Ma il Pd è di sinistra? – LIBERAZIONE.IT

25 Marzo 2011 1 Di luna_rossa

Ma il Pd è di sinistra? – LIBERAZIONE.IT.

immagine web da redazione N.R.

Se un effetto positivo l’attacco in Libia lo ha avuto è quello di aver sollevato il coperchio dell’ipocrisia. Mai come in questa occasione è stato così evidente come la cosiddetta comunità internazionale (le potenze occidentali in primis) non si faccia scrupolo alcuno di scatenare una guerra per meri interessi “di bottega” e addirittura per personalismi e megalomanie dei suoi leader. Non che in altre occasioni simili sia stato diverso, solo che questa volta non si sono nemmeno presi la briga di nasconderlo.
Il che sembrerebbe aver avuto un altro effetto, paradossale questa volta. Quello, per dirla con Pierluigi Battista, dello scambio dei ruoli tra destra e sinistra: la prima diventata pacifista, la seconda guerrafondaia. Ma questa appare una lettura superficiale, a meno che l’editorialista del Corrierone non volesse essere ironico.
Intanto, Battista sa bene che la “sinistra” non finisce col Pd o con Vendola, anche se è quello che vuole lasciar intendere ai suoi lettori; d’altra parte, si sa, la consegna di questi tempi è: vietato parlare dei comunisti (cioè del Prc e della Federazione della sinistra) se non per dargli addosso (ve lo immaginate se noi a Liberazioneavessimo fatto titoli come quelli di LiberoCome minimo ci avrebbero accusato di essere “amici del dittatore”). E siccome “questa” sinistra sulla guerra non ha cambiato idea e dunque non si prestava al gioco dello scambio dei ruoli, meglio ignorarla. Per la cronaca: questo giornale, a differenza di altri, si è schierato contro l’intervento in Libia ancora prima che iniziasse, perché l’ambiguità e l’ipocrisia di motivazioni e obiettivi erano già fin troppo chiari.
Ma il punto non è nemmeno questo. La superficialità sta nel fatto che non è per nulla vero che ci sia stato scambio di ruoli. A ben vedere, infatti, il Pd ha da tempo indossato l’elmetto (basta guardare indietro fino al Kosovo). Solo che questa volta, semplicemente, i democratici hanno gettato la maschera, arrivando al paradosso di non votare la mozione del governo perché troppo “leghista” (cioè troppo “pacifista”).
Per non dire del fatto che il Pd ha votato a favore del trattato di amicizia con la Libia e ora sgomita per andare a bombardarla. Parafrasando un compagno e collega oggi scomparso, Giancarlo Lannutti, non siamo noi che ci siamo spostati a sinistra, sono gli altri che si sono spostati a destra. Oppure si potrebbe citare Paul Valéry: «Non sempre sono del mio parere». Ecco appunto, la domanda giusta dovrebbe essere: ma il Pd è di sinistra?
Quanto alla destra, è tutto da dimostrare che sia diventata pacifista. Il governo Berlusconi semplicemente manca di una politica ancorché estera, per cui oscilla un po’ di qua e un po’ di la a seconda degli interessi (appunto) del momento (e nemmeno si capisce se si tratta degli interessi del paese o quelli personali del premier). A reggere la barra, in questo caso, è la Lega di Bossi (appoggiata dall’<+Cors>house organ<+Tondo> di Feltri e Belpietro). La quale non per la prima volta si dissocia da certa foga bellicista, ma, si converrà, non esattamente per pacifismo. Partito pragmatico, il Carroccio guarda sempre con attenzione agli umori della sua base ed a quelli principalmente si ispira, anche a costo di contorsionismi politici: infatti, poi, non chiede che l’Italia esca dal conflitto e vota con il governo.
Insomma, tra destra e “sinistra”, finisce che ha ragione Winston Churchill: «Il rimangiarmi le mie parole non mi ha mai dato l’indigestione».

Romina Velchi