Card. Bagnasco: «L’unità dell’Italia è nel cuore di tutti noi con convinzione» – Corriere della Sera
3 Maggio 2010Card. Bagnasco: «L’unità dell’Italia è nel cuore di tutti noi con convinzione» – Corriere della Sera.
«Il bene comune dev’essere la stella polare per tutti, al fine di costruire un futuro veramente umano»
Il presidente della Cei: «Dobbiamo temere la propaganda spacciata per verità storica»
Card. Bagnasco: «L’unità dell’Italia
è nel cuore di tutti noi con convinzione»
«Il bene comune dev’essere la stella polare per tutti, al fine di costruire un futuro veramente umano»
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Il cardinale Angelo Bagnasco (Ansa) |
GENOVA – «L’unità d’Italia spero sia un tesoro nel cuore di tutti e di ciascuno, a cui tutti vogliano contribuire anche in modo diverso, ma con questo tesoro e convinzione che appartiene a tutti». Lo ha affermato l’arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), cardinale Angelo Bagnasco, al convegno per i 150 anni dell’Unità d’Italia promosso dalla Cei. «La Chiesa ha portato il suo contributo in ordine alla solidarietà e al senso del bene generale e per la storia presente, perché senza passato non ci sono né presente e né futuro». Una risposta indiretta alle parole del ministro Roberto Calderoli, il quale aveva detto che non era sicura la partecipazione della Lega per i 150 anni dell’Unità d’Italia, dichiarazioni che avevano provocato molte polemiche nel mondo politico.
BENE COMUNE – «Il bene comune deve essere la stella polare per tutti, al fine di costruire un futuro veramente umano per tutti», ha proseguito il cardinale. La storia di questi 150 anni di unità politica d’Italia «testimonia in modo inequivoco come, a condizione di un’elevata tensione morale, anche nei momenti più difficili, certo non meno di quelli attuali – ha proseguito Bagnasco – sia possibile perseguire e conseguire accordi che per lunghi periodi consentono una convivenza civile di grande qualità. L’unica cosa che dobbiamo temere – ha aggiunto il presidente della Cei – è una cattiva ricerca storica, una propaganda ideologica, di qualsiasi segno, spacciata per verità storica».
INDIFFERENZA – Il cardinale ha poi stigmatizzato anche «l’indifferenza verso le istituzioni», che «è una mancanza grave e crescente, e prelude alle più varie forme di frattura nel Paese (verticali e orizzontali) che lo renderebbero incapace di affrontare le sfide che gli si prentano. «Servono invece visioni grandi, non per fare retorica, ma per nutrire gli spiriti e seminare nuovo, ragionevole ottimismo».
NAPOLITANO – Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio di saluto al convegno: «Ancora una volta il contributo dei cattolici può risultare essenziale al fine di promuovere quel confronto aperto e costruttivo tra diversi orientamenti che è cruciale per l’attuazione delle necessarie riforme istituzionali e per il perseguimento di obiettivi di inclusione sociale e integrazione culturale».