Il divorzio di Milano dagli alberi di Piano – Milano
22 Aprile 2010Il divorzio di Milano dagli alberi di Piano – Milano.
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Il disegno di Piano |
MILANO — Il divorzio c’è stato, indubbiamente. Da una parte il maestro Claudio Abbado e i suoi novantamila alberi come compenso per tornare a dirigere alla Scala dopo 24 anni d’assenza (appuntamento già fissato il 4 e il 6 giugno) affiancato da Renzo Piano, l’uomo del Beaubourg e dell’Auditorium di Roma, che quegli stessi alberi avrebbe dovuto collocare (i primi avrebbero dovuto essere 220 frassini lungo l’asse via Dante-Castello-Cordusio). Dall’altra, il Comune di Milano (con tutti i suoi tecnici) da sempre assai critico, più o meno velatamente, nei confronti del progetto di Piano.
Mercoledì, a quanto pare, lo stop definitivo che ha portato Piano a dire: «Non ci sono più le condizioni per andare avanti». E questo perché, secondo il Comune, il progetto (che avrebbe dovuto prendere il via nella primavera 2011 e concludersi nel 2015) potrebbe essere realizzato solo trovando gli sponsor, «una ricerca di cui si dovrebbero però occupare direttamente» (per l’appunto) Piano, Abbado e il loro Comitato (dove compaiono il giurista Guido Rossi, l’ingegner Giorgio Ceruti, l’architetto Alessandro Traldi, il paesaggista Franco Giorgetta, la coordinatrice Alberica Archinto).
Piano, a questo punto, avrebbe dunque detto basta. Anche se il Comune non sembra così drastico: «Il progetto è davvero troppo oneroso, la situazione economica attuale non lo permette e non vogliamo esporci a facili critiche». Ma, allo stesso tempo, il sindaco di Milano Letizia Moratti si dice «disponibile a piantare quei 150 alberi destinati al “cuore” della città» ( una piccola parte della tranche iniziale di 3.500 tra centro e periferia). Per Piano il gran rifiuto del Comune è colpa di una visione deformata di questo progetto inteso solo «da un punto di vista semplicemente decorativo». Mentre per lui si tratta di qualcosa che contribuisce a migliorare la qualità generale di vita di Milano (seguendo, secondo un’idea da tempo a lui cara, quello che già hanno fatto città come Londra, Stoccolma, la stessa New York). Appunto per questo Piano avrebbe voluto partire proprio dal centro: «Dove lo smog colpisce di più, dove l’aria è irrespirabile, dove la gente ha soltanto voglia di andare via, di scappare». I contrari hanno sempre visto in quegli stessi alberi (tutti da piantare per terra, nessuno nei vasi) un elemento che avrebbe rovinato la prospettiva della città. Mentre molti commercianti vedrebbero negativamente quelle chiome verdi che potevano oscurare le insegne e i tecnici parlano di troppo poco spazio tra le radici e i «sottoservizi» (metropolitana e altro). Tutto questo proprio nell’anno in cui la giapponese Sejima, direttrice della Biennale di Venezia, propone una mostra per «analfabeti dell’architettura», magari quegli stessi analfabeti che si ricordano con entusiasmo di una Piazza Santo Spirito a Firenze, di un Prato della Valle a Padova e di tutte quelle belle piazze e strade d’Italia piene d’alberi.
Stefano Bucci
Firmate e fate firmare la petizione perché il Comune di Milano si impegni a realizzare il progetto di Renzo Piano per piantare 90 mila alberi a Milano! http://bit.ly/b2RYVk