l’Unità.it-Allarme debito per la Grecia: servono subito 9 miliardi

28 Aprile 2010 0 Di ken sharo

l’Unità.it.

di Marco Mongiellotutti gli articoli dell’autore

L’economia greca è al tappeto, quella del Portogallo scricchiola pericolosamente e sui mercati europei è il panico. È la cronaca di una crisi annunciata quella che ieri ha indebolito nuovamente l’euro e ha bruciato 160 miliardi nelle piazze finanziarie d’Europa. I timori degli economisti, che da mesi si sgolano per chiedere una soluzione rapida ai problemi finanziari della Grecia ed evitare il contagio, si sono materializzati ieri quando le agenzie di rating hanno declassato il debito di Grecia e Portogallo. Standard & Poor’s ha ridotto l’affidabilità del debito pubblico di Lisbona ad “A-” e quello di Atene a “BB+/B”, il cosiddetto livello «spazzatura».

In altre parole per gli analisti di S&P è aumentato il rischio di non rivedere più i soldi prestati comprando i titoli di stato dei due Paesi. Una previsione non troppo difficile per quanto riguarda la Grecia, visto che è stato lo stesso ministro delle Finanze Giorgio Papaconstantinou ad annunciare che, se entro il 19 maggio non arriveranno i 45 miliardi di euro promessi da Ue e Fmi, non verranno ripagati i 9 miliardi di euro di titoli in scadenza. Quanto all’Italia, sarebbe in via di definizione un decreto da 5 miliardi. Senza gli aiuti la situazione della Grecia è «insostenibile», ha rincarato il direttore dell’Fmi Dominique Strauss-Kahn.

Ma a far parlare di contagio è anche la diffusione al Portogallo del virus della rivolta sociale. Ieri il Paese è rimasto paralizzato per lo sciopero degli addetti ai trasporti contro le misure di austerità. In piazza sono scese 20mila persone, i dipendenti delle Poste sono fermi da due giorni e oggi incroceranno le braccia i funzionari del Parlamento. Alla rabbia delle piazze si è aggiunto il panico delle piazze finanziarie. La Borsa di Atene ha perso il 6,85%, quella di Lisbona il 5,36%, mentre hanno chiuso in rosso tutti i principali mercati europei, compreso quello italiano, sotto del 3,1%. Un’ondata di sfiducia che è arrivata fino all’altra sponda dell’Atlantico, dove il Dow Jones ha perso l’1,49%.

La crisi greca «è un campanello d’allarme per tutti i Paesi che hanno problemi simili», ha ammonito il vicepresidente greco della Banca centrale europea, Lucas Papademos, al Parlamento europeo a Bruxelles.
Tra i 16 della moneta unica ben 13 (compresa l’Italia) hanno una procedura d’infrazione aperta per deficit eccessivo, ha ricordato, e «fino al 2012-2013 non ci sarà nessun miglioramento nei notevoli squilibri di bilancio». Secondo l’agenzia di rating Moody’s l’Italia non rischia un declassamento del debito come il Portogallo e anche il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, ha affermato di credere che «l’Italia abbia le condizioni per stare fuori della bufera, soprattutto se riesce a unire al controllo dei conti pubblici un qualche stimolo in più alla crescita».

In Grecia intanto è stata un’altra giornata di proteste contro i tagli approvati dal Governo, chiesti dall’Unione europea e imposti dalla Germania. Nuovi disordini sono previsti per il primo maggio e all’inizio del mese è in programma uno sciopero del sindacato del settore privato.

«L’ora della verità è arrivata», ha detto il premier George Papandreou, l’esecutivo deve affrontare «la più grave crisi che il Paese abbia conosciuto dal ritorno della democrazia» nel 1974. Il Governo di Atene ha iniziato a dare segnali di essere stufo di restare tra l’incudine dei mercati e il martello delle proteste, mentre a Bruxelles continuano lungaggini burocratiche per evitare di tirare fuori i soldi. Il ministro delle Finanze Papacostantinou ha denunciato «la mancanza di chiarezza» dell’Europa sul prestito ad Atene. Per il portavoce del Governo Giorgos Petalotis questa ormai «è chiaramente diventata una situazione europea».

La Commissione si è trincerata dietro ad un «no comment», ma intanto fervono i preparativi per convocare una riunione straordinaria dei ministri delle Finanze dell’Eurogruppo, probabilmente il 10 maggio. Il giorno prima si tiene in Germania la temuta elezione regionale nel Nord Reno-Westfalia, alla base delle esitazioni di Berlino sugli aiuti alla Grecia. Secondo i sondaggi il 57% dei tedeschi è contrario ai prestiti e oggi il Cancelliere Angela Merkel incontrerà i suoi ministri per decidere se salvare le elezioni regionali o la moneta unica.

28 aprile 2010