Planta má em terra nossa (1ª parte)

14 Aprile 2010 0 Di luna_rossa

   

[Carta Capital]

‘Ndrangheta. La mafia più potente d’Italia si rafforza, favorita dall’indifferenza del Brasile

Quarantaquattro miliardi di euro, circa 110 milioni di reais. E’ stato questo nel 2008 il fatturato della ‘Ndrangheta, una multinazionale di origine calabrese. Una multinazionale del crimine che oggi è l’organizzazione mafiosa più forte e globalizzata del mondo. Per rimanere tra le italiane, è più grande di Cosa Nostra e della Camorra.

Un tentacolo della ‘Ndrangheta ha raggiunto il Brasile da più di 30 anni, ma il Brasile sembra non scomporsi per questa temibile presenza. E per altre non meno pressanti. Tiriamo in ballo, per esempio, il fantasma di PC Farias, il sinistro personaggio che curava gli affari di Fernando Collor [poltico di destra brasiliano, presidente del paese dal 1990 al 1992, NdT].

Dieci anni fa venne pubblicato a Londra un libro di Antonio Nicaso, esperto di fama mondiale, e Lee Lamotte. Il libro, che si chiamava Global Mafia: The New World Order of Organized Crime, rivelava le relazioni profonde e assolutamente documentate tra Farias e Alfonso Caruana, boss di una delle famiglie mafiose più importanti della Sicilia. Per di più, riportava la singolare comparsa di 8 milioni di dollari nel conto dell’eminenza grigia del governo di Collor. Erano stati versati da Caruana: riciclaggio dimostrato.

Questo è il passato. Il presente è ancora più spaventoso. Secondo un’informativa dell’intelligence internazionale, tutte le frontiere del Brasile sono usate dalla ‘Ndrangheta per il traffico della droga, in particolare quella con la Bolivia, dove viene usato soprattutto l’accesso fluviale. Non a caso la scorsa settimana la polizia di frontiera brasiliana ha firmato un accordo di cooperazione internazionale per cercare di limitare il volume del traffico di cocaina.

Bisogna considerare che i chimici brasiliani sono tra i migliori del mondo e sono un aspetto fondamentale di questa gigantesca operazione globale. Tutte le mafie italiane sono presenti in Brasile, perfino la Sacra Corona Unita, pugliese. Però è la ‘Ndrangheta quella che ha costruito nel nostro paese uno dei suoi più imponenti sistemi di riciclaggio. Questo si evince dalle dichiarazioni di almeno due collaboratori di giustizia, insolite figure in un’ organizzazione nella quale la delazione non è permessa ed è punita con la morte.

Antonio Nicaso, residente a Toronto in Canada, e Nicola Gratteri, procuratore antimafia aggiunto al tribunale di Reggio Calabria, hanno appena pubblicato un libro in Italia per l’editore Mondadori, La malapianta. Il libro rivela il potere gigantesco della ‘Ndrangheta e la sua ramificazione in Brasile.
Nicaso è scrittore, giornalista e ricercatore. Calabrese como Gratteri, il maggior esperto mondiale di criminalità italiana. Il magistrato lavora da trent’anni a Reggio Calabria e ha sempre resisitito al suo posto a dispetto delle minacce alle quali è costantemente esposto. Chiaramente vive sotto scorta della polizia giorno e notte. Le interviste che seguono rivestono grande importanza perché si inoltrano nello studio della malapianta, l’erbaccia radicata in terra brasiliana.

(segue)