Lampedusa: “Abbiamo fame e sete” migliaia di tunisini in rivolta – Palermo – Repubblica.it

25 Marzo 2011 0 Di luna_rossa

 

Lampedusa: “Abbiamo fame e sete” migliaia di tunisini in rivolta – Palermo – Repubblica.it.

 

 

 

Protestano gli oltre duemila nordafricani ammassati sulla banchina del porto e davanti alla collinetta vicino all’approdo. Presi d’assalto i sacchetti con i generi di conforto. La nave San Marco è ancora in rada, il prossimo viaggio sarà verso la Puglia. E cominciano le traversate anche dalla Libia: un peschereccio partito da Tripoli è stato intercettato dalla Guardia costiera.  I ministri Maroni e Frattini hanno incontrato il premier tunisino. Per bloccare le partenze degli immigrati l’Italia fornirà al paese nordafricano mezzi, addestramento e una linea di credito per 150 milioni di euro

di FRANCESCO VIVIANO

LAMPEDUSA – Tunisini in rivolta a Lampedusa. Sono in migliaia e sono gli stessi che da giorni stazionano davanti alla banchina e alla collinetta vicina al porto. Assaltato il container con i sacchetti pieni di generi di conforto. I tunisini chiedono più cibo, acqua e sigarette. La nave militare San Marco, che dovrebbe trasferire 500 immigrati nei centri di accoglienza, resta ancorata. Il prossimo viaggio non dovrebbe avere più la destinazione di Mineo, bensì un’area attrezzata in Puglia.

Arrivi dalla Libia. In viaggio anche una carretta del mare partita da Tripoli. Il peschereccio, in difficoltà, è stato intercettato dalla Guardia costiera. La situazione è costantemente monitorata dalla centrale operativa delle Capitanerie di porto. L’Sos era stato raccolto da un’immigrata residente ad Agrigento che aveva ricevuto la chiamata col telefono satellitare dalla sorella che è tra i passeggeri dell’imbarcazione. Il peschereccio, secondo quanto si è appreso, è salpato da Tripoli e sarebbe la prima imbarcazione carica di immigrati a partire dalla Libia dopo l’inizio del conflitto.

A Lampedusa, attualmente, sono presenti 4.800 immigrati. Ma circa 800 dovranno essere trasferiti con la “San Marco” e con voli speciali. Dei tunisini, 2.500 sono alloggiati nel Cie, 220 in una struttura messa a disposizione dalla parrocchia di San Gerlando, mentre i rimanenti si dividono tra la stazione marittima del porto e le tende di fortuna sparpagliate ovunque nell’isola. Dopo un sopralluogo effettuato questa mattina, anche la base Loran, usata precedentemente dalla Nato, da oggi verrà adibita al ricovero di circa 200 immigrati.

Ma la nave “San Marco” resta ancora in rada. I 500 clandestini che dovrebbe trasportare oggi potrebbero andare in un’area attrezzata della Puglia e non al Villaggio della solidarietà di Mineo (Catania), dove 498 tunisini erano già stati trasferiti ieri, tra le proteste dei sindaci. Il governatore siciliano Raffaele Lombardo è tornato a criticare la scelta di Mineo: “E’ un lager”.

Lombardo: “Il Villaggio di Mineo è un lager”

FOTO La protesta dei sindaci davanti al villaggio di Mineo

Vertice in Tunisia. I ministri degli Interni e degli Esteri, Roberto Maroni e Franco Frattini, sono andati questa mattina a Tunisi per una serie di incontri istituzionali con l’obiettivo di frenare i viaggi dei tunisini verso Lampedusa. Impegni sono stati presi dalle autorità tunisine per contrastare le partenze dei migranti. Lo hanno detto Maroni e Frattini dopo i colloqui con il primo ministro Caid Essebsi e con i ministri dell’Interno e degli Esteri del paese nordafricano. L’Italia fornirà in cambio mezzi, addestramento e una linea di credito per 150 milioni di euro.

“Abbiamo chiesto al governo tunisino  –  ha spiegato Maroni  –  di rafforzare i controlli marittimi: è una preoccupazione ben presente in loro, ci hanno detto che intensificheranno la vigilanza”. E’, ha aggiunto, “un risultato positivo e incoraggiante che, se sarà seguito da fatti concreti, potrà bloccare i flussi che in due mesi e mezzo hanno portato 15.700 tunisini a Lampedusa”.

Fermato uno yacht. Sono stati accompagnati in un centro di prima accoglienza, intanto, i 44 migranti intercettati ieri sera su una barca a vela da un pattugliatore della Guardia di finanza, a circa 6 miglia dalle coste siracusane. Gli extracomunitari, tra cui 11 donne, due delle quali incinte, e sette bambini, sono di nazionalità turca, siriana e irachena. L’imbarcazione, un motoveliero di circa 12 metri, è stata scortata fino al porto di Siracusa e posta sotto sequestro. Nel corso dell’operazione, coordinata dal Gruppo aeronavale della Guardia di finanza di Messina, sono stati fermati anche i presunti scafisti: sono due cittadini georgiani. Indagini sono in corso per risalire agli organizzatori del traffico di immigrati.

La vita dei migranti La protesta degli abitanti

L’emergenza acqua.
Ieri l’amministrazione comunale ha annunciato che sull’isola l’acqua potabile non è più sufficiente. E la richiesta di una fornitura straordinaria di ventimila metri cubi, fatta già da un mese, non ha avuto ad oggi copertura economica da parte del ministero della Difesa. Tra isolani, clandestini e forze dell’ordine, sull’isola attualmente sono presenti 11 mila persone.