Lega, test italiano a extracomunitari per aprire negozi
23 Aprile 2010Emendamento della Lega al dl incentivi
23 aprile, 18:17 – ANSA
ROMA – Gli extracomunitari che vogliano aprire un negozio devono prima aver superato un esame di italiano: è quanto chiede la Lega, attraverso un emendamento al decreto legge incentivi, affidando alle Regioni il potere di introdurre i nuovi paletti.
“Le regioni – si legge nella proposta a firma della deputata leghista Silvana Comaroli – possono stabilire che l’autorizzazione all’esercizio dell’attività di commercio al dettaglio sia soggetta alla presentazione da parte del richiedente qualora sia un cittadino extracomunitario di un certificato attestante il superamento dell’esame di base della lingua italiana rilasciato da appositi enti accreditati”.
Stop alle insegne multietniche, sì a quelle in dialetto: prevede ancora l’emendamento della Lega presentato nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera. “Le regioni – si legge – possono stabilire che l’autorizzazione da parte dei comuni alla posa delle insegne esterne a un esercizio commerciale è condizionata all’uso di una delle lingue ufficiali dei Paesi appartenenti all’Unione europea ovvero del dialetto locale”.
FINOCCHIARO, DOPO PDL DI IERI LEGA BATTE COLPO – “Non è un caso che, dopo la direzione del Pdl di ieri, la Lega oggi senta il bisogno di battere un colpo. E non può che farlo alla maniera leghista, cioé ricorrendo al suo cavallo di battaglia preferito: il razzismo contro i cittadini extracomunitari”. Lo afferma Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd. “Le novità di giornata – dice – un test di italiano per gli immigrati che aspirano a fare i commercianti, lo stop alle insegne multietniche, la priorità ai cittadini dell’Unione europea per le assunzioni nelle aziende. Strano davvero questo attaccamento all’italiano da parte di chi auspica la secessione della Padania. Forse gli amici leghisti, scrivendo questi emendamenti, non avevano per le mani un manuale di storia per la maturità: non sono misure originali, ci ha già pensato qualcuno prima di loro, in un ventennio non proprio felice della storia d’Italia”. “Mi pare evidente – prosegue Anna Finocchiaro – che la fibrillazione all’interno della maggioranza di governo è appena cominciata. E che invece di preoccuparsi dei problemi reali delle persone reali, come il lavoro e la crisi economica, ogni componente tira acqua al suo mulino”.
CONFCOMMERCIO: TEST A ROMA? PROVOCAZIONE RIDICOLA – Far fare un test sulla conoscenza della lingua italiana agli extracomunitari per aprire un negozio? “Una provocazione ridicola. Ciò che serve è la formazione per quanti, extracomunitari o europei, intendano diventare imprenditori in Italia”. E’ senza esitazione il no del presidente di Confcommercio della Capitale e del Lazio Cesare Pambianchi alla proposta della Lega di imporre per legge agli extracomunitari che vogliano aprire un negozio nel Belpaese di superare un esame di italiano. Secondo Pambianchi, “non basta contrabbandare la necessità di formazione per svolgere attività imprenditoriale o commerciale, come Confcommercio chiede da tempo, con un concetto ristretto e limitato agli extracomunitari e alla lingua italiana. Per questo dico che è provocatorio oltreché ridicolo”. “A quanti, extracomunitari o meno (“i polacchi possono non sapere l’italiano?, si domanda”), vogliano avviare un’ attività imprenditoriale, aprendo un negozio o un ristorante, vanno insegnate le nostre regole igienico-sanitarie, di educazione e civiltà occidentali che spesso sono molto diverse dai quelle dei Paesi di loro provenienza e non limitarsi a fargli esporre insegne in bergamasco”. Pambianchi ribadisce la convinzione espressa dalla sua organizzazione proprio recentemente con un convegno nazionale: “per garantire l’integrazione, è necessario formare e non discriminare”.