Emergency, Afghanistan precisa: “mai detto di un legame degli italiani con al Qaida”
12 Aprile 2010 0 Di luna_rossaIl portavoce di Helmand: mai detto di un legame dei tre italiani con al Qaida. Smentito il Times.
ANSA 12 aprile, 11:30
KABUL – L’inchiesta dei servizi di informazione afghani sulla vicenda delle armi rinvenute nell’ospedale di Emergency a Lashkar-Gah (provincia di Helmand) e sul fermo di nove persone, fra cui tre italiani, è ancora in corso. Lo ha dichiarato all’ANSA il portavoce del ministero dell’Interno a Kabul. Ieri sera almeno due responsabili delle comunicazioni del governo di Helmand hanno dichiarato che “gli italiani hanno confessato la loro partecipazione al complotto per uccidere il governatore Goulab Mangal”. “Non posso formulare alcuna dichiarazione perché le indagini continuano – ha detto Zamaray Bashary – e per il momento non si può fare alcuna ipotesi sugli sviluppi della vicenda”.
PORTAVOCE HELMAND, MAI DETTO ITALIANI CON AL QAIDA – “Il Times di Londra mi ha citato in modo sbagliato, soprattutto per il riferimento di un legame fra gli italiani ed Al Qaida, ed oggi ha chiesto scusa”: Lo ha dichiarato oggi all’ANSA il portavoce del governo di Helmand, Daud Ahmadi. “Tutto quello che ho da dire è quello che ho dichiarato il primo giorno, e non aggiungo altro perché le indagini sono ancora in corso”. Annunciando l’arresto di nove persone, Ahmadi aveva precisato che le armi trovate nell’ospedale di Emergency servivano per un complotto pro-talebani teso fra l’altro ad uccidere il governatore Goulab Mangal. Commentando poi la visita dell’ambasciatore italiano Claudio Glaentzer, il portavoce ha detto che il diplomatico ha incontrato il governatore Mangal a cui ha ribadito “la fiducia delle autorità italiane nelle leggi afghane”, chiedendo comunque “una accelerazione delle indagini per poterne conoscere i risultati al più presto”. “Comunque spetta al governo centrale – ha concluso Ahmadi – decidere se rilasciare i tre fermati in Helmand o trasferirli a Kabul”.
AFGHANI: ITALIANI CONFESSANO.; STRADA, E’ BUFALA – I tre italiani di Emergency arrestati dai servizi segreti afghani nell’ospedale di Lashkar Gah, nel sud del paese, ”hanno confessato” le loro responsabilita’ nel complotto per uccidere il governatore della provincia di Helmand. Con il governo di Kabul che per tutta la giornata ha ridimensionato il ruolo di Marco Garatti, Matteo Dall’Aira e Matteo Pagani, e’ ancora l’entourage del responsabile provinciale Gulab Mangal a rilanciare pesantemente le accuse nei confronti dei tre italiani. Parole che il ministro degli Esteri Franco Frattini non conferma sostenendo che ”bisogna” ancora ”accertare la verita”’. ”Prego che non sia vero, sarebbe una vergogna per l’ Italia. Ci sono dei fatti, sono state trovate armi molto pericolose in un ospedale gestito da Emergency. Noi tutti vogliamo conoscere la verita’ e la vogliamo conoscere il prima possibile”.
