Thailandia, proteste a Bangkok per chiedere elezioni

3 Aprile 2010 0 Di luna_rossa

BANGKOK (Reuters) – Decine di migliaia di manifestanti oggi si sono ritrovati nel quartiere commerciale di Bangkok, costringendo i negozi a chiudere e paralizzando il traffico, e hanno minacciato di restare fino a che il premier thailandese non indirà le elezioni, nel 21esimo giorno di proteste di massa.

Il governo del primo ministro Abhisit Vejjajiva ha dispiegato 50.000 persone tra soldati, poliziotti e altre forze di sicurezza nelle città, dopo che carovane di manifestanti anti-governativi in camicia rossa sono arrivati nella capitale thailandese dalle zone rurali del paese.

Almeno sei centri commerciali compreso Central World — il secondo complesso per grandezza nel Sudest asiatico — ha chiuso i battenti in risposta alle proteste e alle minacce delle “camicie rosse” di restare tutta la notte nella zona di solito affollata di turisti e di appartenenti alle classi più agiate di Bangkok.

“Non possiamo permettere che il signor Abhisit governi il paese più a lungo”, ha detto alla folla Jatuporn Prompan, leader delle “camicie rosse”.

“E’ il momento per i non privilegiati di liberarsi dall’oppressione del governo, appoggiato dall’elite. E’ il momento per il governo di sciogliere il Parlamento”.

Un altro leader della protesta, Veera Musikapong, ha detto a Reuters che i manifestanti resteranno fino almeno a lunedì, ma di voler parlare con le autorità domani.

“Non abbiamo altra scelta che aumentare la disobbedienza civile fino a che il governo ci ascolterà”, ha detto. “Siamo qui perché questa zona è un simbolo dell’elite di Bangkok. Vogliamo dimostrare che non possono governare senza il consenso della gente”.

In migliaia hanno manifestato anche davanti alle reti di stato Radio Thailand e Channel 11, accusandole di essere parziali.

Sostenuto dal potente esercito thailandese e dall’establishment, Abhisit — che oggi ha detto che non sarà usata la forza per disperdere i manifestanti — ha spiegato che ora sarebbe difficile tenere elezioni pacifiche, viste le tensioni, e ha proposto di sciogliere il Parlamento a dicembre, con un anno di anticipo.

I manifestanti chiedono elezioni immediate e minacciano altre manifestazioni nei prossimi giorni, allargando la protesta di massa iniziata il 14 marzo, quando fino a 150.000 “camicie rosse” si sono riunite nel quartiere vecchio di Bangkok.

Secondo gli analisti, Abhisit molto probabilmente perderebbe se si tenessero ora le elezioni, aumentando anche il rischio per gli investimenti nella seconda più grande economia del Sudest asiatico, dopo un aumento di 1,6 miliardi di dollari di investimenti stranieri nella borsa thailandese nell’ultimo mese sulle aspettative che il presidente riesca a superare la crisi.

Ad aggiungere tensioni, oltre mille persone che si oppongono agli anti-governativi hanno manifestato ieri con camicie rosa, sostenendo che le “camicie rosse” sono irragionevoli.

Le “camicie rosse”, che appoggiano il due volte premier Thaksin Shinawatra, ora in fuga, sostengono che Abhisit non abbia un mandato popolare e sia salito al potere in modo illegittimo.