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4 Aprile 2010 0 Di ken sharo

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Genova. Dopo il caso Damonte, parte l’effetto “domino” sul centrosinistra

martedì 30 marzo 2010
partito l'effetto La ‘ndrangheta non è ottusa come la politica ligure e forse per questo riesce ad identificare e consolidare rapporti con gli uomini dei diversi schieramenti e partiti, trasversalmente, per fare i suoi affari (e come abbiamo visto anche l’Idv non è un partito impermeabile, anzi).
Non sono ottusi e se sentono puzza di bruciato cambiano qualche cavallo, così da garantirsi quel che vogliono, attraverso le connivenze e contiguità dei candidati e politici non chiacchierati o compromessi.
Così come prevedibile, quindi, dopo la denuncia pubblica della Casa della Legalità sulla campagna elettorale per Cinzia Damonte, candidata dell’Idv, da parte del boss Onofrio Garcea, hanno cambiato cavallo e mollato l’ormai “bruciata” Damonte (che invece Di Pietro continua a difendere).
Se questa novità è, diciamo, scontata, quello che è sensazionale è che si è aperto l’effetto “domino”, che conferma le fondamenta compromesse, poggiate su ricatti incrociati e tipici atteggiamenti e metodi mafiosi, per cui c’è un qualcuno che sta al gioco sporco ma se scoperto e accantonato ci mette cinque minuti a sputtanare i suoi compari per cercare di intimidirli o per far capire che non conviene loro scaricare chi, del gruppetto, è caduto in disgrazia. Vediamo con ordine…

‘Ndrangheta condiziona il voto in Liguria
Scritto da Ufficio di Presidenza
lunedì 29 marzo 2010
I candidati presidenti al voto (foto ilsecoloxix.it)

Non solo in Calabria, ma anche in altre regioni, a partire dalla Liguria, la ‘ndrangheta ha condizionato il voto.
In Calabria, dove in tutti gli schieramenti in campo la ‘ndrangheta aveva i suoi uomini, Angela Napoli, parlamentare della Repubblica e componente della Commissione Antimafia ha deciso di non votare per non essere complice nel legittimare un voto condizionato dalle cosche.
In Liguria, la ‘ndrangheta, ha saputo costruirsi – con i boss delle cosche e con le società delle famiglie mafiose dal “colletto bianco” infiltrate nell’economia – una rete di rapporti con candidati alle elezioni regionali di diverse liste, dall’Udc al Pdl, passando per il Pd ed ancora sino all’Italia dei Valori…

Genova, ‘ndrangheta e Idv – Perche’ Di Pietro mente?
Scritto da Ufficio di Presidenza
domenica 28 marzo 2010
Cinzia Damonte (IdV) e il boss Onofrio GARCEAPubblichiamo la trascrizione di un delirante minestrone di menzogne di Antonio Di Pietro sulla questione della candidata in Liguria dell’Italia dei Valori – Lista Di Pietro alle elezioni regionali 2010, Cinzia Damonte, su cui si è profuso l’impegno di promozione e raccolta voti del boss della ‘ndrangheta Onofrio GARCEA.
Di Pietro mente ed è quindi necessario non solo rispondergli e smontare le menzogne punto su punto, ma anche porsi due domande: perché nega i fatti? cosa c’è dietro a questo arrampicarsi sugli specchi per sostenere l’indifendibile?
La questione dell’influenza della ‘ndrangheta alle elezioni genovesi e liguri non è una novità, Di Pietro dal 2 maggio 2009, tra l’altro, ha in mano un estratto del rapporto della GdF (peraltro ampiamente pubblicato in rete oltre che dagli organi di stampa) che gli consegnammo a Bologna, dove compare proprio il nome di GARCEA, unitamente ai MAMONE, STEFANELLI ed altri. In allora lo avvisammo che uno dei punti di contatto politica-cosche era dirigente divenuto dell’IdV in Liguria, lui (Di Pietro) disse “abbiamo ritenuto opportuno così” ed oggi, a Genova, la ‘ndrangheta fa votare per l’Italia dei Valori.
Leggete voi la dichiarazione di Di Pietro e la risposta. Riflettete e valutate i fatti, buona lettura…

