Genchi assolto dal tribunale di Roma “Nessun accesso illegale a banche dati” – Palermo – Repubblica.it
14 Aprile 2011Il consulente informatico di tante procure italiane era stato chiamato in causa per alcune consultazioni ritenute abusive dell’anagrafe dell’agenzia delle Entrate. Lui si è sempre difeso sostenendo che quelle erano attività che rientravano nelle indagini delegate dalla magistratura
di SALVO PALAZZOLO
Era stato accusato dalla Procura di Roma di aver eseguito numerosi accessi abusivi al sistema informatico Siatel, l’anagrafe dei tributi locali dell’agenzia delle Entrate. Nell’ambito della stessa inchiesta, gli era stato sequestrato anche il suo archivio. Gioacchino Genchi, il consulente informatico di tante procure italiane, è stato assolto dal gup del tribunale di Roma, Marina Finiti, “perché il fatto non sussiste”. Era stato lo stesso pubblico ministero, Maria Cristina Palaia, a sollecitare l’assoluzione di Genchi con la formula piena.
A Genchi era stato contestato di avere consultato il sistema informatico dell’agenzia delle Entrate per verificare, “senza giustificazioni investigative o consulenziali”, le posizioni di 238 persone fisiche e di otto enti e aziende. Alla base delle indagini, il rapporto del direttore dell’Agenzia, Stefano Crociata, e gli accertamenti del Ros dei carabinieri.
Il consulente ha invece sostenuto che gli accessi alla banca dati rientravano nelle attività d’indagine che gli erano state delegate dalla magistratura. Il caso più eclatante per cui Genchi era stato chiamato in causa era quello che riguardava il maresciallo del Ros Giorgio Riolo. E’ bastato produrre la sentenza di condanna di Riolo per spiegare al giudice che il sottufficiale era una delle talpe su cui la Procura di Palermo aveva indagato per smantellare una rete riservata di infedeli che cercava di carpire i segreti delle indagini antimafia. Nell’ambito di quella indagine, anche grazie alla consulenza di Gioacchino Genchi, è stato condannato l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, oggi in carcere per scontare una condanna a sette anni.
Dice Genchi: “E’ stato dimostrato che il mio caso, alimentato da una amplificazione senza precedenti, era una montatura. Ormai anche i bambini l’hanno capito. Dopo le anticipazioni del presidente del Consiglio, che mi aveva definito il più grande scandalo della Repubblica, il caso Genchi serviva solo a bloccare la mia collaborazione con l’autorità giudiziaria nelle più importanti inchieste che si stavano facendo in Italia. Nonostante tutto, non ho mai perso la mia fiducia nella giustizia. Mi sono presentato davanti al mio giudice e mi sono fatto processare”.
Di recente, Genchi è stato destituito dalla polizia per alcune sue dichiarazioni e per un intervento dal podio del congresso di Italia dei Valori. L’ormai ex poliziotto ha fatto ricorso al Tar.