Un sindacato più straniero
24 Marzo 2010Oltre 5,7 milioni di iscritti (di cui 2,6 milioni di attivi e 2,9 milioni di pensionati), con una crescita dello 0,20 per cento rispetto al 2008: gli attivi crescono dello 0,84 per cento, mentre i pensionati diminuiscono dello 0,02 per cento (perchè nel 2009 sono andate in pensione meno persone). È la fotografia della Cgil scattata attraverso i dati del tesseramento 2009, alla vigilia del suo sedicesimo congresso.
A livello di categorie la crescita va nella direzione dei servizi e del terziario, con la Filcams (i lavoratori del commercio e del turismo) che aumenta i propri iscritti del 4,39 per cento rispetto al 2008, e diventa così la seconda categoria per numero di iscritti (con 372 mila iscritti) dopo la Funzione pubblica (stabile a 407 mila iscritti). Si interrompe, nonostante l’anno di crisi pesantissima, l’andamento negativo nell’industria, e la Fiom – quarta categoria nella confederazione, dopo Fp, Filcams e gli edili della Fillea – aumenta i propri iscritti dell’1,29 per cento. L’aumento più corposo è quello del Nidil, che cresce del 15 per cento, anche se su una platea di appena 41 mila iscritti. Cresce la Filt (i trasporti): del 1,51 per cento, a 152 mila iscritti; e cresce l’Flc (i lavoratori della conoscenza): del 2,19 per cento, a 191 mila tesserati. Complessivamente, nel periodo 2005-2009, gli attivi sono aumentati dell’8,25 per cento, 200 mila tesserati in più in quattro anni. Il segretario generale Guglielmo Epifani e il segretario organizzativo Enrico Panini hanno presentato i dati, ieri, con soddisfazione, anticipando un andamento positivo nel tesseramento anche per i primi mesi del 2010. «È l’altra faccia della crisi – dice Epifani – che si esplicita nel bisogno di trovare reti di protezione».
I dati presentati ieri non dicono quale sia la classe d’età dei nuovi iscritti Cgil. «Significativo», si sottolinea però, è l’aumento tra i giovani sotto i 35 anni: una crescita del 10 per cento sul 2008. Continua a crescere anche il peso degli immigrati, che rappresentano ormai il 14 per cento degli attivi: 380 mila iscritti. In gran parte sono nati in Italia – come mostra uno studio su un campione di 800 mila persone – il 32 per cento di loro ha un’età compresa tra 41 e i 50 anni, il 28 per cento ha tra 31 e i 40 anni. Le donne sono aumentate del 5 per cento. Infine, il dato territoriale, che conferma la Lombardia al primo posto per numero di iscritti (915 mila), seguita dall’Emilia Romagna (819 mila); per il resto gli incrementi più consistenti si sono registrati in Molise, Marche e Sardegna. Tre regioni battute pesantemente dalla crisi.
Presentando i dati ieri Epifani è tornato sulla necessità «di una verifica trasparente dei criteri di iscrizione per tutti i sindacati». Non è mancata una polemica tra sigle confederali. Secondo la Cisl «sugli immigrati la Cgil dà i numeri del lotto». Immediata la replica di Enrico Panini che definisce l’incursione cislina, «sgarbata e presuntuosa».
A livello di categorie la crescita va nella direzione dei servizi e del terziario, con la Filcams (i lavoratori del commercio e del turismo) che aumenta i propri iscritti del 4,39 per cento rispetto al 2008, e diventa così la seconda categoria per numero di iscritti (con 372 mila iscritti) dopo la Funzione pubblica (stabile a 407 mila iscritti). Si interrompe, nonostante l’anno di crisi pesantissima, l’andamento negativo nell’industria, e la Fiom – quarta categoria nella confederazione, dopo Fp, Filcams e gli edili della Fillea – aumenta i propri iscritti dell’1,29 per cento. L’aumento più corposo è quello del Nidil, che cresce del 15 per cento, anche se su una platea di appena 41 mila iscritti. Cresce la Filt (i trasporti): del 1,51 per cento, a 152 mila iscritti; e cresce l’Flc (i lavoratori della conoscenza): del 2,19 per cento, a 191 mila tesserati. Complessivamente, nel periodo 2005-2009, gli attivi sono aumentati dell’8,25 per cento, 200 mila tesserati in più in quattro anni. Il segretario generale Guglielmo Epifani e il segretario organizzativo Enrico Panini hanno presentato i dati, ieri, con soddisfazione, anticipando un andamento positivo nel tesseramento anche per i primi mesi del 2010. «È l’altra faccia della crisi – dice Epifani – che si esplicita nel bisogno di trovare reti di protezione».
I dati presentati ieri non dicono quale sia la classe d’età dei nuovi iscritti Cgil. «Significativo», si sottolinea però, è l’aumento tra i giovani sotto i 35 anni: una crescita del 10 per cento sul 2008. Continua a crescere anche il peso degli immigrati, che rappresentano ormai il 14 per cento degli attivi: 380 mila iscritti. In gran parte sono nati in Italia – come mostra uno studio su un campione di 800 mila persone – il 32 per cento di loro ha un’età compresa tra 41 e i 50 anni, il 28 per cento ha tra 31 e i 40 anni. Le donne sono aumentate del 5 per cento. Infine, il dato territoriale, che conferma la Lombardia al primo posto per numero di iscritti (915 mila), seguita dall’Emilia Romagna (819 mila); per il resto gli incrementi più consistenti si sono registrati in Molise, Marche e Sardegna. Tre regioni battute pesantemente dalla crisi.
Presentando i dati ieri Epifani è tornato sulla necessità «di una verifica trasparente dei criteri di iscrizione per tutti i sindacati». Non è mancata una polemica tra sigle confederali. Secondo la Cisl «sugli immigrati la Cgil dà i numeri del lotto». Immediata la replica di Enrico Panini che definisce l’incursione cislina, «sgarbata e presuntuosa».
Il Manifesto.it . 24.03.2010