Cinzia Damonte, il boss e l’ex trafficante d’armi fidanzato
Scritto da Ufficio di Presidenza
sabato 27 marzo 2010
Il boss a capotavola, la damonte alla sua sinistra e l'ex  trafficante d'armi in piediLa risposta di Di Pietro è stata di difesa di Cinzia Damonte per quanto noi ed altri (Repubblica, Espresso, MicroMega, il Fatto) abbiamo denunciato (vedi qui). Di Pietro ha scritto sul suo blog che la Damonte proviene dalla società civile, nel senso che è nuova alla politica e che c’è solo “una foto”. Di Pietro che non è un ingenuo e che se non è un fesso prima di scrivere si è informato bene (altrimenti che credibilità ha?) dice delle falsità assolute.

La prima cantonata di Di Pietro è di Cinzia Damonte novella della politica proveniente dalla società civile. Infatti la Damonte non viene dall’impegno sociale, ma dai partiti, dalla politica e dall’amministrazione pubblica. Si era candidata in una lista civica senza riuscire ad essere eletta, quindi si candida alle successive elezioni con la lista ad Arenzano dei Ds che porta Luigi Gambino a Sindaco. Poi scoppiano i casini delle concessioni edilizie e Gambino la nomina assessore all’urbanistica. Quando il Comune di Arenzano rischia lo scioglimento coatto vi sono le dimissioni che portano allo scioglimento anticipato e si torna al voto. La Damonte è di nuovo candidata con Gambino ed i Ds, viene rieletta e torna assessore all’urbanistica. Poi passa a Sinistra Democratica, una formazione più piccola dove è più facile emergere. Dove sia quindi una novella della politica ci piacerebbe davvero capirlo!

La seconda cantonata, quella sulla singola foto di cui parla Di Pietro la vediamo per ultima, dando spazio, a questo punto ad una panoramica più ampia sulla Damonte ed il suo contesto, così che sia chiaro quanto sia devastante la questione politica apertasi e che Di Pietro non vuole affrontare, perché, lo dice lui, va tutto bene così!

Procediamo quindi a vedere e approfondire, ed innanzitutto constatiamo che…

Genova, quando la ‘ndrangheta vota IdV
Scritto da Ufficio di Presidenza
mercoledì 24 marzo 2010
AGGIORNAMENTO IN CODA AL 26.03.2010, con articolo di REPUBBLICA,
ESPRESSO, MICROMEGA, IL FATTO e nuove FOTO della Casa della Legalità
e ancora: le bufale della DAMONTE, l’omertà della politica e la posizione
di DI PIETRO che difende la DAMONTE

il boss Orlando GARCEA e la candidata DAMONTE
il boss della ‘ndrangheta ONOFRIO GARCEA distribuisce alla cena elettorale
dei calabresi i volantini elettorali della signorina che ha accanto:
CINZIA DAMONTE dell’Italia dei Valori – Lista Di Pietro

Ricordate il senatore Di Girolamo con il boss Pugliese della ‘ndrangheta, in posa, uno accanto all’altro? Bene. Pesavate che questo fosse solo un caso isolato? Pensavate che potesse avvenire solo in alcune parti del Paese? Pensavate male. Le mafie fanno affari, li fanno nei territori, a partire dai piccoli Comuni per salire, passando dalle Regioni. Non guardano al colore politico, le mafie… I boss sono pronti ad allearsi con chi accetta di lavorare per gli interessi delle cosche. La recente denuncia di Angela Napoli sul nuovo asse in Calabria tra centrodestra e ‘ndrangheta lo hanno confermato. La ‘ndrangheta può condizionare il voto, così come Cosa Nostra e le Camorre. E non c’è nessun partito che possa tirarsi fuori e dire io non c’entro… nemmeno l’Italia dei Valori di Di Pietro. Ed è così che dopo l’ombra della ‘ndrangheta sulle elezioni amministrative a Genova nel 2007, adesso si ha la prova immortalata nei fotogrammi della Casa della Legalità, su come la ‘ndrangheta influenza il voto per le elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010 in Liguria.
Ieri sera…

Quella sporca “decina”… le evoluzioni in Cosa Nostra a Genova
Scritto da Ufficio di Presidenza
mercoledì 24 marzo 2010
il boss Rosario CACI della

