La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Profughi in Puglia 547 arrivati a Taranto gridano: viva l’Italia E’ giallo sul loro status

27 Marzo 2011 0 Di luna_rossa

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Profughi in Puglia 547 arrivati a Taranto gridano: viva l’Italia E’ giallo sul loro status

TARANTO – Ha ormeggiato nella base navale di Mar Grande, a Taranto, la nave San Marco della Marina militare, che ha trasportato da Lampedusa 547 profughi (tutti uomini, un solo minore) destinati al centro di identificazione ed espulsione di Manduria (Taranto). Sei  i pullman messi a disposizione dalla Marina militare e una azienda per condurre i profughi alla tendopoli. Presenti anche ambulanze con centri mobili di rianimazione e una quindicina di camionette di carabinieri e polizia, per il servizio di scorta. La nave, che ha attraccato alla banchina solitamente riservata alla portaerei Garibaldi, nelle prossime ore ripartirà per Lampedusa.

I profughi giunti a Taranto sono tutti uomini tunisini di età compresa fra i 18 e i 35 amni. C’è un solo minore di 17 anni.

ORE 9:30 – La nave San Marco è comparsa nella rada della base navale di Mar Grande a Taranto intorno alle 8.30 ed ha cominciato le manovre di avvicinamento in banchina aiutata da due rimorchiatori, Punta Campanella e Magna Grecia. Alle 9.20, finito l’attracco, il portellone posteriore della nave è stato abbassato e dieci minuti dopo sono sbarcati i primi profughi. Il breve tragitto, una quindicina di metri, dalla nave ai pullman in attesa lo hanno compiuto attraversando un corridoio di transenne sorvegliato da poliziotti e carabinieri. Le persone sbarcate avevano con se una busta di plastica o uno zainetto con pochi effetti personali e stringevano nelle mani una bottiglietta d’acqua e una merendina consegnata loro poco prima dello sbarco.
profughi tunisini arrivati a Taranto (foto Todaro)ORE 10:00 – Alcuni si coprivano il volto, altri gridavano «viva l’Italia», altri ancora facevano sberleffi alle telecamere. Nessuno dei profughi sbarcati al porto di Taranto da Nave San Marco portava con sè bagagli, solo qualche busta, in mano una brioche o una bottiglietta d’acqua.

I primi sei bus, ciascuno con 56 clandestini a bordo, sono partiti alla volta della tendopoli di Manduria. Gli stessi pullman dovranno tornare indietro per prelevare il secondo blocco di profughi. Imponente lo spiegamento di forze dell’ordine. Pochi clandestini hanno risposto alle domande dei giornalisti. Alcuni di essi parlano in italiano. «Abbiamo pagato 1.000 euro agli scafisti e il viaggio – ha detto uno dei clandestini tunisini – è durato 28 ore. A Manduria saremo di passaggio. Alcuni di noi vogliono andare in Francia, o in Germania, oppure in Belgio –  dove, raccontano alcuni hanno famiglia -. Per ora chiediamo asilo umanitario».

ORE 10:50 – Le operazioni di sbarco del primo contingente si sono concluse in circa tre quarti d’ora. I pullman, scortati dalla Polizia stradale, hanno quindi raggiunto la tendopoli allestita nei giorni scorsi in 48 ore tra Manduria e Oria. I pullman sono poi ritornati in tarda mattinata a Taranto, alla base della Marina, per riprendere gli altri tunisini nel frattempo rimasti a bordo della San Marco.

ORE 11:15 – Alcuni dei clandestini non si sono sottratti alle domande dei giornalisti e hanno raccontato la loro odissea. Parlano delle condizioni difficili nelle quali si trova il loro Paese: «Fuggiamo dalla guerra», dicono. «Io – racconta uno – ho lavorato duramente per guadagnare i soldi, mille euro, per pagare gli scafisti. Nel mio paese la situazione è difficilissima, fuggiamo dalla guerra e abbiamo paura. Ma noi vogliamo solo cercare un posto per vivere una vita dignitosa, non siamo terroristi».

profughi tunisini arrivati a Taranto (foto Todaro)ORE 11:45 – Alle 11.30 è arrivato nella tendopoli di manduria il primo contigente di profughi tunisini che alle 9.30 di oggi era sbarcato nella base della Marina di Taranto dalla nave San Marco. I profughi sono arrivati a bordo di sei pullman scortati dalla Polstrada e sono entrati direttamente nella zona della tendopoli dove sono stati ultimati i lavori di allestimento. In un’altra parte della stessa tendopoli, invece, i lavori stanno proseguendo, il che fa presupporre, dicono gli amministratori comunali di Manduria, che lo stesso campo potrebbe ampliare la sua ricettività ed accogliere sino a 2mila persone. Questo è un problema che domani gli amministratori di Manduria porranno al sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, che parteciperà ad un Consiglio comunale tematico sulla questione profughi.

Il campo di Manduria, che negli anni ’40 era una pista di aviazione usata dagli americani, negli ultimi tempi è stato utilizzato dal battaglione San Marco e dall’Esercito con finalità di esercitazione. Da venerdì mattina sino a tutt’ora l’area, che è sulla provinciale che collega Manduria, nel Tarantino, a Oria, nel Brindisino, è stata presa in consegna dai Vigili del fuoco e da personale delle imprese incaricate dal Comune di Manduria i quali hanno provveduto ad una serie di lavori per la predisposizione e l’allestimento non solo delle tende, fornite dalla Protezione civile, ma anche di tutti i servizi necessari

ORE 12:00 – «Questi non sono profughi ma clandestini. la sicurezza del territorio è a rischio. nessuno ci garantisce che queste persone arrivate nella tendopoli tra manduria e oria possano fuggire e compiere atti di illegalità non dovevano essere assolutamente portati qui o, quantomeno, non nelle condizioni in cui sta avvenendo adesso. non ci sentiamo affatto tutelati, nè protetti. oltretutto i lavori ancora in corso nella tendopoli ci fanno capire che arriveranno ancora molte altre persone. qui rischiamo di averne quattromila, un numero assolutamente intollerabile». Così il presidente della provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, che stamattina era al campo allestito tra manduria e oria all’arrivo del primo contingente di tunisini sbarcato a taranto dalla nave della marina San Marco. con ferrarese, presenti anche il consigliere regionale euprepio curto dell’udc e il sindaco di Manduria, paolo tommasino del pdl. a manduria giornalisti e cameramen sono stati tenuti a distanza dai tunisini al contrario di quanto avvenuto a Taranto, dove ai giornalisti è stato comunque permesso di scambiare qualche battuta veloce dai finestrini aperti con le persone che, una volta sbarcate, erano a bordo dei pullman in attesa di partire per la tendopoli.

(le foto sono di Massimo Todaro)