Santanchè: “Prostitute nei bar”. E’ polemica

20 Marzo 2010 0 Di luna_rossa

Daniela Santanchè

Togliere le prostitute dalle strada, come fanno in Spagna dove ci sono locali idonei, ad esempio bar e ristoranti, dove ai piani superiori sono presenti delle stanze utilizzate per questo. La proposta e’ di Daniela Santanche’. E solleva subito un piccolo vespaio: non la prendono bene gli esercenti (per la Fipe, si tratta di un’offesa) ed anche il Comitato per i diritti civili delle prostitute ha da ridire (“il problema e’ il riconoscimento dei diritti”). E nel pomeriggio arriva la precisazione del neosottosegretario al ministero per l’Attuazione del programma che ritiene di essere stata mal interpretata volendo proporre l’esercizio della professione piu’ antica del mondo nei night club. Nessuna trasformazione dunque di bar e ristoranti in locali a “luci rosse”. Solo night club quindi che “dispongono di stanze dove ci si puo’ appartare e dove e’ possibile esercitare i necessari controlli”. “Credo – dice Santanche’ – che questa sia una soluzione che si puo’ applicare anche nel nostro Paese”. Del resto quello di togliere le prostitute dalla strada e dare all’esercizio della professione una regolamentazione e’ uno dei problemi che a Daniela Santanche’ sta a cuore da tempo. Tanto che l’ex parlamentare di An aveva anche avviato una raccolta di firme per abolire la legge Merlin, una linea antiproibizionista che aveva raccolto molte adesioni, anche in Parlamento. E lo stesso ministro Carfagna, sottolinea oggi Santanche’, si e’ dichiarata determinata ad appoggiare il ddl presentato in Parlamento. Il governo, a suo avviso, sta dimostrando coraggio. Quindi “e’ sbagliato pensare che dopo il caso D’Addario per il governo sarebbe impopolare varare una legge sulla prostituzione”. Il sottosegretario si dice “assolutamente convinta della necessita’ di mettere mano alla regolamentazione del fenomeno, soprattutto per liberare quelle tante donne, spesso minorenni, che sono schiave”. Ma il tema dei locali a luci rosse e’ da sempre, caldo: per la Fipe la prostituzione nei pubblici esercizi (bar e ristoranti) “porterebbe alla volgarizzazione del settore e umilierebbe esercenti che hanno ben altri valori da promuovere, danneggiando anche il sistema eno-gastronomico. E anche Pia Covre, fondatrice del Comitato per i diritti civili delle prostitute, non e’ convinta dell’idea: “il problema non e’ dove esercitare il mestiere, ma e’ il riconoscimento dei nostri diritti civili e di lavoratrici”. Non mancano le reazioni politiche. Secondo Sesa Amici, del Pd, la proposta pare piu’ uno spot da dare in pasto agli elettori che una proposta. Il governo purtroppo sul tema della prostituzione non ha mai fatto sul serio – aggiunge. – Ha annunciato misure restrittive che pero’ sono state applicate solo nei centri storici perche’ nelle nostre periferie non e’ cambiato nulla”. Duro il commento di Alessandra Mussolini, presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza:” in Parlamento risiedono importanti proposte presentate per regolare la prostituzione. E’ una vergogna solo poter pensare di legare le attivita’ commerciali con la prostituzione, a meno che qualche genio non immagini bar con un listino prezzi dove oltre a bevande e gelati si possa trovare il corpo della donna” Dunque, aggiunge, “la Santanche’ si limiti a scaldare la poltrona che ha gentilmente quanto misteriosamente ottenuto e lasci lavorare il Parlamento.

Fonte: rainews24