Gino Strada bolla invece le accuse come l’ennesima ”bufala”. ”Il governatore – aggiungono da Emergency – non ha alcuna credibilita”’. E si fanno sentire anche i familiari dei volontari, sostenendo che ”non e’ possibile” una confessione e dicendosi ”amareggiati” per il ”silenzio dello Stato”. Secondo il portavoce di Mangal, Daoud Ahmadi, ”tutti e 9 gli arrestati hanno confessato, ammettendo che che c’era un piano per compiere attentati suicidi negli affollati bazar e nel compound del governatore, che volevano uccidere”’. Piu’ preciso Wahidhullah, un consigliere del responsabile della provincia di Helmand: ”Nel corso degli interrogatori, i contorni del complotto sono emersi con chiarezza, cosi’ come e’ emerso il fatto che per realizzarlo un italiano, Marco Garatti, avrebbe ricevuto denaro dai talebani”. Wahidhullah ha poi spiegato che il gruppo aveva mimetizzato armi ed esplosivo tra il materiale medico in una delle stanze dell’ospedale. ”Il governatore – ha aggiunto – di solito si intrattiene con le vittime nell’ospedale di Emergency per portare assistenza e denaro. Era previsto che in una delle prossime visite, dopo aver lasciato le sue guardie del corpo all’esterno dell’ospedale, Mangal avrebbe trovato a sorpresa nella sala, dove erano ricoverati i feriti, i talebani armati per ucciderlo”. A complicare ulteriormente le cose arriva anche l’altra accusa, rilanciata dalla Cnn on line: sarebbero loro ad aver assassinato l’interprete di Daniele Mastrogiacomo (il giornalista di Repubblica rapito nella provincia), Adjmal Nashkbandi. Le dichiarazioni arrivate da Kabul per tutta la giornata erano pero’ di tutt’altro tenore. Le autorita’ avevano infatti assicurato all’ambasciatore Claudio Glaentzer – che ha visto i tre italiani trovandoli in buone condizioni – un’indagine ”rapida e rigorosa” garantendo la tutela dei loro diritti. E il portavoce del ministero degli Interni, Zamarai Bashary, si era spinto anche oltre: la vicenda va trattata con ”prudenza” perche’ ”quello che si vuole sapere e’ come quel materiale e’ entrato nell’ospedale”. Quel che e’ certo e’ che a questo punto la situazione del medico, dell’infermiere e del tecnico di Emergency si complica.
Il ministro degli Esteri Franco Frattini, nel colloquio avuto con il suo omologo afghano Zalmay Rassoul ha rinnovato la piena fiducia negli investigatori. ”Da italiano – ha poi detto – prego veramente che non ci sia alcun italiano che abbia direttamente o indirettamente compiuto atti di questo genere. Lo prego davvero di tutto cuore, perche’ sarebbe una vergogna per l’Italia”. Frattini ha risposto anche a Gino Strada, che ha rinnovato le critiche alla missione italiana impegnata in Afghanistan e al ruolo svolto dai militari. ”Le sue dichiarazioni avevano il sapore di dichiarazioni politiche e non di quelle di un medico che vuole salvare la vita alla gente. Noi lavoriamo per la pace e non certo per portare la guerra”. Emergency dal canto suo respinge tutte le accuse, liquidando le parole del governatore come una ”bufala priva di ogni credibilita”’ ma soprattutto rilancia la tesi della ”guerra preventiva” contro un ”testimone scomodo”. ”I nostri medici sono stati rapiti da Karzai” ha attaccato Gino Strada in una conferenza stampa a Milano, che ha avviato una ”operazione di guerra preventiva” contro un ”testimone scomodo” come Emergency, ”prima di dare il via ad un’offensiva militare in quelle regioni”. Gli ospedali di Emergency, e’ la tesi del suo fondatore, ”danno fastidio non solo al governo Karzai ma anche all’Isaf, perche’ denuncia come la guerra al terrorismo stia in realta’ facendo tantissime vittime tra i civili, soprattutto tra le donne e i bambini”. Dunque ”e’ tutta una montatura, con un regista – accusa Strada – che non e’ solo afghano”. Parole che sembrano rivolte anche alla Nato, che sabato ha negato di aver partecipato al blitz nonostante un video ”mostri come nell’ospedale fossero presenti anche i soldati della coalizione”. La verita’, conclude Strada, ”e’ che dopo le ultime azioni di guerra, Emergency ha chiesto l’apertura di un corridoio umanitario per consentire l’evacuazione dei feriti: hanno fatto un cordone, che chiamano stranamente sanitario, che non consente di farli arrivare ad una struttura sanitaria”. Tesi che trova qualche conferma in diversi analisti in Afghanistan: da tempo l’ospedale di Emergency a Lashkar Gah non riscuoteva la simpatia del governo dell’Helmand. E a febbraio, durante l’operazione militare ‘Moshtarak’, i responsabili dell’ospedale avevano accusato i militari afghani e stranieri di impedire ai civili di farsi curare all’ospedale. In attesa che si faccia chiarezza, i tre italiani sono detenuti in celle separate in una struttura della Direzione nazionale della sicurezza (Nds) alla cui guida c’e’ Amrullah Saleh, uomo dai metodi spicci addestrato dalla Cia fin dai tempi in cui l’Alleanza del Nord combatteva contro i talebani al potere.