Il governo fa muro su Scajola Pd: in Europa via per molto meno

30 Aprile 2010 0 Di luna_rossa

Puntuale come il panettone a Natale, arriva la solidarietà corale dei ministri verso il collega Scajola, coinvolto in uno scandalo per l’acquisto di una bella casa con vista sul Colosseo. Nessun distinguo, nessun dubbio, sui ministri delle libertà le pesanti carte dell’inchiesta di Perugia sulla cricca dei Grandi appalti scivolano come foglie bagnate. «Ho la coscienza a posto nei confronti di tutto il governo», ha detto Scajola ieri mattina in Consiglio dei ministri. E poi ha aggiunto, ricordando con sprezzo del buongusto di quando fu costretto a dimettersi perché diede del «rompicoglioni» al professor Marco Biagi, nel 2002, pochi mesi dopo l’assassinio da parte della Br: «Non lascerò il governo, non farò come nel caso Biagi altrimenti sembrerà che mi hanno beccato con il sorcio in bocca. Non ho colpe». E ancora: «Non scappo, non sono indagato. Il pm ha chiesto di sentirmi come persona informata dei fatti, e ho proposto al giudice un incontro a breve compatibilmente con i miei impegni di governo. Sono pronto a un faccia a faccia con chiunque».

Solidarietà da Berlusconi, già ribadita la sera prima quando Scajola, in un sussulto poi represso di senso delle istituzioni, aveva pensato di dimettersi. E ancora parole di conforto da La Russa, Gasparri, Urso. E il sindaco Alemanno, e Bonaiuti, mentre al Guardasigilli Alfano, come da copione, tocca la parte di prendersela i magistrati. «È sbagliato che escano carte riservate, la notizia non esce da sola, bisogna che qualcuno l’accompagni alla porta».

IMBARAZZO TRA I MINISTRI
Tanta fratellanza ai microfoni, ma pare che dentro il Cdm nessuno abbia aperto bocca tranne Matteoli per rincuorare Scajola. Neppure Berlusconi, tanto meno i ministri leghisti. Imbarazzo, il timore, che coinvolgerebbe anche Berlusconi, che “Claudio” non regga la botta. «Segui la tua coscienza e controbatti su ogni cosa…», ha detto Matteoli al collega. «Solidarietà serena e tranquilla da tutti i ministri», racconta La Russa all’uscita. Galan parla addirittura di un «moto di affetto» verso il collega. Ma è più apparenza che sostanza. E il finiano Briguglio chiede il recupero «immediato» del ddl anti-corruzione.

PD: CHIARISCA O SI DIMETTA

«Di cattivo gusto citare Biagi, quelle parole sono una brutta pagina della democrazia», attacca Donatella Ferranti (Pd). «Davanti a fatti gravi, elementi di accusa documentati, per un ministro l’unica risposta possibile è dare una spiegazione dettagliata e convincente», dice il vicecapogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda. «I senatori del Pd hanno chiesto che il ministro Scajola venga in Senato a fornire questi chiarimenti. Se non dovesse farlo dovrebbe dimettersi immediatamente». Altri due senatori Pd, Ferrante e Della Seta, ricordano il comportamento dell’ex ministro dell’Interno britannico Jacqui Smith, «che si dimise per il rimborso chiesto per due film porno acquistati dal marito» e di altri ministri di paesi occidentali, dimissionari per aver pagato in nero le baby sitter. «Chiunque compri un immobile può dimostrare come e dove ha trovato le risorse», ragiona Michele Ventura, vicecapogruppo alla Camera. «Non c’è limite alla vergogna ed alla mancanza di dignità di questo governo», dice il capogruppo Idv alla Camera Donadi. «In questa Italia si dimette solo chi. come Bocchino, dissente dal Capo».

30 aprile 2010 – L’Unità.it