La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Attacco alla Libia il Sar in stand-by

20 Marzo 2011 0 Di luna_rossa

 

 

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Attacco alla Libia il Sar in stand-by

di ANTONIO NEGRO

Stato d’allerta anche per gli equipaggi dell’84° Centro Sar di Brindisi dopo l’attacco scattato ieri contro il regime libico del colonnello Gheddafi. Gli elicotteri HH 3F della base brindisina del Sar – reparto dell’Aeronautica militare italiana specializzato in operazioni di ricerca e soccorso aereo – sono in stand by e, al pari di diverse altre strutture militari nazionali, hanno predisposto tutte le misure previste dalla classificazione internazionale standard per questo innalzato livello di allarme. Di fatto, gli elicotteri del Centro Sar potrebbero essere chiamati a intervenire nel malaugurato caso in cui qualche pilota delle forze della coalizione impegnate nei raid di queste ore fosse costretto a paracadutarsi o ad effettuare un atterraggio di fortuna in territorio nemico, magari perché colpito dalla difesa libica. Uno scenario non altamente probabile – considerando anche l’enorme divario tecnologico tra i mezzi delle forze che si contrappongono in questa fase – ma che, tuttavia, non si può escludere totalmente. In un simile frangente gli equipaggi del Sar (a bordo di ogni elicottero sono presenti 2 piloti, 2 tecnici di volo 1 aerosoccorritore e personale medico militare) avrebbero il delicato compito di individuare e recuperare, in territorio o in acque nemiche, i piloti della coalizione abbattuti. In uno scenario simile gli uomini del Sar sarebbero altamente qualificati ad operare – naturalmente con un’adeguata copertura da parte di unità navali e caccia alleati – nel più breve tempo possibile, per evitare che gli stessi piloti da salvare finissero prigionieri delle forze libiche.

Va detto, poi, che un eventuale intervento di questo tipo sarebbe comunque da concordare con tutte le altre forze impegnate in queste ore sullo scenario operativo, anche perché ciascuna forza armata attualmente dislocata nel Golfo della Sirte o nei cieli di Libia, dispone di propri reparti specializzati in ricerca e soccorso pronti a intervenire al seguito dei propri uomini. Oltre che per la presenza di una base Sar, poi, Brindisi è interessata dalle vicende in atto in Libia anche per un altro aspetto, tutt’altro che secondario, legato alla tutela dei potenziali obiettivi sensibili, per i quali il livello di sorveglianza è stato aumentato su tutto il territorio nazionale.

La concentrazione di questi siti a Brindisi è piuttosto elevata, a cominciare dalla base di peacekeeping dell’Onu che – sebbene sia dedita sostanzialmente a missioni di tipo umanitario – è pur sempre un braccio operativo di quell’organizzazione internazionale che poche ore fa, attraverso la risoluzione 1973, ha dato mandato alla coalizione internazionale di fermare il rais libico ricorrendo all’uso della forza. E sebbene la Libia – almeno sulla base delle conoscenze in possesso dei servizi di sicurezza occidentali – non disporrebbe di armamenti in grado di consentirle una ritorsione diretta contro il territorio italiano, non si può considerare impossibile un rischio di questo tipo che, per quanto assai remoto, potrebbe determinare (e la storia di Gheddafi insegna che non sarebbe la prima volta) anche allarmi anti- terrorismo. Da qui l’innalzamento dell’attenzione a Brindisi, non solo attorno alla base Onu ma anche, più in generale, nei confronti di porto, aeroporto centrali elettriche e stabilimento petrolchimico.