Attacchi all’Euro, la Spagna propone un piano da 600 mld – Corriere della Sera

10 Maggio 2010 0 Di ken sharo

Attacchi all’Euro, la Spagna propone un piano da 600 mld – Corriere della Sera.

MILANO – Il piano di aiuti per i paesi della zona dell’euro in difficoltà ammonterebbe a 600 miliardi di euro, secondo l’ultima proposta fatta dalla presidenza spagnola (la Germania proponeva 500) di turno della Ue. Ai 500 miliardi europei, si aggiungerebbero altri 100 miliardi del Fmi. Se accolto dagli Stati membri, il piano di aiuti finanziari sarebbe senza precedenti nella storia dei salvataggi. I 600 miliardi sarebbero così composti: 60 miliardi di garanzie dalla Commissione Ue, 440 miliardi di garanzie dagli Stati membri e 100 miliardi di euro di linee di credito messe a disposizione – se necessario – dal Fondo monetario internazionale. Però Spagna e Portogallo dovranno impegnarsi questa sera ad adottare misure aggiuntive per la correzione del deficit. La richiesta – secondo quanto si apprende – è arrivata nel corso della riunione dell’Ecofin. Sia Madrid che Lisbona quest’anno dovranno realizzare manovre aggiuntive pari all’1,5% del Pil. Nel 2011 la correzione dovrà essere pari al 2%.

TELEFONI ROVENTI – Nelle conversazioni telefoniche intercorse oggi tra Obama, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, sono servite – riferiscono fonti – a rafforzare l’asse con Washington per la partecipazione del Fmi. Il modello che verrebbe seguito per le garanzie degli stati membri sarebbe lo stesso usato per il caso Grecia. Germania e Olanda si sono opposte al sistema di garanzie che era stato individuato nella proposta della Commissione. «È un’arma formidabile contro la speculazione», commentano fonti diplomatiche. «Se Francia e Germania sono unite e determinate è impossibile che la speculazione attacchi paesi come la Spagna o il Portogallo». In precedenza la Germania ha proposto un piano di aiuti finanziari per 500 miliardi di euro, con la partecipazione del Fondo monetario internazionale. Ma sul raggiungimento di un’intesa complessiva ci sono ancora dei nodi nonostante il presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel si siano detti «in accordo completo sulla necessità di una risposta di ampio respiro agli attuali problemi che hanno effetti sui mercati».

GRAN BRETAGNA – Al fondo non partecipa la Gran Bretagna. Il ministro delle Finanze Alistair Darling ha confermato che il Regno Unito non contribuirà al fondo anticrisi: «Credo che sia importante per noi fare tutto il possibile per stabilizzare i mercati, ma voglio essere chiaro: se c’è una proposta di creare un fondo di stabilizzazione per l’euro, deve essere di pertinenza dei Paesi dell’Eurozona», ha dichiarato Darling, intervistato dall’emittente satellitare britannica SkyNews: «Quel che non faremo e non possiamo fare è dare il nostro sostegno all’euro, che è responsabilità dei Paesi membri dell’Eurozona». In precedenza Obama aveva parlato con la cancelliera tedesca Angela Merkel «nel quadro del suo impegno continuo per seguire la situazione economica» in Europa, aveva dichiarato un portavoce della Casa Bianca, Bill Burton. Il presidente aveva «giudicato importante che i membri dell’Unione europea adottassero passi decisi per ridare fiducia ai mercati».

FMI – Intanto il board del Fondo Monetario internazionale (Fmi) ha approvato un pacchetto di aiuti da 26,4 miliardi di Sdr (special-drawing right), o 30 miliardi di euro per la Grecia. In una nota il board esecutivo del Fondo annuncia che «ha concluso la propria discussione sulla Grecia ed ha approvato uno «stand-by arrangement» di tre anni per un ammontare totale di 26,4 miliardi di special drawing rights (30 miliardi di euro)» si legge nel comunicato diffuso dal Fmi. Dei 30 miliardi di euro approvati in aiuti dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), 5,5 miliardi saranno «immediatamente disponibili». Il Fondo precisa che i 5,5 miliardi dubito a disposizione di Atene «rientrano nel finanziamento congiunto con l’Unione Europea, per un ammontare di 20 miliardi di euro di sostegno finanziario immediato. Nel 2010 il finanziamento del Fmi ammonterà a 10 miliardi di euro, a quali si affiancheranno i 30 miliardi di euro» dell’Unione Europea. Gli aiuti approvati rientrano nel pacchetto più ampio, che dovrebbe raggiungere i 110 miliardi di euro, e che include gli stanziamenti dell’Unione Europea. L’Europa gioca così le sue carte per tentare di mettere in sicurezza la moneta unica e gli Stati che potrebbero essere oggetto di attacchi da parte della speculazione finanziaria lunedì alla riapertura dei mercati. Per il direttore generale del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) «ha dimostrato il proprio impegno a fare quello che può per aiutare la Grecia», che si troverà di fronte a «una strada che sarà difficile» ma il piano dell Grecia «è credibile»: «la sua attuazione ora essenziale».

NAPOLITANO – Sulla questione della crisi greca e delle sue conseguenze era intervenuto in precedenza anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. «L’Europa non può esitare: siamo chiamati a promuovere un nuovo e più giusto modello di sviluppo. Una forte volontà politica comune deve emergere – dice Napolitano -. Grande responsabilità spetta ai leader di oggi, affinché si realizzino rapidamente politiche efficaci per fare fronte in primo luogo a una speculazione finanziaria senza regole e slegata dalla realtà. Deve concretizzarsi finalmente l’indispensabile governo dell’economia a livello europeo, che dia ulteriore forza e autorevolezza alla moneta unica e rilanci lo sviluppo, l’occupazione e la qualità del lavoro, contando su un rafforzamento del patto di stabilità e crescita, su più effettive procedure di coordinamento e di sorveglianza delle politiche di bilancio e su migliori meccanismi di valutazione finanziaria». Anche ilministro degli esteri Franco Frattini, parlando delle riunioni in corso a Bruxelles, ha detto che «nessun paese può tirarsi fuori», servono «risposte chiare e dinamiche da tutti i Paesi» dell’Unione Europea aggiungendo che un mancato accordo sarebbe «un segnale devastante».

BERLUSCONI – Intanto il premier Silvio Berlusconi ha proseguito anche domenica i colloqui con i leader europei, in vista delle riunioni sulle misure in difesa dell’euro. In particolare, fa sapere Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio ha parlato con Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, ed è rimasto in continuo collegamento con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in partenza per l’Ecofin a Bruxelles. Silvio Berlusconi rimarrà in contatto per tutta la giornata con gli altri leader europei.

Redazione online