La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Manduria: giunti 13 bus con i 1.716  Tensione davanti alla tendopoli Gli immigrati: dateci acqua e luce Maroni: ora altri centri in tutta Italia A Palazzo San Gervasio: video 1 – 2 – Foto

1 Aprile 2011 0 Di luna_rossa

 

 

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Manduria: giunti 13 bus con i 1.716  Tensione davanti alla tendopoli Gli immigrati: dateci acqua e luce Maroni: ora altri centri in tutta Italia A Palazzo San Gervasio: video 1 – 2 – Foto.

TARANTO – Tredici bus con a bordo 1.716 clandestini tunisini, sbarcati stamattina a Taranto dalla nave Excelsior della flotta Grimaldi, sono partiti dalla base navale di mar Grande per raggiungere la tendopoli di Manduria.

E’ imponente il servizio di scorta con una quindicina di camionette di polizia, carabinieri e guardia di finanza.
Pochi clandestini hanno parlato con i giornalisti. Qualcuno ha detto di aver pagato anche 1500 euro agli scafisti per raggiungere Lampedusa. “Vogliamo andare in Francia per trovare lavoro” ha aggiunto un giovane.

E’ stata vista qualche donna, ma non c’è un censimento dei profughi che stanno per raggiungere il centro di accoglienza nel vecchio aeroporto militare, tra Manduria e Oria.

Tra le 13.30 e le 14, sempre al porto di Taranto, attraccherà il traghetto Catania della Grimaldi lines con altri 600 clandestini a bordo, tutti destinati a Manduria.

Grande ressa e momenti di tensione dinanzi al cancello d’ingresso della tendopoli di Manduria. All’arrivo delle delegazioni guidate dall’ex ministro delle Politiche comunitarie Andrea Ronchi e del presidente del consiglio regionale pugliese, Onofrio Introna, gli immigrati si sono affacciati alla rete di protezione scandendo la parola libertà.

Al cancello d’ingresso sono stati appesi alcuni striscioni uno dei quali con la scritta ‘Vogliamo le vostre promessè.
La delegazione guidata da Ronchi è entrata nel campo mentre è ancora in attesa all’esterno quella di Introna.

Dopo alcuni minuti di attesa, anche la delegazione del consiglio regionale insieme all’assessore alle Politiche per l’Immigrazione, Nicola Fratoianni, e il sindaco dimissionario di Manduria, Paolo Tommasino, sono entrati nella tendopoli.

La situazione è di estrema confusione. Alcuni immigrati lamentano l’assenza di acqua altri la mancanza di luce nelle tende. Sul cancello d’ingresso è stato collocato anche uno striscione con la scritta, in un italiano sgrammaticato, ‘No alla violenzà.

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Il nostro Inviato TONIO TONDO

MANDURIA – È la grande fuga degli invisibili. Si muovono la notte, in silenzio, lungo le stradine di campagna, per salire sui primi treni della mattina, a Manduria, Erchie, Oria e Francavilla. Dice Amis, diretto ad Anversa: «Mi aspetta mio fratello, Dio mi aiuterà».

I cani delle case rurali abbaiono, ma la volontà di allontanarsi è più forte di qualsiasi rischio. In fuga verso il Nord, la Francia, la Svizzera e il Belgio, i tunisini non vogliono restare bloccati. Così si sono allontanati 600-700 giovani. Il centro di Manduria è sempre più luogo di transito. I numeri sono ballerini. Forse nel campo ne sono rimasti 300. C’è chi dice il doppio. Ma da oggi arriveranno da Lampedusa 2316 migranti, 1716 sulla nave Excelsior, altri 600 sulla Catania. Maroni, dopo le dimissioni di Mantovano dice che il numero dei profughi a Manduria non supererà i 2900. In precedenza aveva detto 1500. E al sindaco Tommasino, anche lui dimissionario, manda a dire: «Tra qualche giorno sarò a Manduria». Il ministro invia altri uomini, da 100 a 150, per i presidii e promette videosorveglianza in tutti i centri della zona.

Malgrado il grande lavoro dei vigili del fuoco che in pochi giorni, nei due campi, hanno piantato 470 tende da otto posti ciascuna, molte istantanee della vita nella tendopoli danno il segno del provvisorio e del non vissuto. «Quando devi andare via da un posto – dice un giovane – non pensi a tenerlo pulito». Tutti i tunisini fumano. La prima cosa che chiedono sono le sigarette. In fila per il pasto, ottengono anche un pacchetto da dieci. Nei giorni scorsi si sono levate proteste per la mancanza di sigarette. Tra le tende ci sono cumoli di mozziconi ovunque. Fumano anche all’interno i tunisini. Povere cose vengono ammonticchiate negli angoli. Una busta con indumenti, una bottiglia d’acqua. Viaggiano senza nulla addosso i poveri del Maghreb.

