Dimissioni Di Girolamo

3 Marzo 2010 0 Di ken sharo

Dimissioni Di Girolamo, disco verde del Senato

ANSA – Aula approva con voto segreto le dimissioni del senatore Pdl inquisito per maxiriciclaggio

03 marzo, 13:53

ROMA  – L’Aula del Senato ha approvato, a voto segreto, le dimissioni presentate dal senatore del PdL Nicola Di Girolamo. I voti a favore delle dimissioni sono stati 259, 16 quelli contrari e 12 gli astenuti.

All’ordine del giorno del Senato c’erano tre mozioni. Una del Pd con la quale si chiede la decadenza del senatore, sulla base della delibera della Giunta delle elezioni, e la revoca dell’ordine del giorno del senatore Sergio De Gregorio che prevedeva invece la “sospensiva” della delibera della Giunta. Un’altra mozione dell’Udc chiede invece la semplice revoca della sospensione. La terza mozione, firmata da senatori del PdL (Malan, Saro, Augello) chiede la sospensione dell’ordine del giorno di De Gregorio e il ritorno alla delibera della Giunta delle elezioni che propone l’annullamento dell’elezione di Di Girolamo.

Il senatore Nicola Di Girolamo ha preso la parola in apertura della seduta. Di Girolamo ha letto il testo integrale della lettera indirizzata al presidente del Senato sottolineando che la sua storia “non è una storia criminale”. “Vorrei dedicare due parole a quest’aula – ha poi aggiunto a braccio – a quest’aula per dire che è stata per me un’esperienza altissima. Non ho portato in quest’Aula l’indegnità della mafia e della n’drangheta. Quella sera ho fatto circa 250 fotografie davanti a quella torta. Quel personaggio mi era stato presentato come un ristoratore. Anche voi avete fatto delle foto e non credo che avete chiesto i documenti a quelli che erano con voi. Vorrei ringraziare tutti coloro del gruppo. Non faccio nomi, visto che sono il Lucifero e l’untore. Credo che i colleghi sanno a chi è diretta la mia riconoscenza. Per loro stessa tutela non li chiamo per nome. Vale anche per i colleghi di opposizione con molti dei quali ho lavorato”. “Gli italiani all’estero sono una realtà – ha detto Di Girolamno avviandosi alla conclusione – e parte di un circolo virtuoso. Con tutte le modifiche che ritenete opportune, considerate che gli italiani all’estero non posso essere ignorati”.

APPLAUSI DA BANCHI CENTRODESTRA AL SENATO  – L’intervento del senatore Di Girolamo é stato salutato da un breve applauso dai banchi del centrodestra al Senato.

FINOCCHIARO, APPLAUSO PDL INIMMAGINABILE – “Neanche nelle più pessimistiche ipotesi potevamo immaginare che la conclusione dell’intervento del senatore Di Girolamo potesse concludersi con un caloroso prolungato applauso da parte dei senatori della maggioranza, quegli stessi senatori che, ora, non sono più presenti in aula mentre si sta svolgendo un dibattito a dir poco essenziale per l’istituzione che rappresentiamo. Per questo e per salvaguardare il decoro del Senato, mi associo Signor Presidente alla richiesta già avanzata da altri colleghi di sospendere la seduta”. Così la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro si è rivolta alla vicepresidente del Senato Rosi Mauro dopo che, nel corso della discussione sulle dimissioni del senatore Di Girolamo, i senatori della maggioranza avevano abbandonato l’aula per partecipare a una riunione, provocando la reazione di tutte le opposizioni.

SCONTRO PDL-OPPOSIZIONE
(di Corrado Sessa)
Il caso Di Girolamo dovrebbe chiudersi questa mattina nell’ Aula del Senato con il voto sulle dimissioni chieste dallo stesso senatore. Almeno questo è l’intento del Pdl che alla conferenza dei capigruppo ha fatto passare, nonostante il no dell’opposizione, la linea del voto sulle dimissioni e non sulla sua decadenza per irregolarità nel voto all’ estero, già bloccata nel gennaio del 2009 per volontà della maggioranza. Intanto, il diretto interessato fa sapere che, in caso del via libera di Palazzo Madama alle sue dimissioni, è pronto a consegnarsi alle forze dell’ordine anche oggi.

L’opposizione protesta e annuncia battaglia sostenendo che il Pdl vuole chiudere in fretta la vicenda del senatore inquisito per riciclaggio e collusione con la camorra, oltre che per la vicenda della sua elezione, discutendo solo della richiesta di dimissioni. “Noi vogliamo – spiega Anna Finocchiaro – che una questione importante come questa, uno scandalo come questo, non si derubrichi e non si declassi questa vicenda alla pura discussione delle dimissioni di Di Girolamo”. “E” incredibile che tutto si chiuda quasi con un omaggio all’altruismo di Di Girolamo che ci concede le sue dimissioni, bontà sua…” rincara la dose la capogruppo del Pd in una conferenza stampa che richiama la mozione presentata dal suo gruppo in cui si chiede che si discuta sulla decadenza di Di Girolamo rimuovendo l’odg presentato dal senatore del Pdl Sergio De Gregorio il 29 gennaio 2009 che congelò il voto dell’Aula in attesa di una sentenza della magistratura sulla irregolarità della elezione. Ma il presidente del Senato difende la giustezza della decisione, presa a maggioranza alla riunione dei capigruppo e confermata dal voto dell’ Aula dopo un acceso dibattito. “E’ un diritto sacrosanto di critica quello che esercitano le opposizioni. Ma – obietta Schifani – vi sono tanti e tanti precedenti, e molto autorevoli, che prevedono che le dimissioni riassorbono gli altri dibattiti e quindi vengono poste subito all’ordine del giorno”.

Posizione ribadita da Maurizio Gasparri che ha ricordato il caso di Cesare Previti per il quale l’allora presidente della Camera Fausto Bertinotti “impose la discussione sulle dimissioni”. L’ opposizione però alza il tiro e chiama in causa l’iniziativa di De Gregorio, che “a suo tempo salvò il senatore del Pdl ora scaricato dal Popolo della libertà perché siamo sotto elezioni” come sottolinea il capogruppo dell’ Idv Felice Belisario, visti in nuovi capi di imputazione. “Occorre annullare gli effetti disastrosi e perversi di quell’ ordine del giorno che, se non verrà cancellato, permetterà che in futuri eventuali casi analoghi la Giunta e il Senato non abbiano alcun potere di esprimersi e di agire fino a che non ci sarà una sentenza della magistratura”, osserva in Aula il capogruppo dell’ Udc Gianpiero D’Alia che ha riassunto una preoccupazione che è di tutta l’opposizione. Intanto la Giunta delle Elezioni e delle immunità ha deciso di proseguire nell’esame della richiesta di arresto per riciclaggio fino a quando l’Aula non voterà e nell’eventualità che siano accolte le dimissioni di Di Girolamo, deciderà il subentro del primo dei non eletti del Pdl: Raffaele Fantetti. Ma su questo nome, il faccendiere Gennaro Mokbel, che è al centro dell’ inchiesta sul riciclaggio, ha delle forti riserve e dice che Fantetti “é peggio di Di Girolamo”. Frase riportata dal deputato dell’ Idv Franco Barbato che è andato a visitare Mokbel in carcere.