Comizio di Berlusconi fuori dal tribunale “Soldi a Ruby perché non si prostituisse” – Repubblica.it
11 Aprile 2011 0 Di luna_rossaComizio di Berlusconi fuori dal tribunale “Soldi a Ruby perché non si prostituisse” – Repubblica.it.
Imponenti misure di sicurezza per il premier al processo sui diritti tv Mediaset, in cui è imputato per frode fiscale. Circa 200 i supporter del presidente del Consiglio. Che attacca i pm e torna sulle accuse di favoreggiamento della prostituzione. Ma che a fine udienza loda i giudici: “Gentili e professionali, mi aspetto giudizio sereno e obiettivo”. La replica di Bruti Liberati: noi lavoriamo per il Paese
MILANO – Accolto dalla claque dei sostenitori in attesa, Silvio Berlusconi arriva a Palazzo di Giustizia a Milano per essere presente all’udienza del processo sui diritti televisivi Mediaset, in cui è imputato per frode fiscale assieme ad altre dieci persone 1, tra cui Fedele Confalonieri e il produttore e intermediario americano Frank Agrama 2. A fine mattinata l’udienza viene aggiornata alle 15, dopo che la Corte si è ritirata in camera di consiglio per deliberare sulle richieste presentate dalle parti, in particolare sulla eventuale riduzione della lista dei testimoni. “Ho passato una mattinata surreale”, commenta il premier uscendo dall’aula. Qualche ora prima, all’arrivo, aveva provato a ribaltare i ruoli – da imputato ad accusatore – con un nuovo show davanti ai cronisti, incentrato soprattutto sulla magistratura arma di quella politica che vuole farlo fuori.
Berlusconi torna dunque ad attaccare i pm, ma riserva parole concilianti al collegio giudicante, uscendo dal Palazzo di Giustizia nel pomeriggio, al termine dell’udienza. “Credo davvero che ci si possa attendere un giudizio sereno e obiettivo – dice il premier -. Ho avuto un breve scambio di saluti con il presidente del collegio, il dottor Edoardo D’Avossa. Ho notato una grande professionalità e ho riportato in generale
l’impressione di persone
molto gentili, con un tratto di cortesia e di rispetto che mi ha fatto piacere. Durante gli interrogatori dei testi il presidente ha effettuato interventi molto appropriati e tutto il collegio si è mostrato attento e scrupoloso”.
Fango e magistrati. Al suo arrivo il premier fa dell’ironia, “aiccome c’è da fare poco al governo, sono qui a trovare un’occupazione”, dice, poi attacca la magistratura, “ce n’è una parte che lavora contro il Paese, è stato gettato un fango incredibile, su di me che in fondo sono un signore ricco, ma anche su tutto il Paese” e dunque una “situazione insostenibile” che rende necessaria “una riforma della giustizia, che non è affatto punitiva ma serve a portare la magistratura a essere quello che deve essere, non quello che è oggi come arma di lotta politica”. E ricorda ancora una volta di aver partecipato “a 2.566 udienze, nessuno al mondo ha avuto da difendersi così tanto”, senza contare che tutti questi procedimenti hanno “un costo incredibile 6“.
Bruti Liberati: “Magistrati lavorano per il Paese”. “I magistrati italiani e milanesi lavorano ogni giorno per il Paese nell’adempimento del proprio compito, per essere servi della legge”. Così il procuratore aggiunto di Milano, Edmondo Bruti Liberati, risponde a distanza alle accuse di Silvio Berlusconi, secondo il quale i magistrati lavorano “contro il Paese”. Bruti Liberati è intervenuto durante una conferenza stampa sulla ‘ndrangheta.
Botta e risposta col pm De Pasquale. In una pausa del procedimento, il premier stringe la mano al pm Fabio De Pasquale, che rappresenta l’accusa nell’ambito del processo milanese sui diritti tv. “Lei è quello cattivo” dice Berlusconi al magistrato, che invita il leader del Pdl a “contenersi”. “Si contenga lei con le accuse”, ribatte Berlusconi. “Le accuse sono il mio lavoro, le battute no”, la controreplica di De Pasquale.
