Elezioni in Iraq, brogli massicci

12 Marzo 2010 0 Di luna_rossa

Giuliana Sgrena – Il Manifesto.it

 

Lo spettro dei brogli nelle urne, dopo aver provocato una rivolta in Iran e contestazioni in Afghanistan, sta infuocando anche il dopo elezioni in Iraq. Il continuo rinvio da parte della commissione elettorale dell’annuncio dei risultati aumenta la tensione. A ricordare i periodi più bui anche l’uccisione, ieri a Baghdad, di due iracheni per mano di soldati americani.
A denunciare «massicci brogli» è stato ieri sera, in una conferenza stampa, Adnan al Janabi, candidato per Baghdad della lista laico-nazionalista Iraqiya, guidata dall’ex premier Iyad Allawi, che ha incontrato diversi ambasciatori. Janabi ha detto che schede con il voto per al Iraqiya sono state trovate nella spazzatura e – mostrando le immagini – nel cortile di una scuola a Kirkuk. Sebbene non abbia saputo indicare la consistenza della frode, ha sostenuto che la sua lista ha presentato decine di reclami alla commissione elettorale sullo svolgimento delle elezioni. Altro fatto inquietante è stata la visita alla Commissione elettorale, ieri per un’ora e mezza, di Hayder al Ebadi, candidato della coalizione per lo Stato di diritto del premier al Maliki. 
Le denuce di al Iraqiya erano state precedute, ieri mattina, da quelle di Ahmed Chalabi dell’Alleanza nazionale irachena (Ina), la coalizione sciita formata da due partiti religiosi sciiti: il Consiglio supremo islamico in Iraq e il movimento di Muqtada al Sadr. Chalabi contestava soprattutto le provedure nello spoglio delle schede.
Mentre il clima è avvelenato arrivano i primi risultati relativi a 4 province (su 18): la lista di al Maliki sarebbe in testa in due sciite – Najaf e Babil -, seguita da Ina, mentre quella di Allawi risulterebbe vincente in quelle di Diyala (mista) e di Salahidin (sunnita, patria di Saddam). Se lo scontro ravvicinato si prospetta tra al Maliki e Allawi era stato il candidato di Ina Chalabi, capo della commissione per la debathizzazione, a giocare d’anticipo: aveva estromesso dalla competizione elettorale 500 candidati (poi ridotti a 145) in odore di baathismo, molti dei quali appartenenti alla lista al Iraqiya. Che cosa succederà dei candidati eletti e non eleggibili secondo Chalabi, già uomo degli americani poi accusato di fare i doppio gioco a favore dell’Iran? 
In queste ore molti occhi sono puntati sull’Iraq, compresi quelli delle compagnie petrolifere, che hanno vinto gli appalti e attendono di rassicurazioni prima di iniziare gli investimenti.