La Cassazione: «Mills reticente Favorì Silvio Berlusconi»
21 Aprile 2010Le reticenze di David Mills, l’avvocato inglese condannato in appello a 4 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione in atti giudiziari, «favorirono la persona di Silvio Berlusconi». È la Cassazione a sottolinearlo nelle motivazioni contenute nella sentenza 15208 delle sezioni unite penali in cui spiega il perché lo scorso 25 febbraio aveva dichiarato prescritta la corruzione per Mills. In particolare, il relatore Aldo Fiale facendo proprie le motivazioni della Corte d’Appello di Milano del 27 ottobre 2009, scrive chiaramente che «il fulcro della reticenza di David Mills, in ciascuna delle sue deposizioni, si incentra, in definitiva, nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest, e non alla persona di Silvio Berlusconi, la proprietà delle società offshore, in tal modo favorendolo in quanto imputato in quei procedimenti, posto che si era reso necessario distanziare la persona di Silvio Berlusconi da tali società, al fine di eludere il fisco e la normativa anticoncentrazione, consentendo anche, in tal modo, il mantenimento della proprietà di ingenti profitti illecitamente conseguiti all’estero e la destinazione di una parte degli stessi a Marina e Pier Silvio Berlusconi».
Per la Cassazione la sentenza con la quale la Corte d’Appello di Milano, lo scorso 27 ottobre, aveva confermato la condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione nei confronti dell’avvocato inglese David Mills, accusato di corruzione in atti giudiziari per aver ricevuto 600 mila dollari in cambio di testimonianze reticenti in due procedimenti sul gruppo Fininvest, ha una «struttura razionale» sorretta da un «apparato argomentativo logico e coerente, esteso a tutti gli elementi offerti dal processo». Invece, i legali di Mills si sono limitati a «sollecitare la rilettura del quadro probatorio» senza dimostrare le «asserite carenze argomentative» e suggerendo una «diversa ricostruzione del fatto, non »proponibile« in sede di giudizio di legittimità.
Inoltre, le sezioni unite penali della Cassazione – nella sentenza 15208 – spiegano che Mills, con le sue deposizioni ai processi “Arces” e “All Iberian”, aveva favorito Berlusconi tacendo la riconducibilità a lui delle società del cosiddetto comparto B del gruppo Fininvest. Questo in quanto «si era reso necessario distanziare la persona di Silvio Berlusconi da tali società, al fine di eludere il fisco e la normativa anticoncentrazione, consentendo anche, in tal modo, il mantenimento della proprietà di ingenti profitti illecitamente conseguiti all’estero e la destinazione di una parte degli stessi a Marina e Piersilvio Berlusconi».