Emergency e la regola del macellaio di Testaccio
16 Aprile 201016 aprile 2010 – Di Marco Stefano Vitiello
I gravissimi fatti di Lashkar Gah certamente meritavano e meritano tutta l’attenzione possibile, mediatica e civile, eppure, ancora una volta, gli argomenti messi in campo e le modalità con cui sono stati affrontati evidenziano lo stato di confusione e di improvvisazione in cui si trovano i professionisti dell’informazione.
Ciò che ai più sembrava un chiaro e gravissimo episodio di ritorsione nei confronti di testimoni “scomodi”, si è velocemente e malamente trasformato in un dibattito ideologico sulla qualità politica di Emergency, dando il via ad una campagna di disinformazione nel più perfetto stile mafioso.
Non potendo eccepire alcunché sui dati ufficiali delle cure mediche e chirurgiche prestate dall’organizzazione nei suoi ospedali, i sostenitori della missione militare italiana in Afghanistan (e più in generale, i guerrafondai) hanno messo in campo gli argomenti più astrusi per sostenere la tesi che Emergency, in realtà, fiancheggia di fatto il terrorismo internazionale.
Il culmine è stato raggiunto ieri sera, durante la puntata di Anno Zero dedicata in parte ai nostri connazionali sequestrati.
Edward Luttwak, economista e saggista statunitense, ben conosciuto per le sue pubblicazioni sulla strategia militare e le sue posizioni apertamente imperialiste, ha violentemente attaccato le ONG e Gino Strada, sostenendo non solo l’inutilità del loro operato ma persino la connivenza con banditi e terroristi, con il conseguente danno per le azioni militari in corso.
Chi volesse ascoltare tutte le demenziali argomentazioni del “consulente” del Centro Internazionale per gli Studi Strategici di Washington, può andare sul sito di Anno Zero e valutare la freddezza con cui il sostenitore di un atteggiamento duro e provocatorio (ben esemplificato dal saggio “Give war a chance”, nel quale suggerisce l’inutilità delle missioni di pace, in quanto queste faciliterebbero il riarmo della fazione più debole), insulta l’intelligenza, l’esperienza e la buona fede di Gino Strada, senza battere ciglio.
Ovviamente ha riscosso il consenso del ministro della Difesa Ignazio La Russa ma, purtroppo, una del tutto inefficace reazione degli altri presenti (Concita De Gregorio, Antonio Di Pietro, Marco Travaglio e lo stesso Strada).
Non voglio entrare nel merito delle questioni ideologiche che meritano più ampi approfondimenti e lunghi dibattiti, a partire dal rispetto dell’art. 11 della nostra Costituzione fino alla presunta necessità di una politica estera pragmatica.
Mi limito a ricordare la regola di un nobilissimo macellaio romano che, nel suo antico e storico negozio del popolare quartiere di Testaccio, aveva affisso una lapide in marmo con la scritta in puro dialetto: “Nun semo romanisti e nimmanco laziali, semo solo bravi macellai” .
Nella sua semplicissima e trasparente onestà intellettuale, quel commerciante affermava il suo diritto a tagliare fettine e bistecche, di ottima qualità, senza essere tirato per il grembiule dentro a questioni che esulavano dal suo mestiere.
A pensarci bene, quella regola vale per tanti mestieri e per tante professioni: quale notaio chiederebbe al suo cliente per chi vota prima di firmare un rogito?
Quale pizzaiolo si informa sull’identità sessuale di un cliente prima di sfornargli una margherita o una quattro stagioni?
E quale avvocato si cura di sapere se il suo assistito è veramente innocente?
E infine, non sono proprio i giornalisti ad invocare l’esercizio libero della professione, indipendentemente dal colore politico del loro editore?
Insomma, nel caso specifico di Emergency, non sarebbe stato meglio e più fruttuoso limitarsi ad affermare il semplice e sacrosanto diritto dovere di ogni medico a curare i pazienti indipendentemente da qualsivoglia altro elemento di “disturbo”?
E’ esattamente ciò che fa Emergency da sempre, senza cedimenti alle lusinghe di sponsor, politici ed economici, interessati a tutto fuorché alla salute dei più disperati.
La confusione e la disinformazione create ad arte in questi giorni sono un ennesimo, chiaro, forte segnale, molto preoccupante, della barbarie verso la quale rischiamo di finire e contro la quale gli Italiani devono assolutamente combattere.