Dopo i conflitti alle famiglie siciliane a Genova, a partire da Terra di Nessuno con la famiglia CANFAROTTA e 5 milioni di beni sequestrati per arrivare alle misure di prevenzione a carico di Antonino LO JACONO, numero due clan di Piddu MADONIA, nella sua “terra” dell’alta Valpolcevera, la struttura della “decina” che faceva capo a Daniele EMMANUELLO continua ad evolversi…

E se non bastasse, sul segugio Paladini… ed i margheritini
Scritto da Ufficio di Presidenza
lunedì 22 marzo 2010
Atto secondo, in attesa delle risposta alle 10 domande pubbliche

con Burlando, viaggio in Cina, Tiezzi e Paladini

Giovanni Paladini arriva nell’Italia dei Valori nel 2008. Ci arriva ed è boom di tessere. Dopo l’arrivo del suo gruppo giungono nel partito di Di Pietro migliaia di tesserati, ed in Liguria gli iscritti passano dall’ordine delle centinaia a quello delle migliaia.
Da dove viene Paladini? Dalla Margherita, per cui è, in quel momento, uno dei consiglieri regionali in Liguria, insieme all’altro uomo politico di peso, Rosario Monteleone (ora nell’Udc, ma anche lui sempre fedelissimo, come Paladini, a Claudio Burlando con il suo blocco di potere)…

Sul Paladini dell’Italia dei Valori (che si risente), rispondiamo e poniamo 10 domande
Scritto da Ufficio di Presidenza
giovedì 18 marzo 2010
Merylin Fusco e Giovanni Paladini

Di seguito, in merito all’articolo che pubblicammo il 14 ottobre 2009 Italia dei Valori, news dalla Liguria, abbiamo ricevuto una diffida che, naturalmente, pubblichiamo con risposta punto per punto ed aggiungendo 10 domande all’On. Giovanni Paladini (Italia dei Valori – Lista Di Pietro) aspettando una sua risposta, e ribadendo che noi siamo pronti a rispondere in ogni sede…

Attivo tra la via Emilia e il west, arrestato latitante a Crotone
Scritto da Ufficio di Presidenza
martedì 16 marzo 2010
Manfredi Pasquale, beccato!Non hanno scampo i mafiosi, uno dopo l’altro finiscono dentro, lo sappiano e ci pensino… ma soprattutto ci pensino anche quei “professionisti” che curano gli interessi dei mafiosi, al sud come al nord, e ci pensino i cittadini che possono, collaborando con i reparti dello Stato, far spazzare via una volta per tutte la holding mafiosa.
Oggi è stata la volta di Pasquale MANFREDI, 33enne, tra i cento latitanti più pericolosi d’Italia. Quando scattò l’Operazione PANDORA riuscì a sottrarsi all’arresto, ma nelle prime ore di questo 16 marzo 2010, a Crotone, in Via Kennedy, l’esponente di spicco della cosca NICOSCIA-MANFREDI di Isola Capo Rizzuto, è stato arrestato dalla squadra mobile di Crotone e dallo SCO. Il MANFREDI, killer della ‘ndrangheta, responsabile anche degli omicidi di Carmine ARENA e Pasquale TRIPODI, ha tentato di fuggire anche questa volta, dal tetto, ma è finito dove doveva finire: in carcere! Adesso il suo nick su Facebook, “Scarface”, non gli servirà più per tenere i contatti con i suoi sodali. Finisce così anche questo signore degno, come gli altri mafiosi, del peggior disprezzo sociale. Fine corsa quindi a Crotone, ma attivo, con la cosca, tra la via Emilia e il west, dove hanno trovato terreno fertile, visto il radicamento in terra emiliana e di Lombardia, a Pavia, dove avevano allestito anche una scuola di guerra.
Del Pasquale MANFREDI si parla ampiamente nel libro “Tra la via Emilia e il Clan”. In particolare nel quinto capitolo “Emilia, terra di ‘ndrine, estorsioni, armi e droga” che approfondisce, grazie alle risultanze delle attività investigative e giudiziarie, le attività criminali e di inquinamento ed infiltrazione nell’economia delle famiglie mafiose degli ARENA e NICOSCIA, e che parte così: E’ il 20 novembre 2009 quando il Gip di Catanzaro fa scattare l’Operazione contro le cosche della ‘ndrangheta degli ARENA e NICOSCIA, da lungo tempo radicate nel nord Italia…”.
Pubblichiamo qui di seguito alcuni brevi estratti di questo lungo capitolo del libro (disponibile sul sito legalitabooks)…

Liguria, vanno in piazza contro i piduisti e candidano un piduista, e se scoprissero che Burlando…
Scritto da Ufficio di Presidenza
sabato 13 marzo 2010
Claudio Burlando...

