Bocchino-spiato sentito dal Copasir: «Servono accertamenti»
16 Aprile 2010Un pasticciaccio. O meglio, dice un parlamentare «un pasticcino su cui tocca andare fino in fondo per chiarirne gli ingredienti». Ingredienti a dir la verità tutti dannatamente seri: sms di minacce, pedinamenti, denunce alla procura della Repubblica, richiesta di autorizzazioni alla Giunta della Camera e, ultima di ieri, la convocazione davanti ai membri del Copasir. Perché destinatari del pasticciaccio-pasticcino sono un parlamentare del calibro di Italo Bocchino, vicecapogruppo di maggioranza alla Camera, e addirittura – circostanza questa ancora meno chiara – il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Il primo, Bocchino, destinatario di un sms («bastardo agente segreto») ricevuto la sera del 31 gennaio alle 20.44 mentre era a Reggio Calabria.
Minacce che avrebbero riguardato altri due agenti dell’ex Sismi e a cui, secondo Bocchino, vanno sommati episodi di «pedinamento» che avrebbero riguardato anche il ministro Maroni (seguito da una macchina intestata all’Aise, l’ex Sismi). Dopo qualche giorno di galleggiamento della notizia tra le cose risibili e quelle serie, ieri il fatto ha trovato posto tra le cose possibili. E quindi da verificare come hanno cominciato a fare la procura della Repubblica di Reggio Calabria e il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (Copasir) presieduto da Massimo D’Alema. Il procuratore Pignatone ha chiesto e ottenuto dalla Camera il via libera per avere i tabulati del cellulare dell’onorevole Bocchino «limitatamente al periodo compreso tra le ore 20 e le ore 21 del 31 gennaio» per identificare «la cabina telefonica da cui è partito il messaggio, mezzo di pagamento e utilizzatore». Il Copasir ieri ha sentito per un’ora e mezza l’onorevole Bocchino.
Audizione al termine della quale è stato deciso, come ha detto Gaetano Quagliarello (Pdl), che ci saranno «ulteriori e necessari approfondimenti». Anche perché, ha aggiunto Ettore Rosato (Pd) «compito del Copasir è vigilare affinché non ci siano deviazioni nei servizi». Eccola qua la parola proibita: schegge di apparati che obbediscono a fini non leciti. Pronunciata dallo stesso Bocchino: «Esistono elementi che possono far pensare che tra gli 007 ci sia qualcuno sconfina in un’attività di controllo di soggetti istituzionali». Lo dice un parlamentare che è stato membro del Copasir. Lo ripete Briguglio, ex di An come Bocchino, e membro attuale del Comitato: «Bocchino è stato vittima di attenzione illegale da parte di un pezzo dei servizi». Il Dis di Gianni De Gennaro, che controlla tutta l’intelligence, scrive comunicati per dire che «non risulta nulla». E che comunque «assumerà informazioni». Il sospetto è anche questo sia il prodotto dell’aria mefitica tra ex Fi e ex An. Per di più con un finiano come Bocchino.