Il mistero della bustarella e l’incontro con Bertolaso
15 Febbraio 2010Sono le 22,08 del 20 settembre del 2008. L’imprenditore Diego Anemone, che ha una fetta di appalti per il G8 di La Maddalena, digita sul cellulare un messaggio per Guido Bertolaso: «Ci possiamo incontrare domani o lunedì?». Il Capo della Protezione Civile risponde: «Domani verso le 10,30 a piazza Ungheria».
Si dà un gran daffare Diego Anemone. L’appuntamento è molto importante: l’imprenditore deve far vedere a Bertolaso un appunto sulla maggiorazione dei costi dell’appalto del G8 di ben 73 milioni di euro. Ma il problema non è questo, o meglio non è solo questo. Il sospetto degli investigatori e inquirenti fiorentini è che in piazza Ungheria potrebbe essere avvenuto il passaggio di denaro. La bustarella, anzi una bustona che complessivamente alla fine sarà di 100.000 euro. E questo perché, dopo aver fissato l’incontro con Bertolaso, Anemone è alla disperata ricerca di soldi. Si rivolge a don Evaldo Biasini, l’economo provinciale della Congregazione dei missionari del preziosissimo sangue di Roma. Lo chiama alle 9,11 della mattina del rendez vous in piazza Ungheria: «Don Evà… scusa se ti scoccio… stamattina devo vedere una persona verso le 10,30… come stai messo?». E quello: «Di soldi? Qui ad Albano ce n’ho soltanto 10». Poi, alla fine, cioè il giorno dopo, don Evaldo rimedierà 50.000 euro. Ma a Diego non bastano, ne vorrebbe altrettanti dall’amico sacerdote che però, alla segretaria, dice che non può. Insomma chiude il rubinetto.
Torniamo all’incontro in piazza Ungheria. Alle 10,25 è Bertolaso che chiama Anemone: «Hai ricevuto il messaggio?». «Sì, sono qui». «Allora arrivo». Si vedono per pochi minuti, neppure mezzora, e i risultati sono positivi. Diego Anemone chiama Simone Rossetti, il gestore del circolo del benessere e del relax (Salaria Sport Village) per organizzare la «cosa megagalattica», quella «con frutta e champagne…» e Simone che risponde «ho capito… chiudo il circolo due ore prima…». Ma sono i soldi che Diego Anemone ha fretta di trovare. E coinvolge altri imprenditori della partita degli appalti di La Maddalena, come Piero Murino che il 23 settembre risponde: «Quello che c’ho ti porto…».
Dalla lettura delle carte non emergono elementi per sostenere che effettivamente vi sia stato un passaggio di denaro tra Anemone e Bertolaso (in caso affermativo, naturalmente il sottosegretario sarebbe finito in carcere). Rimane una tesi, magari suggestiva, che non può contare comunque su uno straccio di prova anche se (insieme all’incontro del 14 dicembre del 2008 con Monica, la ragazza brasiliana) questa movimentazione di denaro ha portato la Procura di Firenze a iscrivere sul registro degli indagati per corruzione il sottosegretario Bertolaso.
Guido Ruotolo – La Stampa 15.02.2010