Sudafrica, ucciso il leader anti-neri – La minaccia dei suoi: “Ora vendetta”
4 Aprile 2010Eugene Terreblanche assassinato
a colpi di machete nella sua fattoria.
Due arresti ma la tensione aumenta
A poco più di due mesi dal fischio di inizio della coppa del mondo di calcio in Sudafrica si addensano nubi fosche sulla “Rainbow Nation” (nazione arcobaleno) dopo l’assassinio del leader dell’estrema destra sudafricana Eugene Terreblanche.
L’appello alla calma lanciato dal presidente sudafricano Jacob Zuma sembra essere caduto nel vuoto. Un responsabile del Movimento di Resistenza Afrikaner, Andre Visagie, ha affermato che l’omicidio del loro leader rappresenta «una dichiarazione di guerra» dei neri contro i bianchi e ha promesso vendetta.
Terreblanche, strenuo sostenitore dell’apartheid, è stato ucciso nella notte nella sua azienda agricola nel nordovest del Paese. L’uomo, che aveva 69 anni, era a capo del Movimento di resistenza afrikaner (AWB) e rappresentava l’incarnazione dell’opposizione bianca all’abolizione della vecchia forma di governo sudafricana. Secondo una prima ricostruzione della poliiza Terreblanche è stato assalito e ucciso dopo un violento litigio con due suoi dipendenti. I due autori dell’omicidio, 15 e 21 anni, sono stati arrestati e accusati di omicidio, ha aggiunto. «Hanno detto alla polizia che la discussione era scoppiata perché non erano stati pagati per il lavoro che avevano effettuato», ha precisato una fonte della polizia, «Il corpo di TerreBlanche è stato ritrovato sul suo letto, con ferite al volto e alla testa».
Ex poliziotto e i agricolo, Eugene Terreblanche aveva fondato l’Awb negli anni Settanta. Varie volte, anche sotto l’apartheid, componenti di questo movimento furono condannati per detenzione di armi e di esplosivi. All’inizio degli anni Novanta, le sfilate paramilitari dell’Awb riuscivano a richiamare molte migliaia di persone e il gruppo si dedicò ad azioni violente e attentati sporadici. TerreBlanche fu carcerato nel 2001 per tentato omicidio, dopo avere picchiato con una spranga di ferro un vigile nero, al quale provocò lesioni cerebrali irreversibili. Nel giugno 2005, aveva ottenuto la libertà condizionale per buona condotta. All’epoca della sua liberazione, l’avvocato di TerreBlanche aveva segnalato che il suo cliente non aveva cambiato le sue idee, ma aveva riscoperto la sua fede durante la sua detenzione.
La Stampa.it . 04.04.2010