«Mi sono alzato alle 5.30, era scomparso il bucato appeso al filo – dice contrariato Angelo Parisi, un omone con i muscoli del carpentiere -. Ho sentito il cane abbaiare, ma non ci ho fatto caso. Però non hanno fatto danni. Hanno preso solo asciugamani e tute da lavoro e sono andati via». Parisi abita lungo la stradina Viprara-Schiavone, alle spalle del campo. Di qui i tunisini passano per arrivare ad Oria senza rischiare di essere intercettati sulla provinciale. Aggiunge Giuseppe Merolla, a 200 metri da Parisi, casa tra gli oliveti: «Ho quattro cani, un pastore tedesco, un maremmano, un choww choww e un randagio. Hanno abbaiato a lungo, meno male che erano legati». I migranti si concentrano nel seminterrato di un relitto in cemento, poi si muovono quando si sentono sicuri.

Le vie di fuga sono diverse. Rivela il capostazione di Manduria, ferrovie Sud-Est: «Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) ne sono saliti una quindicina; spuntano all’improvviso. Ma ad Erchie ne salgono molti di più, è una stazione di campagna». Da Erchie è facile andare a Lecce e qui salire sui treni per il Nord, oppure in direzione Manduria-Francavilla, snodo per Taranto o Brindisi.

Sull’altro versante, quello brindisino, è molto più facile piazzarsi sui convogli Trenitali. Sono una trentina al giorno, tra regionali ed espressi. Ieri pomeriggio 13 ragazzi sono saliti sul regionale delle 16.54 per Taranto. «Vogliamo andare a Roma» ha detto un migrante che ha mostrato i soldi per il biglietto. Alcuni vorrebbero raggiungere Bari e poi proseguire per Milano, lungo l’Adriatica. «Ma i più – rivela una ragazza di Oria – si ammassano alle 21 per salire sull’espresso per Roma».

C’è nervosismo al campo. I responsabili non vogliono i giornalisti tra i piedi. I lavori per la seconda recinzione, altezza tre metri più l’antiscavalcamento, procedono celermente. Servirà a bloccare gli allontanamenti? L’attuale delimitazione è stata una barriera facilmente superabile.

Da mercoledì è cominciata la consegna dei permessi di uscita a quanti hanno chiesto la protezione internazionale in base alla convenzione di New York. I migranti possono uscire alle 8 e rientrare alle 20. Li abbiamo visti circolare ad Oria soprattutto, e la gente li guardava incuriosita senza reazioni particolari. Qualcuno ha chiesto informazioni ottenendole. Una bella lezione di civiltà. Racconta Antonio Patisso, un signore seduto con gli amici in piazza: «Ho incontrato un giovane tunisino lungo la strada per Carosino, in contrada Frascata. Aveva addosso solo le mutande e una felpa. Non so cosa gli era successo. Mi ha fatto pena. Avrei voluto aiutarlo, donargli un pantalone anche nuovo. Con me purtroppo non avevo niente. Ci penso sempre. È povera gente in cerca di un po’ di dignità». Da oggi la vita al campo di Manduria cambia nuovamente. Lampedusa si spopola, Manduria diventerà un formicaio in attesa della prossima fuga.

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MANDURIA; PS, NON CONTERRA’ PIU’ DI 2.900 PERSONE

Anche con i nuovi arrivi di oggi, la tendopoli allestita a Manduria non potrà ospitare più di 2.900 immigrati provenienti da Lampedusa. E’ quanto il Dipartimento di pubblica sicurezza ha disposto e comunicato alle forze dell’ordine che operano all’interno e all’esterno della struttura.

In giornata è previsto complessivamente l’arrivo ad una banchina della base militare di Taranto di due navi con 2.316 immigrati. Fino all’altro ieri nella tendopoli erano ospitate circa 800 persone; se il numero degli immigrati dovesse superare le 2.900 unità, gli immigrati in eccedenza dovranno essere trasferiti in altre tendopoli. La più vicina, già praticamente pronta, è quella allestita nel potentino a palazzo San Gervasio, che può ospitare 512 persone.