Quotidiano Net – Sommergibile Gb lancia raffica di Tomahawak La Russa: “I Tornado non hanno mai sparato”

24 Marzo 2011 0 Di ken sharo

 

 

Quotidiano Net – Sommergibile Gb lancia raffica di Tomahawak La Russa: “I Tornado non hanno mai sparato”.

Tripoli, 24 marzo 2011 – Nel sesto giorno di offensiva della coalizione internazionale, anche stamattina Tripoli si è svegliata con i colpi d’arma da fuoco della contraerea e potenti esplosioni. La contraerea è entrata in azione alle 5.30; subito dopo hanno avuto luogo forti esplosioni, riecheggiate in tutta la capitale.

E mentre la politica discute, la diplomazia si divide e gli Stati ‘litigano’ sull’opportunità di un comando Nato delle operazioni in Libia, proseguono con intensità i bombardamenti della coalizione e gli scontri a fuoco tra ribelli e truppe di Gheddafi.

Per tutta la notte ci sono stati attacchi e incursioni aeree. Secondo il regime, sarebbe stata colpita Tajura, un sobborgo “residenziale” di Tripoli: “I bombardamenti dell’aggressore colonialista hanno provocato un numero importante di morti fra i civili”, ha fatto sapere l’agenzia ufficiale Jana. Alcuni responsabili del regime hanno mostrato ai giornalisti 18 corpi carbonizzati, in un ospedale della capitale: si tratterebbe di militare e civili colpiti nella notte dalla coalizione.

Le forze fedeli al regime di Muammar Gheddafi hanno bombardato inoltre il principale ospedale di Misurata e alcune abitazioni della terza città della Libia, situata a 200 chilometri a est di Tripoli. “La situazione è pessima, molto grave qui a Misurata. I carri armati stanno bombardando l’ospedale e alcune abitazioni”, ha affermato un portavoce dei ribelli. E le società nazionali per la fornitura di acqua, energia elettrica e telecomunicazioni hanno affermato che le loro reti in città sono state danneggiate in seguito ad “azioni di sabotaggio” e alle incursioni della coalizione.

Intanto ieri, sono arrivate le nuove valutazioni dell’Eliseo sull’andamento delle operazioni. La presidenza francese ha invitato tutti i cittadini libici ad abbandonare il regime e a “unirsi all’opposizione” per avviare “la transizione democratica”. Il capo dello Stato, Nicolas Sarkozy, ha confermato il suo sì all’opportunità di affidare il comando delle operazioni militari alla Nato, ma solo “per comodità”, per sfruttare “strutture di comando già esistenti, senza inventarne di nuove”.
Oggi, comunque, riprenderanno le discussioni alla Nato: qualora si finisse per dare luce verde al coinvolgimento dell’Alleanza, il coordinamento verrebbe effettuato dal comando Nato di Napoli, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche francesi; finora, la Nato ha accettato solo l’incarico della sorveglianza navale dell’embargo sulle armi alla Libia, missione sotto comando italiano.

“Possiamo essere fieri di ciò che è già stato fatto” in Libia”, ha comunque commentato l’Eliseo. “Si è riusciti a ridurre in modo molto sensibile il numero delle vittime civili da parte delle truppe di Gheddafi, si è riusciti a rompere l’accerchiamento di Bengasi e si è riusciti a ridurre le capacità militari del colonnello in modo notevole”, ha sottolineato la presidenza francese, ricordando che “per il resto, spetta al popolo libico, e solo ad esso, determinare il suo futuro e scegliere i suoi dirigenti”.

LA RUSSA “NON ABBIAMO MAI SPARATO” – Gli aerei italiani messi a disposizione dall’Italia per le operazioni militari internazionali contro il regime di Muammar Gheddafi hanno compiuto “10 missioni e 32 sortite”: lo ha detto oggi alla Camera il ministro della Difesa Ignazio La Russa, in vista di un nuovo voto sulla missione internazionale voluta dalle Nazioni Unite. Durante le operazioni dei Tornado italiani “non sono state rilevate emissioni radar della difesa aerea libica e dunque non è stato necessario un intervento attivo dei sistemi d’arma di bordo”, ha precisato La Russa.

“Tra gli assetti” messi a disposizione dall’Italia “non figurano Tornado in tradizionale configurazione di attacco”: “una scelta fatta in piena concordanza con la coalizione e senza alcun contrasto”, ha aggiunto il ministro.

PIOGGIA DI TOMAHAWK – Un sommergibile britannico ha lanciato un nuova salve di missili Tomahawk contro i sistemi di difesa antiaerea del regime di Muammar Gheddafi, in Libia, nell’ambito di un attacco coordinato della coalizione internazionale: lo ha annunciato oggi il ministero britannico della Difesa.

“Le forze armate britanniche hanno nuovamente partecipato ad un attacco coordinato contro il sistema libico di difesa antiaerea, in sostegno alla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell’Onu” adottata il 17 marzo, ha annunciato un portavoce delle forze armate, il generale di divisione John Lorimer.

I missili guidati Tomahawk sono stati lanciati da un sommergibile, è stato aggiunto in un comunicato, senza dare ulteriori precisazioni sugli obiettivi e il risultato di questo attacco.

VERI: “EMBARGO SEVERO” – Il comando navale di Napoli annuncia un “embargo severo, fino all’abbordaggio forzato di navi” sospettate di portare armi verso la Libia. Lo ha dichiarato l’ammiraglio Rinaldo Veri, che guida la componente marittima del comando congiunto Nato di Napoli, durante una conferenza stampa a Bagnoli.

Il comando Navale di Napoli assicura che “avremo mezzi sufficienti per attuare l’embargo”.

RIBELLI: ADDESTRATI 17MILA – Sono ex insegnanti di musica, pasticceri, contabili. Vestono abiti borghesi e tutti, insieme, sono intenzionati a metter fine al regime di Muammar Gheddafi. Sono i ribelli di Bengasi, dove ha sede il Consiglio nazionale transitorio libico. ‘’Non e’ vero che la situazione e’ nel caos’’, dice da Bengasi il portavoce dei ribelli, Mustafa Gheriani, rispondendo a distanza alle accuse formulate dal Colonnello Muammar Gheddafi. In campo, spiega alla Bbc, vi sono ben 17mila soldati dei ribelli. Che soldati veri e propri non sono, ammette, precisando che si tratta di civili che hanno abbandonato la loro professione per unirsi alla rivoluzione contro il colonnello.

‘’E’ in corso proprio ora un addestramento militare’’ per questi volontari, aggiunge Gheriani, ex lavoratore edile che ha sposato la causa degli insorti per rovesciare il regime. ‘’Il ragazzo’’, dice riferendosi a Gheddafi, ‘’e’ pazzo e sta conducendo in prima persona la distruzione di tutto il popolo libico, fino all’ultimo uomo’’.