“E adesso picchieremo forte”
30 Marzo 2010Davide Bono, candidato grillini in Piemonte
ottengono un risultato insperato:
«Ma non dite che siamo di sinistra»
Il cybercomico: «E’ soltanto l’inizio»
Dopo l’astensionismo, piccola grande vittoria della cosiddetta “antipolitica” capitanata da Beppe Grillo: snobbato dai “politici di razza”, lontano da televisioni e giornali, il comico ha fatto a modo suo ed è sceso in piazza, quella reale e quella virtuale. «E’ solo l’inizio», scrive il comico sul blog. «Qualche imbecille in mala fede ha parlato di voto di protesta dato al Movimento, di voto inutile – aggiunge Grillo – Il Movimento Cinque Stelle è stato l’unico a presentarsi con un programma disponibile online da mesi. L’unico a fare proposte. I media non hanno prestato particolare attenzione al suo Movimento a cinque stelle ma in queste ore si profila un colpaccio. L’obiettivo tre per cento sembra superato e in Emilia è addirittura boom per il suo candidato Giovanni Favia che vola al 7%. Numeri importanti che pesano soprattutto sul centrosinistra dove Mercedes Bresso in Piemonte ha lottato sul filo del fotofinish con Roberto Cota.
E dove proprio Grillo si è speso strenuamente in favore del movimento no Tav. Le liste del movimento sono state presentate in: Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Campania. Il candidato in Lombardia Vito Claudio Crimi è al 2,3%; in Piemonte Davide Bono è al 3,4%; in Veneto David Borrelli è al 2,6%; in Emilia Romagna Giovanni Favia è al 6,9%; in Campania Roberto Fico all’1,6%.
Il programma del movimento fu lanciato a ottobre del 2009 con una forte impronta ecologista e antipartitica. Cardini del Grillo-pensiero sono: l’abolizione delle province, l’accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti, l’abolizione del Lodo Alfano, l’eliminazione dei privilegi per i parlamentari per i quali prevede solo due mandati. Il suo cavallo di battaglia è la non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati. In più massima trasparenza attraverso il web con una forma di partecipazione diretta on line.
Una discesa in campo, quella di Grillo, non in prima persona ma preparata a lungo con i suoi V day dove V sta per vaffanculo: il primo l’8 settembre del 2007 nelle piazze italiane per dire no ai parlamentari condannati, no al superamento delle due legislature per i parlamentari, no ai candidati scelti dalle segreterie di partito. Grillo inizia la sua avventura senza curarsi di nessuno, senza puntare a stringere alleanze, solo con la forza del web dal quale organizza e unisce i ragazzi dei meet up che si muovono sul territorio in nome del comico. Il primo v day galvanizza Grillo che ne organizza un secondo, questa volta contro l’informazione, il 25 aprile del 2008, scegliendo Bologna come location: la mission è quella di dichiarare guerra al finanziamento pubblico ai giornali che lui vede allineati e servi. Posizioni che lo rendono sempre più isolato, soprattutto dopo i numerosi attacchi al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sintomo di una forte insofferenza per un sistema che vorrebbe demolire come recita il suo “motto”: «Loro non si arrenderanno mai, noi nemmeno». Accusato di populismo, demagogia, qualunquismo, indicato come arruffapopoli, inviso alla destra come alla sinistra, vicino – se così si può dire – soltanto ad Antonio Di Pietro, Grillo sembra aver vinto oggi la sua scommessa.