Leggiamo su “Il Secolo XIX web” che: “Il Pd ligure – ha detto Basso (segretario regionale e candidato, ndr) – è sceso in piazza a fianco del popolo viola per difendere la Costituzione italiana…” Infatti proprio in Liguria il Pd candida Michele Fossa, piduista, già assessore alla sanità della giunta di Alberto Teardo. Ma che facce hanno??? E’ davvero curioso vedere il popolo “libero” e “indipendente” scendere in piazza contro il “regime piduista” con chi resuscita i piduisti! Insieme al PD, sinistre varie vi era anche l’Idv di Di Pietro, che già cercò di canidare a Genova un alto esponente della P2, coinvolto nel tentato Golpe Borghese, alias Filippo De Jorio (e poi ne candidò uno in Sardegna, Giuseppe Aleffi).
Tra gli slogan nazionali della manifestazione di oggi ricorrevano, inoltre, quelli che richiavano Sandro Pertini… ma Pertini si scagliò senza mezzi termini contro il clan Teardo (che poi sarà condannato) mentre Craxi lo difendeva e proprio quando scoppiò lo scandolo P2 disse (senza tentennamenti e senza sconti nemmeno ai socialisti di Savona, tra cui Teardo): “Nessuno può negare che la P2 sia un’associazione a delinquere”.
Intanto il popolo continua a bere e mangiare popcorn come al cinema e non si accorge che i due POLI non sono alternativi ma semplicemente COMPLEMENTARI, dove non arriva l’uno arriva l’altro, tenendo fede al copione che li mostra in pubblico sulle barricate ed in privato nella grande comune orgia del Potere.
E visto che l’illegalità è patrimonio condiviso dai due schieramenti – e basterebbe leggere le carte che escono dalle inchieste (tutte e non solo una parte, non solo le parti che fanno comodo) dalla Liguria, alla Puglia, dalla Campania alla Toscana e così via – si dovrebbe capire che stando dentro al “sistema” le cose non le si cambia. Pensate un attimo se mai un medico, davanti ad una grave patologia dicesse al paziente, per farlo stare tranquillo di non curarsi, che poi tutto passa? Il paziente davanti alla “favoletta” avrebbe un solo destino: la morte!
Chissà poi cosa direbbero se scoprissero che Claudio Burlando, candidato alla Presidenza della Regione Liguria (senza primarie ed acclamato dalle nomenklature che passano dall’Udc a Rifondazione & C, passando per l’Italia dei Valori e la cd. “società civile”) oltre ad essere il nome ricorrente nelle indagini locali (Sanità, Appalti, per arrivare agli amici (suoi) come i Mamone) è anche coinvolto in un indagine della Procura di Milano per il Porto di Lavagna del vecchio Jack Roc Mazreku?
Pare anche che il popolo che scende in piazza per il “rispetto delle regole” si sia anche scordato che la vergogna delle firme taroccate per la presentazione delle liste alle prossime regionali, in Liguria, non è solo quella del Pdl e alleati, ma anche del Pd e alleati.
Di seguito alcune nostre rifressioni di questi giorni che spiegano perchè non abbiamo aderito ad alcuna manifestazione ed una nota di uno degli esponenti del Popolo Viola di Genova che si è ritrovato in piazza partiti e politici che cercavano di mettere la loro etichettina ed inglobarsi la mobilitazione di quandi sono scesi in piazza da cittadini indipendenti e liberi… forse i Partiti e politici locali erano convinti che anche a Genova ci fosse un Mascia pronto ad assecondare gli interessi di partito… e certamente ce ne sono di Mascia, tra i politici e gli emissari di partito, innestati in questo movimento, ma hanno vita un po’ dura per i loro disegni, speriamo non solo oggi. Bisognerà solo vedere se il popolo Viola di Genova saprà affermare la propria indipendenza e tenere (o mettere) fuori dalla porta partiti e politici (e colonizzatori mascherati)…