affidare ai privati. La legge deadline Così Alemanno regalerà lAcea a Caltagironeprevede che la gestione dei servizi pubblici locali sarà conferita “in via ordinaria” attraverso gare pubbliche e la gestione in house sarà consentita soltanto in deroga e “per situazioni eccezionali”, che infatti cesseranno di esistere entro il 31 dicembre 2010. Mentre per le società a partecipazione mista la quota minima obbligatoria di partecipazione dei privati nelle società che gestiscono il servizio idrico integrato non potrà essere inferiore al 40%. Diverso il discorso per quanto riguarda le società quotate, che hanno tre anni in più per adeguarsi a patto che abbiano almeno il 40% di quota di partecipazione pubblica al 30 giugno 2013, quota che scende al 30% al 2015. Si fissano poi anche scadenze abbastanza stringenti entro le quali la partecipazione dei privati dovrà diventare significativa: per esempio per le società municipalizzate, cioè di proprietà completamente pubblica, il termine è fissato al 31 dicembre 2011. Chiaramente ciò che preoccupa di più i cittadini sono le conseguenze “economiche” in termini di più che probabili aumenti di tariffe. ACEA, è l’acronimo di Azienda comunale elettricità e acqua, sigla poi successivamente modificata in Azienda comunale energia e ambiente, riassume un secolo di storia delle municipalizzate italiane, ma costituisce soprattutto un capitolo determinante della storia di Roma città. In essa si riflettono, infatti, la crescita tumultuosa e disordinata della capitale e le alterne vicende dei servizi pubblici nella capitale. Ce ne siamo già occupati in passato in particolare, ricordando tutta una lunga sequela di “opportunità gettate al vento” dalla “mala-gestione” politica ed economica di questi anni.

IL GIANNI BIFRONTE – “Attuazione del decreto Ronchi e privatizzazione del 20% di Acea in tempi rapidi. Valuteremo di avviare il processo entro l’anno”. Così il sindaco Gianni 3023320704 d131ebbb72 Così Alemanno regalerà lAcea a CaltagironeAlemanno ha delineato la sua strategia per l’anno in corso. Smentendo, in sostanza, quanto sosteneva solo poche settimane prima. A chi fa gola Acea? Il sindaco Alemanno, sempre al Sole 24 Ore, ribadisce di voler individuare “partner legati al territorio, fondazioni, imprenditori. Punteremo a fare in modo che ci sia una platea più ampia possibile, per non avere un socio privato prevalente”. L’identikit è fin troppo chiaro. Francesco Caltagirone, il costruttore romano che, nel frattempo, ha messo gli occhi pure sul più grande acquedotto d’Europa, quello pugliese. La politica, in questi casi, è una leva inesauribile per combinare affari. In molti, nei giorni scorsi, avevano visto nella possibile alleanza tra D’Alema e Casini e quindi tra il Pd e l’Udc in Puglia, la realizzazione pratica di questo progetto. Poi ci sono state le primarie, la vittoria di Vendola e il definitivo (per il momento) naufragio di questo disegno. Nel Lazio, invece, Casini ha puntato fin da subito sull’alleanza strategica con Renata Polverini e “l’odiato-amato” centro-destra. Qui la “presa di Acea”, del resto, appare già a buon punto. Caltagirone è senza dubbio favorito anche perché il presidente di Acea è Giancarlo Cremonesi, caro amico e potente ex dell’Associazione dei costruttori romani mentre l’amministratore delegato, è Marco Staderini, ex in quota Udc, nel CdA della Rai. Tutto torna, quindi. Le conseguenze di queste alleanze politico-affaristiche, tuttavia, come è facile immaginare, finiranno in conto ai cittadini consumatori. Dove già è avvenuta, la gestione privata dell’acqua ha portato più che altro aumenti, spesso ingiustificati, delle bollette, malfunzionamenti e disservizi vari. Nel Lazio, dove Acea, già opera in sostanziale monopolio, il consumo dell’acqua è aumentato e le riserve pro capite sono diminuite di un terzo, mentre pure le tariffe sono aumentate. Mancano all’appello, tuttavia, gli investimenti a suo tempo promessi dagli stessi vertici aziendali per rinnovare la rete idrica. Dei tanti investimenti sbagliati, in questi anni, come già ricordato da Luca Conforti nella sua inchiesta, ne abbiamo già parlato.

IL NIET DI ZINGARETTI – Il varco alla possibile privatizzazione di Acea, per la verità, l’avevano aperto le normative, diciamo così, zelanti varate dalla passatastrade8 Così Alemanno regalerà lAcea a Caltagirone amministrazione Veltroni. Alemanno, quindi, sia pure nella sua solita ambiguità – da ministro del governo Berlusconi era contrario agli inceneritori, oggi ne vuole piazzare uno, sempre tramite Acea che fa parte del Coema, un consorzio misto pubblico-privato, ad Albano – si è semplicemente infilato dentro. Decisamente contro si è detta l’Amministrazione provinciale di Roma, guidata da Nicola Zingaretti che, per bocca dell’assessore provinciale al Bilancio, Antonio Rosati, fa sapere “leggo con preoccupazione le dichiarazioni del sindaco Alemanno che in un’intervista al Sole 24 Ore afferma la volontà di privatizzare il 20% di Acea entro l’anno. Più volte abbiamo spiegato le ragioni per le quali è sbagliato privatizzare un monopolio naturale come l’acqua, optando, peraltro, per la strada opposta a quella scelta da tutta Europa e da tutto il mondo. Mi permetto di esprimere forti perplessità circa le modalità con cui si vuole avviare questa operazione”. Rosati, poi, rincara la dose: “E’ inevitabile, dunque, che lo scenario futuro porterà ad un sensibile aumento delle tariffe. Siccome è risaputo che dalla gatta frettolosa nascono i figli cechi sarebbe opportuno avviare un trasparente confronto sia in Consiglio comunale che con l’Amministrazione provinciale, visto che il presidente Zingaretti è anche presidente di Ato2, il bacino in cui circa 80 Comuni hanno scelto Acea per la gestione del servizio idrico”. Forse, siamo alla vigilia di uno scontro politico (ma, come detto, anche affaristico) dai risvolti tutt’altro che certi e prevedibili.

FONTE:http://www.giornalettismo.com/archives/49265/cosi-alemanno-regalera-lacea/2/