Liberazione.it-Ferrero: «Fini non è un alleato, ma attenzione allo scontro interno al Pdl»

2 Maggio 2010 0 Di ken sharo

Liberazione.it.

Siamo o non siamo la sinistra europea? Rifondazione abbraccia solidale i lavoratori di Atene, Salonicco, delle altre città elleniche. La rivoluzione riposa ma non russa, la direzione del Prc si è data appuntamento di primo mattino in viale del Policlinico, nella “sala Libertini”. Da anni e anni il Prc si riunisce qua, dai tempi del segretario Garavini a quelli della diarchia Cossutta Bertinotti e poi ancora, fino all’assemblea odierna. Il segretario Ferrero fa il punto della situazione. «C’è una crisi profonda, che sta cambiando i rapporti sociali ed istituzionali in tutto il mondo. A cominciare dall’Europa». Il prezzo della crisi, va da sé, lo pagano i lavoratori, le persone comuni, non le banche. «L’Europa dei diritti – osserva Paolo Ferrero – subisce colpi, viene presa quotidianamente a schiaffi. La dimensione del conflitto che può aprirsi in Grecia in qualche modo ricordare il caso Argentina». Ci fu una gravissima crisi economica provocata dalle speculazioni dei soliti noti, i lavoratori arrivarono ad occupare le fabbriche e a rimetterle in attività, in autogestione. Il primo maggio parla di lavoro in tutto il mondo. «Rifondazione porterà in piazza la solidarietà ai compagni greci», dice ancora il segretario. Le cause della crisi vengono sintetizzate nel neoliberismo imperante e nello strapotere degli istituti di credito. «L’uscita dal tunnel passa per un nuovo protagonismo della sinistra, sociale ancor prima che politica. Anche perché – spiega Ferrero – non esistono ipotesi di autoriforma delle classi dirigenti. Insomma, non sarà Montezemolo a salvare i lavoratori, il lavoro, i salari, i diritti». Dall’Europa all’Italia la situazione non cambia. La particolarità della penisola sta però nei suoi protagonisti politici. Alla direzione di Rifondazione non può sfuggire l’intervista rilasciata al “Corriere della sera” da Massimo D’Alema. Al riguardo Ferrero osserva che ci sono due errori da evitare: «Dire che Fini potrebbe essere un alleato della sinistra così come fa D’Alema, ma anche minimizzare lo scontro che si è aperto all’interno del Pdl». Sulle sedie sella “sala Libertini” ci sono molte copie di “Liberazione”, ma anche gli altri quotidiani. Il pluralismo dell’informazione è essenziale per la crescita civile di una democrazia. Anche quello dei partiti è essenziale, nonostante la legge elettorale – di fatto – non lo permetta. Per Ferrero «il sistema bipolare è incrinato, al punto che potrebbe nascere un terzo polo». Dall’analisi si passa alle proposte.

«Da una parte un fronte unico di tutte le opposizioni (non solo parlamentari ma anche Pcl e Sinistra critica) per rendere meno puntiforme l’opposizione a Berlusconi, dall’altra un lavoro quotidiano, certosino di sostegno alle vertenze che si aprono praticamente ogni giorno sui luoghi di lavoro, sui temi dell’ambiente da tutelare, dei diritti civile da difendere, è così che si ricostituisce un partito sociale». Ferrero dà conto degli incontri con Pd e Sel («incoraggianti»). «Si sono detti disponibili a collaborare per difendere la democrazia costituzionale e per cambiare la legge elettorale». Ora gli interventi, per raccontare quel che accade nei territori, le mobilitazioni, a partire da quella per l’acqua pubblica. Per Rifondazione comunista la ripubblicizzazione del servizio idrico ha un valore non solo simbolico, una battaglia civile su cui è necessario impegnarsi a fondo. Roberta Fantozzi chiede al partito di generalizzare le pratiche di conflitto e di solidarietà. «Rifondazione deve essere in grado di partecipare alle vertenze e allargare sempre di più l’esperienza delle casse di solidarietà». Il 20 maggio del 1970, quarant’anni fa, veniva approvato lo Statuto dei lavoratori. «Il 20 maggio – aggiunge Fantozzi – sarà scelta come data simbolica per partire con le campagne per il reddito sociale, contro le delocalizzazioni, contro la precarietà». L’assemblea va avanti, senza nemmeno fermarsi per il pranzo. Basta un panino, in austerità comunista. Appoggiato su un tavolo subito fuori dalla sala della riunione, lo spuntino di mezzodì viene mangiato in piedi e poi di nuovo dentro, l’assemblea continua. Bruno Steri, coordinatore di “Essere comunisti”, propone una«manifestazione europea ad Atene». Subito dopo Leonardo Masella ricorda la drammatica situazione della sinistra italiana, tratteggia una Federazione in grado di parlare alle altre forze autonome dal Pd. La critica al capitalismo porta l’esponente del Prc emiliano a parlare di «uscita dall’euro». Per Alessandro Giardiello, “Falce e Martello” «il partito sociale va bene, ma da solo non basta per vincere la scommessa odierna». Imma Barbarossa spiega che per Rifondazione comunista la parola d’ordine deve essere aprirsi all’esterno. «Bisogna accelerare il percorso della Federazione», osserva Stefano Cristiano. La battaglia contro le privatizzazioni è al centro degli interventi di Maurizio Acerbo e Fabio Amato. Per il Prc è una questione basilare, si tratta di opporsi allo stato delle cose per cercare di cambiarlo. Tommaso Sodano si rammarica di fronte a un primo maggio senza corteo nazionale dei lavoratori. Stefano Zuccherini sposta di nuovo l’attenzione sull’Europa: «L’euro, la moneta fatta stato perde pezzi». Al riguardo Gianluca Schiavon aggiunge che «le banche sono il prodotto deteriore del modello europeo. Manifestiamo di fronte agli istituti di credito». Giovanni Russo Spena focalizza il suo intervento sul sud, che potrebbe finire definitivamente in ginocchio sotto i colpi della Lega e del federalismo fiscale in salsa padana. I diritti dei lavoratori – puntualizza Claudio Bellotti – non sono mai stati attaccati come in questi anni. Marco Savelli affronta il difficile tema della Federazione della sinistra: «Bisogna essere più chiari sul tipo di percorso e sul tipo di Federazione». Una sinistra che – sottolinea Ramon Mantovani – ha senso se anticapitalista. A Ferrero l’ultima parola per dire che la «Federazione deve essere uno spazio pubblico per la sinistra». Al tempo stesso il segretario non nasconde le difficoltà e segnala: «E’ complicato giocare una partita quando si manca di fiducia nei propri mezzi». Perché se il capitalismo sta male, anche la sinistra non se la passa troppo bene. Su la testa, dunque, perché ripartire si deve.

Frida Nacinovich