Disastro Lambro, l’onda nera minaccia gli aironi. Allarme anche per i pesci del Po

1 Marzo 2010 0 Di luna_rossa

Foto dal sito del WWF

Roma, 27 feb. – (Adnkronos/Ign) – Cresce l’allarme per il disastro ambientale del Lambro, che ora minaccia la vita di tante specie di uccelli e pesci. In pericolo in particolare sono gli eleganti aironi cinerini, garzetta, nitticora, garza ciuffetto, che corrono il rischio di rimanere intossicati. Le colonie di aironi della Pianura padana sono un patrimonio naturalistico unico in Europa, come sottolinea Alessandro Andreotti, ornitologo e naturalista dell’Ispra, (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale) del ministero dell’Ambiente.

”L’esito dell’inquinamento a cui stiamo assistendo potrebbe essere molto grave per una moltitudine di uccelli di passaggio o stanziali nella Pianura Padana, che tra l’altro e’ la piu’ ricca di specie di aironi”, afferma Andreotti all’ADNKRONOS. Nella Lomellina pavese, ad esempio, “migliaia di coppie di aironi si riproducono qui e nidificano sugli alberi e molti uccelli migratori come le cicogne e le anatre si fermano lungo il Po durante il loro viaggio dalle regioni calde del Nord Africa a quelle fredde della Russia e della Finlandia”. Tutti questi animali come altri ancora, l’occhione, che e’ un piccolo trampoliere e il fraticello (una specie di gabbiano), si nutrono di pesci, rane e rospi. ”Il rischio e’ che possano venire intossicati – spiega ancora l’esperto – sia dal cibo sia da loro stessi, in quanto per pulirsi con il becco il piumaggio imbrattato dal catrame, va a finire che si avvelenano come e’ accaduto in molti altri casi. Alcuni muoiono assiderati perche’ con le piume intrise di olio non riescono ad avere un corretto isolamento termico. E le possibilita’ di intervento umano per salvare questa fauna sono veramente ridotte”.

L’onda nera che minaccia il delta del Po potrebbe avere conseguenze gravi, se non gravissime, anche per la fauna ittica di queste zone. Anguille, ghiozzi padani, barbi ma anche lasche e savette, pesci che vivono nell’habitat dei fondali del Po e dei suoi affluenti potrebbero non avere via di scampo ed essere decimati dalla massa oleosa, che per ora galleggia in superficie ma presto si depositera’ sul fondo dei corsi d’acqua. A esprimere preoccupazione e’ uno dei massimi esperti italiani dei pesci d’acqua dolce, il biologo Sergio Zerunian.

”Nel bacino del Po vivono alcune specie endemiche di pesci, cioe’ presenti solo li’ e in nessuna altra parte del mondo -spiega lo studioso all’ADNKRONOS- si tratta di animali di piccola e media taglia come ‘lasche’, ‘savette’, ‘ghiozzi padani’, e numerose altre sicuramente meno conosciute al grande pubblico ma di grande importanza da un punto di vista della biodiversita’. Ebbene, queste specie, che sono diciasette in tutta la regione padana, vivono sui fondali e rischiano piu’ di altri pesci di rimanere intrappolate dal catrame man mano che si andra’ a depositare sui ciottoli dei fiumi e colpira’ proprio l’ecosistema tipico della zona. I pesci di taglia media, che nuotano piu’ in superficie hanno maggiori possibilita’ di scampo, riuscendo magari a fuggire in qualche affluente”. Un inquinamento di cosi’ vaste proporzioni poi comporta la decimazione di tantissimi invertebrati come gasteropodi, larve di insetti, vermi che costituiscono la principale fonte di nutrimento per i pesci, ”le conseguenze potrebbero essere davvero drammatiche”, conclude Zerunian.