Bologna, cassintegrato si impicca: paura di non riuscire a mantenere la famiglia – Il Messaggero
18 Aprile 2010Bologna, cassintegrato si impicca: paura di non riuscire a mantenere la famiglia – Il Messaggero.
BOLOGNA (17 aprile) – M. F., 44 anni della provincia di Matera si è impiccato nel garage di casa sua a Marmorta di Molinella, in provincia di Bologna. In cassa integrazione era ossessionato dalla paura di non riuscire a mantenere la famiglia.
L’uomo si era trasferito in Emilia Romagna circa dieci anni fa proprio per lavoro. Era un operaio della ditta Nuova Renopress di Budrio che ha lasciato a casa più di cento operai. Lascia la moglie e due figlie di 6 e 13 anni.
A scoprire il corpo dell’uomo è stato – assieme al cognato – un vicino di casa, anche lui dipendente in cassa integrazione nella stessa azienda del suicida. «Può essere successo solo per colpa del lavoro, non avevamo nessun altro problema», ha detto ai carabinieri e a Repubblica – che riporta la notizia nell’edizione bolognese – la moglie dell’operaio. «Non doveva farlo, insieme avremmo risolto tutto, avevamo tanti amici».
Lavorava alla Nuova Renopress di Budrio, azienda che produce ricambi per auto protagonista di una battaglia sindacale che dura dal 2008 e riguarda 106 operai, che nelle settimane scorse hanno raccontato la loro storia a Rai per una notte con Michele Santoro. Per guadagnare qualcosa, M.F. cantava di sera in qualche locale della zona, dove organizzava anche il karaoke, e intanto aveva spedito diversi curriculum alle aziende.
Ieri mattina un’azienda, riferisce Repubblica, ha chiamato a casa dell’operaio per proporre un colloquio; ha risposto un familiare dell’uomo, mentre in casa c’erano già i carabinieri e i sanitari del 118, che hanno potuto solo constatare il decesso. Ieri mattina l’operaio ha accompagnato la figlia più piccola all’ asilo, poi è sceso in garage, ha preso una corda che la bimba utilizzava per saltare e giocare e si è impiccato. La moglie in quel momento stava facendo le pulizie da una signora che abita nella stessa via. Secondo i carabinieri l’uomo non avrebbe lasciato messaggi.
In ambienti sindacali c’è cautela sull’ipotesi che il suicidio sia stato provocato dalla crisi aziendale. «Sicuramente soffriva, aveva problemi come gli altri operai della Renopress e sicuramente questa situazione non ha aiutato – ha commentato un funzionario Fiom della zona di Budrio, Predo Pucci, a Il Bologna – ma ci andiamo con i piedi di piombo, non possiamo dire che è stata la causa scatenante. C’era la cassa a rotazione, lui era ai forni e riusciva a lavorare un pò di più, ma comunque la situazione era pesante. Abbiamo un grande dolore e stiamo in contatto con la famiglia».
Il segretario generale della Uil Basilicata, Carmine Vaccaro ha detto che «il suicidio è maturato in un clima di paura di non farcela ad arrivare a fine mese, tanto più che come accade per numerosi cassaintegrati di tutte le regioni italiane, nonostante un recente accordo al Ministero del Lavoro per la proroga della cig, c’è sempre da aspettare prima di ricevere i soldi». Per la Uil Basilicata, «i lavoratori che beneficiano degli ammortizzatori sociali non possono vivere con l’ansia di non farcela per le spese quotidiane della famiglia. È per questo che il nostro dolore è ancora più lacerante perchè uno dei tanti cittadini lucani ha abbandonato il suo paese per conoscere finalmente la dignità del lavoro, quella dignità che gli è stata strappata dopo pochi anni nei quali ha costruito gli affetti di una famiglia. E non si dica che il sindacato non ha messo in guardia sugli effetti psicologi della perdita del lavoro. Lo abbiamo fatto soprattutto quando le proteste degli operai hanno assunto aspetti estremi e di pericolo della vita degli stessi e continueremo a farlo perchè si diano serenità e certezza di diritti ai tanti cassaintegrati».