Saviano, dalle famiglie di Gomorra a quella Berlusconi
19 Aprile 2010Valzer a tre fra lo scrittore, Silvio e Marina. In molti gli chiedono di candidarsi, ma lui glissa.
La mafia italiana è soltanto (si fa per dire) la sesta al mondo, ma è quella più conosciuta perché ha un “supporto promozionale che l’ha portata ad essere un elemento molto negativo di giudizio per il nostro paese. Ricordiamoci le otto serie della Piovra programmate dalle tv di 160 paesi nel mondo e tutta la letteratura in proposito, Gomorra e il resto”. Lo ha detto Silvio Berlusconi a margine della presentazione dei dati sulla criminalità organizzata, in compagnia di Bobo Maroni e Angelino Alfano, i quali non erano il massimo della felicità dopo questa frase, ma hanno fatto buon viso a cattivo gioco.
L’autore di Gomorra Roberto Saviano si è difeso con una lettera su Repubblica, alla quale ha risposto – sempre sul giornale “rivale” – Marina Berlusconi, presidente di Mondadori, l’editore per cui Gomorra è stampato. In questa vicenda, i più abili sono stati lo scrittore e l’editrice, molto meno il papà dell’editrice, dal quale naturalmente è partita la boutade.
Marina Berlusconi ha infatti ribattuto a Saviano affermando che il pensiero del premier “è una critica, non una censura” e continuando ad assicurare la massima libertà agli scrittori che pubblicano per Mondadori ed Einaudi, Saviano compreso. La risposta di fioretto di Marina giunge dopo una pari “fiorettata” di Saviano, che evita il muro contro muro con Berlusconi e gli risponde: ”La cosa che farò sarà incontrare le persone nella casa editrice che in questi anni hanno lavorato con me, donne e uomini che hanno creduto nelle mie parole e sono riuscite a fare arrivare le mie storie al grande pubblico. Persone che hanno spesso dovuto difendersi dall’accusa di essere editor, uffici stampa, dirigenti ‘comprati’. E che invece fino ad ora hanno svolto un grande lavoro. E’ da loro che voglio risposte”.
In questo paese, si sa, a tutto si dà un’etichetta di destra o di sinistra, lo cantava anche il grande Giorgio Gaber. Saviano, nella sua lettera, ha però affermato di continuare a voler parlare di mafia per il bene di tutti quanti. Peraltro, lo scrittore ha espresso pareri positivi, non soltanto una volta, sull’operato di Maroni riguardo la lotta alla mafia. Ma le anime inquiete del paese fremono e tantissimi chiedono a Saviano di candidarsi. Pare anche siano arrivate richieste della Lega. Lui, durante una recente videochat sul Corsera, ha sgombrato il campo: “Non credo sia il mio mestiere. Il mio è scrivere, parlare, cercare di continuare ad usare la parola per costruire cose. La politica, invece, in questo periodo ha un sapore strano. Oggi temo che non ci siano spazi per una politica pulita“.
Ma qualcuno non si rassegna. E dopo un Vendola di fresca riconferma in Puglia, ma che inizia davvero a studiare da premier, ecco il movimento “pro – Saviano“. Due personaggi fuori dal coro, uno un politico di professione, uno no. Entrambi appassionati. Entrambi fuori dalla “nomenklatura” di sinistra. Entrambi, infatti, che piacciono alla gente (e non soltanto di sinistra).