”Noi parassiti? Non è stato molto educato”. Botta e risposta Verdone-Brunetta
6 Maggio 2010
Roma, 6 mag. (Adnkronos/Ign) – ”Ammetto che ci sia stata un’aberrazione nel concedere finanziamenti a progetti veramente assurdi, è vero, ma il ministro Brunetta non è stato molto educato quando ci ha dipinto come degli sfaticati e dei parassiti. Si sarebbe dovuto arrabbiare con Paolo Sorrentino per il suo primo film ‘L’uomo in più’ e con Matteo Garrone per ‘L’imbalsamatore’ che hanno fatto incassi molto bassi. Adesso però sono la punta di diamante della nostra cinematografia”. Così, Carlo Verdone, ospite della puntata di Effetto Domino, in onda domani sera alle 22.30 su La7, commenta le dichiarazioni del ministro Brunetta rilasciate a Gubbio nel settembre scorso.
”Lui vede comunisti dappertutto – conclude Carlo Verdone – ma non è così. La verità è che la politica si è sempre interessata molto di più alla televisione che non al cinema, perché la televisione dà un ritorno di visibilità e il cinema no”.
La replica del ministro non si è fatta attendere. ”Al cinema italiano serve un’unica commissione esaminatrice: quella del mercato” ha dichiarato il ministro per la Pubblica amministrazione. ”Sarò stato anche poco educato – dice Brunetta – ma il concetto che ho espresso a suo tempo a Gubbio è argomentato con dovizia di analisi e statistiche nel libro ‘Cinema, Profondo Rosso’ che ho pubblicato nel 2007 e che è possibile scaricare integralmente dal sito www.freefoundation.com”.
”Mi fa piacere – prosegue – che il dottor Verdone ammetta, sia pure a denti stretti, quanto ho sempre denunciato. Facciamo mestieri differenti, e da ministro mi guardo bene dal recitare, tantomeno dall’essere ipocrita. Non giro in tondo alle questioni e vado dritto al punto: al cinema italiano non servono commissioni ministeriali più trasparenti e più lungimiranti. Al cinema italiano serve invece un’unica commissione esaminatrice: quella del mercato. Amo i film e coloro che rischiano le loro risorse e la loro creatività nel realizzarli. Resto senz’altro disponibile a confrontarmi su questi temi con il dottor Verdone, che apprezzo. Con buona educazione e pacatezza, certo, ma senza cedere di un millimetro dalle mie convinzioni. Le posate d’oro e i camerieri in ghingheri non hanno mai migliorato i piatti indigesti”, conclude il ministro.