Nichi nei feudi del Pd (e salta la convention con Santoro)
8 Maggio 2010Vendola consegna i David di Donatello a Roma
“Sto pensando a pannelli fotovoltaici su tutte le case, voglio insistere ancora sull’eolico, abolire la tassa sull’agricoltura, che in tempi di crisi è obiettivo consistente…”. Nichi Vendola sa dove colpire. In Puglia per farsi sentire fuori: sull’energia pulita che di questi tempi è “sporcata” dagli affari loschi di cui è sospettato il coordinatore Pdl Verdini; sul mondo agricolo per cominciare a scalfire il primato della Lega nel settore. Semina dentro, diffusione fuori regione. Il che al momento non è obiettivo semplice, per il governatore che punta a essere il candidato del centrosinistra alle prossime politiche, indipendentemente da quando si terranno (nelle intenzioni), anche se la tempistica ha un suo peso (nella realtà). Un passo per volta e senza polveroni, che c’è chi gufa o rema contro (Bersani, Di Pietro…). Tanto quanto basta per non fare della Puglia un morbido esilio, che oggi non basta più. E così, di eolico e agricoltura il governatore parla ieri sera alla “Notte brava” (così sugli inviti) al Circolo degli Artisti di Roma, organizzata per il David di Donatello e un po’ costruita intorno a lui e la sua Puglia. Registi, attori, sceneggiatori, una cena a base di prodotti pugliesi e lui come unico leader politico presente: Nichi al posto di Veltroni dei tempi furono, Nichi nel locale più noto di Roma in quanto a eventi culturali, da sempre avamposto Ds e poi Pd. Perché “sì, anche la politica delle rape e del riso patate e cozze, così come del Negramaro, è un elemento di costruzione identitaria”, ammette Silvio Maselli, direttore dell’Apulia Film Commission, mente della serata per Nichi e ‘i Donatelli’ che è stata anche occasione per festeggiare i due anni e dieci mesi di vita della fondazione cinematografica.
Un passo alla volta e bisogna guardarsi le spalle. E sarebbero rimaste scoperte alla convention di fine maggio a Firenze, annunciata qualche giorno fa come occasione di lancio semi-ufficiale della candidatura di Nichi alle politiche. Santoro, De Magistris, Di Pietro e la sua ossessione che il centrosinistra scelga subito il leader, sarebbero stati tutti lì: poco ‘nuovo’, tanto ‘vecchio’ della politica e del sistema mediatico. Nichi a Firenze non ci sarà. “La cosa è saltata”, spiegano i suoi. E non per snobismo, bensì per la convinzione che, se c’è da andare avanti a sinistra, direzione Palazzo Chigi, lo stile deve essere impeccabile, gli errori vanno fiutati ed evitati. E Firenze si era messa in maniera tale da essere un errore, forse una trappola. Perché, ragionano nell’entourage del governatore, non c’è dubbio che Bersani e Di Pietro siano in qualche modo d’accordo per ‘eliminare’ la minaccia Vendola, quantomeno sono mossi dallo stesso timore, il rischio cioè di vedersi frantumare il partito sotto gli occhi. Un atteggiamento che peserà, soprattutto se si dovesse votare in autunno. Perché in questo caso, per via dei tempi stretti e di una sorta di emergenza nazionale per battere Berlusconi, potrebbe aver buon gioco chi nel centrosinistra è contrario alle primarie per la scelta del candidato premier. Certo, se dovesse nascere una spinta dal basso in questo senso, Nichi è pronto, perché l’altra convinzione dei suoi è che “lui deve essere pronto in qualsiasi momento”, sostiene Gennaro Migliore, anche lui alla serata al Circolo. E chi lo ha eletto governatore della Puglia capirà: “Loro più degli altri sanno quanto lui sia un’alternativa. Quindi, anche se col cuore lo vorrebbero lì a Bari, voterebbero in massa per mandarlo a Roma…”.
“Presidente! Però un minuto di attenzione ce lo può anche dare!”. Chi parla è un’attivista della Fabbrica di Nichi a Roma e non ce la fa più a fare la fila per parlare col governatore. Attira l’attenzione con una ‘risata suina’ e riesce ad aprirsi il varco. “Abbiamo fatto il Nichi bus per i fuorisede che volevano venire a votare alle primarie, il Nichi quiz perché chi sale sul bus deve essere testato su quanto sa di te. E anche il PicNichi…”. La certezza al momento è una sola: “Sono diventato un brand”, scherza il governatore. Anche la Fabbrica romana di Nichi si riunisce di solito al Circolo degli Artisti: “L’abbiamo chiesto e ci hanno dato lo spazio”. Colonizzazione di casa Pd, pezzo per pezzo. Nichi nemmeno lo sa, ma così va nella capitale. Del resto, come spiega, lui è solo “un operaio della Fabbrica”. “Presidente operaio!”, urla uno. Beccato. Ma almeno dalle Fabbriche non c’è da temere. Saltata Firenze, l’obiettivo è: metà giugno, stati generali delle ‘Fabbriche del Presidente’.