Berlusconi scopre le carte Copiamo modello francese ma no al doppio turno
10 Aprile 2010Silvio Berlusconi dice sì al presidenzialismo alla francese, ma ribadisce il suo no al doppio turno. In una conferenza stampa a Parigi con a fianco il presidente francese Nicolas Sarkozy, il premier dice di volersi ispirare a modello francese senza prendere «l’intero sistema: per esempio noi non siamo per il turno unico e per l’elezione nello stesso giorno del presidente e del Parlamento». Stiamo cominciando a lavorare, non abbiamo dato nessuna notizia ufficiale», ha detto ancora Berlusconi sottolineando che per il momento quella che è stata presentata al capo dello Stato Giorgio Napolitano è una bozza. E nel pomeriggio arriva lo stop di Fini: ” «Con l’approccio, che mi sembra molto sloganistico, di scegliere un modello ‘x o ‘y rischiamo di
ripetere le vicende che abbiamo già conosciuto, cioè tante chiacchiere e pochi fatti».
«Noi guardiamo al sistema del semi-presidenzialismo francese ma in modo che sia funzionale anche in Italia, ma senza doppio turno e con elezione contestuale del presidente e del Parlamento. Ma stiamo ancora lavorando, non abbiamo preso alcuna decisione. Abbiamo fatto la cortesia al capo dello Stato di mostrargli la prima bozza, che deve essere anche discussa nelle sedi opportune dalle forze politiche di maggioranza e dai gruppi parlamentari che, a seconda di quelle che saranno le decisioni finali, le presenteranno al Parlamento dando la possibilità di discutere nella sede più appropriata».
Lo stop di Fini. «Nessuno convincerà mai non me, ma il 99% dei costituzionalisti del mondo, che è possibile il modello francese con una legge elettorale proporzionale a turno unico. Il modello funziona con una legge elettorale maggioritaria a doppio turno. Se, al contrario, si pensa che in Italia sia più opportuna una legge elettorale proporzionale a turno unico, si smetta di parlare di modello francese». Lo sostiene il presidente della Camera Gianfranco Fini, conversando con i cronisti di due agenzie di stampa in una passeggiata nel centro di Roma. «Si parli eventualmente di elezione diretta del capo dello Stato, ma non si scomodi De Gaulle, per un minimo di rispetto per quella che è la realtà costituzionale di quel Paese», osserva ancora Fini. E a chi gli chiede se non tema che in questo dibattito gli elettori rischino di non capire, il presidente della Camera replica: «Il problema non è solo farsi capire dagli elettori, ma anche di fare riforme che si presume abbiano una loro valenza e durata che va oltre la legislatura».
L`’Unita.it