Sanità, l’ex ministro Sirchia condannato a 5 mesi dalla Corte d’appello di Milano – Adnkronos Cronaca
4 Marzo 2010Milano, 3 mar. (Adnkronos) – L’ex ministro della Salute Girolamo Sirchia e’ stato condannato questo pomeriggio dai giudici della Corte d’Appello di Milano a cinque mesi di reclusione e 600 euro di multa. La condanna si riferisce a uno degli episodi di appropriazione indebita che gli erano stati contestati per le presunte sottrazioni di denaro dalla fondazione ‘Il sangue’ di cui Sirchia era tesoriere.
Un secondo episodio di appropriazione indebita e’ stato ritenuto dai giudizi prescritto cosi’ come l’accusa di corruzione per tangenti che avrebbe ricevuto da multinazionali per appalti relativi ad apparecchiatura sanitarie a ospedali milanesi. Per entrambe le accuse, in primo grado, Sirchia era stato condannato a tre anni. Ma gia’ al termine del giudizio d’appello il sostituto procuratore generale aveva chiesto la prescrizione del reato di corruzione e aveva chiesto la condanna a cinque mesi per parte della sola contestazione dell’appropriazione indebita.
“Francamente mi aspettavo di meglio. Ma ormai siamo abituati al peggio, non c’e’ speranza“. Sono parole di rassegnazione quelle usate dall’ex ministro della Salute, Girolamo Sirchia, che commenta a caldo all’ADNKRONOS SALUTE la sentenza con cui la Corte d’Appello di Milano lo ha condannato a 5 mesi di reclusione, e a 600 euro di multa, per appropriazione indebita.
“L’ho saputo proprio ora”, spiega Sirchia. Sulla possibilita’ di presentare ricorso “non ho ancora deciso. Parlero’ con il mio avvocato e decideremo il da farsi“, risponde.
Ricordando la sentenza di primo grado, una condanna a 3 anni di carcere – che si riferiva anche a un secondo presunto episodio di appropriazione indebita e all’accusa di corruzione per tangenti, episodi ritenuti poi prescritti – l’ex ministro parla di “una vera e propria mistificazione“. La prima sentenza era stata “una condanna vergognosa“, dice. “Ora speravo andasse meglio – ripete – Pensavo di potermi risparmiare tutto questo, ma cosa vuole che dica. Non c’e’ speranza”.