KARZAI VENDE ALL’OCCIDENTE I DIRITTI DELLE DONNE AFGHANE IN CAMBIO DI GUADAGNI POLITICI
10 Marzo 2010Testimonianza di Mehmooda, esponente RAWA
traduzione a cura del CISDA
Otto anni fa il governo USA e i suoi alleati riuscirono a legittimare con successo l’invasione militare in Afghanistan, e a deludere così sia il popolo statunitense che il mondo intero sventolando bandiere che inneggiavano a “liberazione delle donne afgane”, “democrazia” e “guerra al terrorismo”.Il nostro popolo, oppresso dal dominio dei Talebani, sperava ardentemente in un Afghanistan libero e in pace dopo 30 anni di guerre, ma il suo sogno si è frantumato velocemente e dolorosamente quando ha verificato che con il governo fantoccio di Karzai, gli Stati Uniti ancora una volta hanno scelto di accordarsi con i signori della guerra criminali e fondamentalisti.
Fin dall’inizio, Hamid Karzai e i suoi padroni americani non risposero alle richieste e alla fiducia della gente, scegliendo di compromettersi con i criminali dell’Alleanza del Nord e collocando le persone più disgustose in ruoli chiave al governo.
Conferire nuovamente ruoli e potere ai vecchi fondamentalisti stupratori, assassini e saccheggiatori è stata una dolorosa realtà nonché la causa principale delle attuali disastrose condizioni in cui versa l’Afghanistan.
RAWA ha sempre sostenuto che finché i fondamentalisti saranno presenti in Afghanistan come forza militare sulla scena politica, non ci si può aspettare l’evolversi della democrazia, dei diritti delle donne, della pace e della sicurezza e
l’eliminazione del terrorismo. Oggi, dopo quasi otto anni di occupazione USA/NATO, possiamo sostenere che la nostra dichiarazione era fondata.
Quella che è stata definita “guerra al terrorismo”, con la presenza di oltre 70.000 militari stranieri provenienti da più di quaranta Paesi e una spesa di miliardi di dollari, non solo non ha portato alcun cambiamento positivo in termini di stabilità, sicurezza e pace, ma ha ulteriormente consegnato l’Afghanistan e l’intera area geografica nelle mani dei gruppi terroristici. Gli stessi dirigenti statunitensi hanno recentemente dichiarato che i Talebani sono più potenti ora che nel 2001.
Ciò che abbiamo potuto appurare in questi otto anni, nonostante le dichiarazioni fuorvianti dei media occidentali, è che le donne afgane vivono la stessa catastrofica situazione che vivevano durante il potere misogino dei fondamentalisti.
Statistiche recenti affermano che nel Paese circa il 25% delle donne, la cui età va dai 3 ai 75 anni, sono oggetto di violenza sessuale. I rapimenti, il commercio di bambine e ragazze, i matrimoni forzati, gli stupri di gruppo, le aggressioni con acido e altre forme di violenza domestica sono ancora drammaticamente attuali. Il suicidio e l’auto-immolazione da parte di donne e ragazze sono ormai arrivati ad un livello mai raggiunto prima nella storia dell’Afghanistan.
Ciò che viene raccontato dai media è solo la punta dell’iceberg. I mezzi di informazione cercano di mostrare che la causa principale di questa terribile situazione femminile risiede nella violenza domestica, ma ciò non è corretto perché anche la radice della violenza domestica risale al governo e alla sua politica. Non esistono leggi che puniscano quegli uomini oscurati che trattano le donne peggio degli animali. Al contrario, essi non sono perseguibili.
Anche la polizia e le autorità sono spesso corresponsabili. Molti membri del parlamento afgano sono coinvolti in crimini contro le donne. Ne è un esempio Bashira, una ragazza che ha subito uno stupro di gruppo da parte di alcuni signori della guerra, in cui era coinvolto anche Haji Payenda, figlio di un deputato afgano. Utilizzando la sua posizione, il padre riuscì ad evitare che il figlio venisse processato.
Il sistema giudiziario afgano è profondamente contaminato dai germi del fondamentalismo ed è in mano ai signori della guerra e della droga, che non si preoccupano di realizzare una giustizia per la povera gente, ma al contrario fanno in modo che i ricchi e le autorità corrotte non siano perseguibili per nessun reato.
L’ultima “legge sullo stupro” emessa dal parlamento afgano ha fatto esplodere una reazione internazionale e ha richiamato l’attenzione del mondo intero.
Tuttavia, per quelli di noi che hanno già visto ripetersi spesso questo sporco gioco, non c’è nessuna sorpresa. Le azioni di Karzai, infatti, sono il diretto risultato degli ultimi sette anni di politica occidentale a sostegno dei fondamentalisti. Egli sta solo facendo ciò che molti altri hanno fatto prima di lui: vendere i diritti delle donne in cambio di guadagni politici.
