Quale cultura produce il killeraggio di ladri armati di taglierino? – Gli Altri Online La Sinistra Quotidiana

5 Aprile 2011 0 Di luna_rossa

Gli Altri Online La Sinistra Quotidiana.

fotografia web da redazione N.R.

Tre uomini, forse quattro rapinano una banca. Sono armati non di mitra ma di taglierini. Si portano via 10.300 euro: non è precisamente il colpo del secolo. Mentre scappano, incrociano il furgone portavalori di un’altra banca. Il vigilante scende al volo, intima l’alt, poi apre il fuoco. Dice di aver sparato i primi due colpi in aria e forse è vero, ma siccome quelli non si fermano il resto del caricatore glielo scarica nella schiena. Muoiono così Otello Astolfi, 62 anni, e Ivan Alpignano, 38. Incolume, riesce a scappare l’autista, Dario Delle Grottaglie, 30 anni. Verrà arrestato poco dopo.

È successo lunedì scorso a Quinzano d’Oglio, in pieno pomeriggio, e anche se tanto a destra quanto a sinistra ci saranno plotoni di beccamorti pronti a fregarsi le mani perché i banditi hanno avuto il fatto loro e se se ne restavano a casa non gli succedeva niente, episodi del genere dovrebbero far suonare intere orchestre d’allarme alle orecchie di chi è ancora in grado di distinguere la realtà dai film di Sergio Leone.

Gli americani hanno coniato una parola per definire questi casi: overkill. Allude all’uso sproporzionato della forza. Indica a quelle reazioni che, pur partendo da una posizione giustificata come l’autodifesa o la difesa della proprietà, degenerano poi perché eccessive e fuori misura. Un rimedio peggiore del male.

Non sta né in cielo né in terra che un metronotte, oppure un negoziante rapinato, o un passante amante dell’ordine e delle rivoltelle, ammazzino rapinatori oltretutto in fuga, quando non costituiscono più un pericolo per nessuno, e che magari lo facciano mettendo loro a rischio qualche passante, come è appunto successo al Tex Willer bresciano.

Ma come fa un povero vigilante a capire che non è il caso di trasformare un paesetto nell’ok corral se intorno a lui tutto avvalora convinzioni opposte? Quando un negoziante rapinato, dopo aver steso chi lo aveva derubato, esaltato da un folla leghista che esulta e innalza cartelli “Siamo tutti tabaccai”, e si ritrova pure col figlio candidato alle prossime comunali, è inevitabile che si affermi un’inedita Costituzione materiale, secondo la quale farsi giustizia da sé è prova di attiva partecipazione alla gestione della cosa pubblica. Un titolo di merito.

Ma la genealogia della barbarie in cui è precipitato questo paese nell’arco di un quindicennio, e della quale Silvio Berlusconi è più il testimonial che l’origine, è ben più lunga. Per farsi una ragione dell’irragionevolezza dominante bisogna risalire alle campagne che, nel tentativo di accaparrarsi voti e pubblicità facile, hanno titillato per anni i peggiori istinti dell’italica popolazione, convincendola che ammazzare un ragazzino che ti ha fregato il portafogli sia reazione giustificata e misurata.