Il presidente del Tribunale: “Manifestazioni fastidiose”. In una lettera inviata a tutti i magistrati, il Presidente del Tribunale, Livia Pomodoro, e il Presidente facente funzione della Corte d’Appello, Giuseppe Tarantola, definiscono “fastidiosa e di intralcio” la manifestazione inscenata all’esterno del Palazzo di Giustizia, “Intendiamo protestare con le Autorità competenti al fine di evitare il disagio per coloro che quotidianamente frequentano il Palazzo di Giustizia. E, ovviamente, per assicurare la dovuta dignità a coloro i quali amministrano la giustizia a Milano”.
“Accuse inventate”. Quelle su Mediatrade sono “accuse completamente inventate” dice il Cavaliere, che alla parola “condanna” risponde “ma neanche per sogno”. Né si tirerà indietro se ci sarà bisogno di parlare, “dipende da quanto le sparano grosse, se ci sarà da intervenire lo farò”.
Ruby, “pagata per evitare che si prostituisse”. I cronisti gli chiedono del caso Ruby, lui spiega che “le ho dato dei soldi per evitare che si prostituisse, le avevo dato la possibilità di entrare in un centro estetico con un’amica, che lei avrebbe potuto realizzare se portava un laser per la depilazione, per un importo che a me sembrava di 45mila euro. Invece lei ha dichiarato di 60mila e io ho dato l’incarico di darle questi soldi per sottrarla a qualunque necessità, per non costringerla a fare la prostituta e portarla anzi nella direzione contraria”.
L'”incidente diplomatico”. Quanto a quella telefonata con la Questura di Milano, la notte tra il 27 e 28 maggio 2010, il su9o intervento – spiega – fu dettato dalla volontà di “evitare un incidente diplomatico”. “Ho chiesto un’informazione, preoccupato per una situazione che poteva dar luogo a un incidente diplomatico. Successivamente mi è stato risposto che la ragazza non era egiziana, ed è caduto tutto. Quindi non c’è alcuna concussione. Accuse risibili, demenziali e infondate”. E la ragazza “ha sempre detto di non avere mai ricevuto avance da parte mia”. Né contano le intercettazioni telefoniche, che “in un Paese serio non sono una prova perché assolutamente manipolabili”. E poi, “quando si parla al telefono sul far della notte, si è più in una zona onirica che nella zona della realtà”.
Il comizio. Uscito dal Palazzo di Giustizia, Berlusconi ha inscenato un comizio, di fronte a un centinaio di supporter arrivati per acclamarlo fin dal mattino. “Abbiamo sentito alcuni testimoni – ha detto – vengo via con una sensazione drammatica di perdere tempo”. E poi di nuovo le accuse alla magistratura, il fango gettato su di lui e sul Paese. Battibecco con Giuseppe d’Avanzo di Repubblica, che gli chiede perché non abbia reso dichiarazioni ai giudici invece che alla stampa. “Senta, signor Stalin – replica il premier – lei di che giornale è?”; “Repubblica” è la risposta. E il premier: “Ecco, appunto, grazie”.
Le reazioni. Di “comiziaccio al limite dell’eversione” parla Enrico Letta del Pd. “Faccio un appello al centrodestra, che ha vinto le elezioni e ha diritto di governare fino al 2013, ma per favore cambi il presidente del Consiglio perché sarebbe utile per l’Italia e lo stesso centrodestra”. “E’ Berlusconi che è impegnato tutti i giorni a demolire i giudici, non il contrario” commenta il leader Udc Pier Ferdinando Casini, dopo aver definito Berlusconi “un disco rotto che ha stancato gli italiani”. Di eversione parla anche Antonio Di Pietro. “Siamo arrivati alla prova provata di uno stato di eversione in atto – dichiara il presidente dell’Italia dei Valori -. Berlusconi è la massima carica del governo e rifiuta le regole dello Stato di diritto e il controllo della legalità”. “Chiediamo al presidente della Repubblica di assumere le conseguenti decisioni prima che sia troppo tardi” conclude Di Pietro. Il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, rileva ironicamente come Berlusconi sia riuscito nella “impresa impossibile” di “conciliare l’inconciliabile”. Ovvero, “sostenere di avere dato dei soldi a Ruby per evitare che s’avviasse alla prostituzione” e, al tempo stesso, essere “convinto che la ragazza fosse la nipote di Mubarak”. Un “corto circuito del buonsenso”, conclude la Finocchiaro. (11 aprile 2011)