L’opinione pubblica mondiale deve sapere che i tradimenti commessi negli ultimi anni nei confronti del nostro popolo sono ancora più duri e dolorosi di quest’ultimo.
La disposizione più scioccante è la “legge sulla riconciliazione nazionale” emessa dal parlamento afgano nel 2007. Garantendo l’immunità per i crimini di guerra commessi nelle ultime tre decadi, ha incoraggiato i signori della guerra fondamentalisti ad incrementare le loro leggi medievali e a farle approvare dalla mafia parlamentare.
Il popolo afgano e le organizzazioni come RAWA alzarono la loro voce contro questa scandalosa norma, ma il mondo intero e i guardiani occidentali del regime fantoccio afgano si mostrarono sordi di fronte ad un evento così grave. Se la nostra gente fosse stata sostenuta nella opposizione a questa legge vergognosa, oggi gli estremisti non potrebbero far passare così facilmente quelle disposizioni di stile talebano contro le nostre donne.
L’altra giustificazione per l’occupazione in Afghanistan è stata l’apporto della democrazia, ma anche la sola condizione in cui versano i nostri giornalisti è sufficiente per mostrare la farsa della democrazia nel nostro Paese.
Tutti i giornalisti democratici e aperti hanno vita dura e subiscono minacce di morte. Alcuni di loro sono stati uccisi dai signori della guerra o dai Talebani. Fra loro c’erano anche alcune donne come Zakia Zaki, Sanga Amaj, Shaema Razee e altre.
Nel 2002 iniziarono a diffondersi molte pubblicazioni progressiste e democratiche, ma nel corso degli anni quasi tutte hanno sospeso la loro attività a causa delle minacce e della pressione dei fondamentalisti e delle autorità. RAWA sta ancora distribuendo le sue pubblicazioni in Afghanistan segretamente, poiché i librai che diffondevano le nostre pubblicazioni sono stati arrestati e torturati. Attualmente i fondamentalisti detengono il controllo totale dei media afgani e alcuni dei più noti criminali di guerra quali Rashid Dostum, Mohammad Mohaqiq, Burnhanuddin Rabbani, Asif Mohseni, Younis Qannoni, Ata Mohammad e altri posseggono canali satellitari privati che utilizzano per fare propaganda.
Tutte le organizzazioni democratiche serie, come RAWA, non possono lavorare apertamente nel Paese e devono ancora affrontare seri problemi di sicurezza. L’esempio di Malalai Joya è lampante: l’unica voce che ha difeso la verità e ha rappresentato veramente la gente è stata espulsa dal parlamento e non è stata tollerata da quello che viene definito un “governo democratico”.
Le recenti elezioni sono un altro ottimo esempio di quanto sia ridicolo questo gioco alla democrazia: la maggior parte dei 40 candidati alle elezioni era composta da persone con un oscuro passato di crimini e atrocità commesse negli ultimi 30 anni. Indire le elezioni in uno dei Paesi più corrotti, in cui non esistono pace e sicurezza e dove i signori della guerra e i capi della mafia sono al potere, è solo una satira alla democrazia. La recente presentazione di tre donne ministro da parte di Karzai è una finta esibizione. Inoltre, almeno una di loro, Amina Alzali, appartiene al brutale partito di Jamiat Islami, coinvolto in molti crimini di guerra.
In una terra occupata che è stata trasformata in narco-stato, cambiamenti quali lo sviluppo economico e la riduzione della povertà non trovano spazio.
Negli ultimi anni la coltivazione dell’oppio ha raggiunto livelli record, con il 93% di oppio prodotto in Afghanistan. Le autorità afgane e la mafia internazionale sono coinvolte in questo traffico. Gli USA e la NATO incoraggiano indirettamente la coltivazione dell’oppio perché il controllo degli affari multi-miliardari legati alla droga è una parte del programma segreto degli USA in Afghanistan.
La corruzione in Afghanistan ha raggiunto un livello tale che ne parlano anche le stesse autorità statunitensi. Negli ultimi anni l’Afghanistan ha ricevuto dai 15 ai 20 miliardi di dollari in aiuti, ma questi soldi non sono stati utilizzati per migliorare le condizioni di vita della popolazione né per ricostruire il Paese. La maggior parte è servita a riempire le tasche delle ONG nazionali e internazionali, dei signori della droga, della autorità governative e dei signori della guerra. Nel contempo, l’85% della gente afgana vive al di sotto della soglia di povertà e alcune famiglie, per sopravvivere, sono obbligate a vendere i propri figli per pochi dollari.
Quella che vi abbiamo esposto è la vera natura della “guerra al terrorismo” degli Stati Uniti e possiamo testimoniare che stanno uccidendo migliaia di persone innocenti con la scusa di “combattere i terroristi”, mentre conducono trattative con fascisti e barbari Talebani cercando di far apparire alcuni di loro come “moderati” per condividerne il potere.
