Raid con i fucili, terrore al bowling – Corriere del Mezzogiorno

22 Aprile 2010 0 Di ken sharo

Raid con i fucili, terrore al bowling – Corriere del Mezzogiorno.

NAPOLI – «Diteglielo a don Gennaro di cosa siamo capaci!». Questo gridavano i sei del commando (fra cui un 18enne ed un minorenne) che alle 17.56 del 14 marzo scorso fecero irruzione prima nella sala giochi di Giugliano «Hollywood Casinò» e poi, a distanza di 18 minuti, nel bowling di Pozzuoli «Big One».

RAFFICHE COME IN SCARFACE – Intere famiglie con bambini al seguito stese al suolo, per evitare le raffiche di pallottole che sfondano i vetri delle slot machine, ignari clienti che da un momento all’altro si vedono puntare un’arma alla nuca, spari all’impazzata. Una pistola e due mitra (un Kalashnikov e una Scorpion) che sputano proiettili dappertutto. Sembrano le scene di un mafia movie, una cosa alla «Scarface», per intendersi. E invece no. Le immagini riprese dai circuiti di videosorveglianza all’interno delle due strutture, diffuse ieri in seguito ai fermi di quattro presunti responsabili grazie alle indagini di carabinieri e finanzieri, raccontano la realtà. Ciò che è accaduto a chi, per sventura, nel marzo scorso decise di svagarsi un po’, magari portando con sé i propri figli, in uno dei due locali.

I clienti sotto tiro
I clienti sotto tiro

RAID PER MOTIVI PASSIONALI – Alla base del raid, dice la Dda della Procura di Napoli che ha coordinato le indagini, non ci sono storie di estorsione, racket e tangenti non pagate. Piuttosto, a scatenare il far west sono stati «motivi passionali». La moglie del 34enne Giuseppe Palumbo – il mandante ed esecutore degli attentati, considerato dagli inquirenti un affiliato al clan Nuvoletta – dopo alcuni seri contrasti nati nella coppia e legati a motivi molto personali, ha deciso di lasciare il coniuge andando ad abitare da uno zio. L’uomo è proprietario, appunto, della sala giochi «Hollywood Casinò» e del bowling «Big One». Sarebbe stato punito, secondo quanto emerge dalle indagini, non solo per aver ospitato la moglie di Palumbo in fuga, ma anche perché l’acquisizione da parte dello zio sarebbe avvenuta, secondo Palumbo, a discapito di persone a lui vicine per legami di parentela.

PRESI IN QUATTRO – Fra Napoli e Firenze sono stati catturati quattro dei sei «guaglioni» che fecero irruzione nei locali distruggendo gli arredi, incendiando le piste da bowling, minacciando i clienti e sfasciando tutto ciò che si trovavano davanti. Il commando è accusato, però, anche di tentato omicidio, per aver fatto fuoco contro un uomo che, vista la sparatoria dall’interno della propria auto, aveva tentato di fuggire via azzardando una rapida retromarcia. Venne colpito a una coscia, a pochissima distanza dall’arteria femorale. Tutti quanti devono rispondere a vario titolo di tentato omicidio, sequestro di persona, rapina, incendio, danneggiamento, detenzione e porto di armi da guerra. Accuse, queste, aggravate dal fatto di aver agito con il metodo mafioso. Il gruppo di fuoco, costituito, oltre che da Palumbo, da Antonio Cappuccio, 31 anni, Angelo Giagnoni, 18 anni, e da un minorenne, fa anch’esso parte stabilmente dell’organizzazione criminale egemone a Marano, occupando ruoli intermedi nella gerarchia militare del clan.

I PISTOLERI DI VILLA PALUMBO – a capacità operativa è ben visibile nei filmati dei circuiti di sorveglianza: scopo della banda è soltanto quello di terrorizzare e provocar danni. E in questo, i sei «pistoleri» sono bravissimi. Sparano alle auto nel parcheggio, alle slot machine, scaraventano al suolo i videogiochi evitando solo per pochi centimetri una persona stesa a terra. Un padre di famiglia è costretto a scappare via insieme con le figlie, perché tutt’intorno volano pallottole, e la pista da bowling, cosparsa di benzina, viene data alle fiamme. Fiamme gialle e carabinieri, entrati a «Villa Palumbo» (questo il nome dell’abitazione dell’affiliato) hanno trovato immagini del film «Scarface» dappertutto. E poi statue della Madonna, ritratti sacri. Una Lamborghini nel parcheggio privato, una slot machine nella taverna, due tavoli da biliardo, vini pregiati. A sorvegliare la villa, diverse telecamere a circuito chiuso. Ma ciò che rende bene il clima domestico e il carattere del personaggio, è l’apice del kitsch: carta igienica che riproduce banconote da 50 euro. Stefano Piedimonte
21 aprile 2010(ultima modifica: 22 aprile 2010