LIBERAZIONE.IT-Spagna, la nuova legge sull’aborto. Sarà pubblico e gratuito
26 Febbraio 2010 0 Di ken sharoLIBERAZIONE.IT.
Spagna, la nuova legge sull’aborto. Sarà pubblico e gratuito
La Spagna di Zapatero, dove si praticano 120mila aborti l’anno in cliniche private, invocando, per il 90% dei casi, il “rischio psicologico” per la donna, ha depenalizzato l’aborto. L’interruzione volontaria della gravidanza sarà possibile in strutture pubbliche e gratuitamente. Mercoledì sera il Senato di Madrid ha approvato la legge, fortemente contestata dall’opposizione conservatrice e la chiesa cattolica, con 132 voti a favore, 126 contrari e un’astensione. Il parlamento spagnolo ha dunque accolto i pareri della commissione di esperti, ginecologi e giuristi, istituita a settembre 2009 dal ministero delle Pari opportunità (che in Spagna si chiama dell’uguaglianza)
Tra quattro mesi, quando la legge entrerà in vogore, le donne spagnole potranno abortire liberamente fino alla 14esima settimana di gravidanza. E in casi di “rischio per la salute della madre e/o di gravi anomalie del feto”, fino alla 22esima.
Altro grande cambiamento introdotto dalla legge è che le ragazze tra i 16 e i 18 anni potranno usufruire delle strutture pubbliche per abortire, ma dovranno informare i genitori o un tutore, eccetto che in caso di gravi ripercussioni in famiglia. La nuova legge autorizza anche la vendita della “pillola del giorno dopo” senza ricetta medica. Una misura resa urgente anche in base a dati diffusi da un rapporto pubblicato nel 2009 dalla Federazione statale per la pianificazione familiare spagnola, che dimostrava che con la pillola del giorno dopo si sarebbero potuti evitare 270mila aborti.
Dal punto di vista della libertà di autodeterminazione delle donne il varo di questa legge è una grande vittoria. Anche se l’aborto era stato depenalizzato in Spagna nel 1985 lo si poteva praticare finora, di norma, solo in determinate circostanze, ovvero in caso di stupro fino alla 12ma settimana, di malformazione del feto fino alla 22ma settimana o di pericolo per la salute fisica o psichica della madre.
Questa situazione ha fatto sì che per abortire donne e medici falsificassero cartelle cliniche. Ma si trattava di una grande ipocrisia, come dimostra la vicenda che nel 2008 ha portato all’arresto nella capitale spagnola di 25 donne e dei rispettivi ginecologi, accusati di falsificare certificati.
Ipocrisia a cui la legge mette fine, secondo il movimento a favore della legge. Non la pensano in questo modo conservatori e cattolici, che gridano allo scandalo per il “grave arretramento nella protezione del diritto alla vita”. Questo è quanto affermano in una nota diramata in risposta all’approvazione della legge i vescovi iberici, che aggiungono: le donne tentate di abortire o che hanno vissuto questa tragedia “incontreranno sempre nella comunità cattolica un focolare di misericordia e di consolazione”.
Ma durante i mesi di battaglia politica e polemiche che hanno preceduto l’approvazione della legge, il presidente della conferenza episcopale spagnola, Monsignor Martinez Camino, ha dichiarato che “i non nati non votano” e che pertanto chi pratica l’aborto “va incontro alla scomunica automatica” da parte della chiesa cattolica. Anatema indirizzato esclusivamente all’unniverso femminile, non essendo gli uomini abilitati da madre natura ad abortire. La conferenza episcopale spagnola ha cercato in tutti i modi di boicottare la legge. Per esempio puntato sulla comunicazione con una campagna pubblicitaria che proponeva l’immagine di una lince a rischio d’estinzione accanto a quella di un neonato che gattona e dice: “E io?”. Il governo spagnolo ha risposto a tale iniziativa dicendo che le posizioni della Conferenza episcopale spagnola sono “distinte da quelle della società”.
Per contrastare la legge a ottobre dell’anno scorso il fronte cattolico ha organizzato una grande manifestazione.
In questi mesi di roventi polemiche, il ministro dell’Uguaglianza Bibiana Ai¬do ha messo in evidenza il fatto che oltre a garantire la liberà delle donne, sotto alcuni aspetti la legge non è altro che un am¬pliamento della legge sull’autonomia del paziente, approvata nel 2002 dal governo del Partito Popolare, che prevede che dai 16 anni in poi si pos¬sano prendere decisioni autonome riguardo a qual¬siasi intervento medico. Prima dell’approvazione della legge sull’aborto un adolescente poteva scegliere di sottoporsi a un intervento medico o di chirurgia estetica, ma non interrompere una gravidanza.
Dal 2004 l’esecutivo socialista spagnolo ha legalizzato i matrimoni gay, ha eliminato l’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche ed ha semplificato la legge sul divorzio.
in data:26/02/2010