Questi atti demagogici rivelano ancora una volta alla nostra gente e al mondo intero che il governo USA e i suoi alleati in Afghanistan stanno solo perseguendo i loro obiettivi strategici, economici e politici, e spingono sempre più la popolazione nel disastro e nell’indigenza. Collocare al potere i brutali signori della guerra dell’Alleanza del Nord e rendere l’Afghanistan il centro della mafia della droga di tutto il mondo, sono stati i primi e principali scopi della politica occidentale.
Nonostante la politica di Obama sia partita con clamore e slogan di “cambiamento”, la sua nuova strategia in Afghanistan non ha nulla di positivo ed è una pessima novità per il popolo afgano.
Aumentare le truppe USA in Afghanistan non potrà assolutamente aiutare il Paese, dal momento che i militari vengono inviati solo per assicurare gli interessi del governo statunitense nell’intera area geografica e per trasformare l’Afghanistan in una solida base militare degli USA in Asia. L’uccisione di altri civili sarà il primo risultato che la nostra sfortunata popolazione dovrà vedere.
L’amministrazione Bush ha messo al potere i signori della guerra e ce li ha imposti, ma Obama sembra dipingere come “moderati” alcuni fascisti talebani e della Jihad e vuole condividere il potere con loro. Questa è un’altra presa in giro per il destino della nostra gente e trascinerà ulteriormente l’Afghanistan nelle mani dei terroristi.
Se esaminiamo la cosiddetta “nuova strategia” di Obama per l’Afghanistan, possiamo vedere chiaramente che non c’è nessuna differenza tra Bush e Obama e che entrambi si basano su quella politica guerrafondaia che non solo farà sprofondare l’Afghanistan nella tragedia, ma renderà anche tutta l’area geografica e il mondo intero meno sicuri di prima.
Fin dai suoi albori RAWA ha sempre dichiarato che nessun Paese può esportare libertà e democrazia in un altro Paese e questa realtà è oggi evidente.
Le condizioni in cui il nostro martoriato Paese ha vissuto negli ultimi otto anni hanno insegnato alla nostra gente che per liberarsi dai fondamentalisti talebani, dalla Jihad e dai loro sostenitori stranieri non c’è altra scelta che unirsi attorno a organizzazioni democratiche e libertarie e creare una forza prorompente che sradichi dal potere i criminali religiosi fondamentalisti.
RAWA crede fermamente che il ritiro delle truppe straniere debba essere il primo passo, perché attualmente, con la presenza di migliaia di militari provenienti da innumerevoli Paesi, la popolazione è sottoposta a mancanza di sicurezza, uccisioni, rapimenti, disoccupazione, stupri, acido gettato addosso alle studentesse, fame, mancanza di leggi, mancanza di libertà di parola e molti altri terribili disastri. La pace, la sicurezza, la democrazia e l’indipendenza possono essere raggiunte solo dal nostro popolo. E’ nostra responsabilità unirci e creare un’alternativa all’occupazione militare, alzarci, resistere e organizzare la nostra gente.
Attualmente il popolo afgano è schiacciato fra tre nemici: da una parte ci sono i Talebani, dall’altra i bombardamenti aerei degli USA e infine ci sono i signori della guerra dell’Alleanza del Nord dislocati in varie province. Con il ritiro delle truppe, gli afgani si libererebbero almeno di uno di questi nemici.
Infine vorrei parlarvi brevemente della nostra organizzazione: l’Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afgane (RAWA) venne fondata nel 1977 dalla nostra leader e martire, Meena, e da un gruppo di donne. RAWA è un’organizzazione indipendente e femminista che lotta per i diritti umani e per la giustizia sociale in Afghanistan. Si è opposta all’invasione sovietica e all’occupazione dell’Afghanistan dal 1979 al 1989, come ai seguenti governi della Jihad e dei Talebani, creando scuole “nascoste” per donne e ragazze afgane, pubblicando un giornale e portando avanti progetti umanitari quali servizi educativi e sanitari e attività di micro-credito finalizzate all’auto-responsabilizzazione delle donne. Fin dalla nostra nascita, a causa della nostra visione politica schietta e decisiva, abbiamo sempre dovuto affrontare problemi di sicurezza e finanziari, nonché un altro infinito numero di sfide, ma siamo determinate a portare avanti la nostra causa e continueremo la nostra battaglia contro gli assassini, i fondamentalisti, i loro servitori intellettuali e i loro padroni stranieri, senza compromessi e senza diplomazia. Inoltre, a nome della nostra maggioranza silenziosa, continueremo a denunciare gli oppressori.
RAWA ha sempre chiesto e continua tuttora a chiedere a tutti coloro che credono nei diritti umani, nella pace e nella giustizia di sostenere le forze democratiche, e non i nostri nemici. E ci sentiamo onorati nell’avere sostenitori che si sollevano a fianco del popolo afgano contro la politica errata del loro governo.