Folla e bandiere clonate, volto illuminato Le foto ritoccate del nuovo libro su Silvio – Corriere della Sera
2 Febbraio 2010MILANO – Il titolo è inequivocabile. «Noi amiamo Silvio» è un libro fotografico dedicato a Silvio Berlusconi in cui sono state raccolte le immagini che – si legge nella prefazione firmata dall’editore Alberto Peruzzo – testimoniano il suo impegno a livello nazionale e internazionale. Una sorta di album dei ricordi, dunque, che racconta per scatti la storia politica del premier, ritratto tra i suoi sostenitori e accanto ai più grandi leader mondiali e che dal 27 gennaio scorso è in vendita nelle edicole. Qualcuno però, sfogliandolo, ha notato alcune stranezze.
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RITOCCHI GROSSOLANI – Vacon Sartirani è un grafico bergamasco che qualche giorno fa ha acquistato il volume: «L’ho fatto per curiosità professionale: avevo sentito molte critiche riguardo la grafica e l’editing e ho voluto vedere quanto ci fosse di vero». Sartirani si accorge ad occhio nudo che le immagini sono state modificate, a volte in maniera molto maldestra, grazie al fotoritocco digitale. In particolare, una foto attrae la sua attenzione: quella che vede Berlusconi sorridente nell’atto di allargare le braccia davanti ad un’immensa folla in piazza Duomo. «Innanzitutto è sbagliata la didascalia: quello scatto risale al 1998, e non al 2008. E poi si tratta di un’immagine costruita: Berlusconi regge un mazzo di fiori palesemente disegnato, e sono stati «clonati» dei pezzi di folla, per riempire la piazza». Ovvero, fuori dal gergo di Photoshop, in due diversi punti della piazza, appare lo stesso gruppo di persone.
LE «IMPRECISIONI» - Sartirani scansiona la foto e la manda al blog San Precario, i cui visitatori trovano altre «imprecisioni»: ad esempio, due bandiere di Forza Italia che sono state aggiunte successivamente, e che non si capisce bene da chi siano tenute in mano. «Poi c’è il parapetto del palco, i cui contorni sono troppo sfumati per essere veri» continua Sartirani, che ha notato come nel resto del volume il volto del premier sia stato ritoccato con una luce completamente diversa rispetto agli astanti. «Ma questa è una pratica comune – ammette il grafico bergamasco – solo che è stata eseguita in maniera davvero grossolana».