l’Unità – Immigrati, la Ue e le ragioni del no

12 Aprile 2011 0 Di luna_rossa

 

l’Unità.

L’Unione europea boccia le richieste di aiuto italiane per l’emergenza immigrazione dal nord Africa ed è ormai scontro totale tra Bruxelles e il ministro dell’Interno Roberto Maroni.

Il no europeo
L’Europa ha detto ‘no’ all’applicazione della direttiva europea 55/2001. Secondo l’Ue, la direttiva, che sulla protezione temporanea prevede anche una forma di redistribuzione dei migranti fra i paesi Ue, ma sempre su base volontaria, non poteva essere attivata per due ragioni: la prima è che non c’è la maggioranza qualificata favorevole in Consiglio (l’hanno chiesta solo Italia e Malta); la seconda, più importante, è che non ci sono le condizioni (un afflusso massiccio di sfollati da regioni in guerra o dove vi sono violazioni sistematiche dei diritti umani) che la Commissione europea deve valutare per proporre di far scattare la protezione internazionale, che è concessa automaticamente, e non più in base all’esame delle candidature individuali, per un anno rinnovabile. Soprattutto, per ora questa direttiva non servirebbe affatto all’Italia, perché non può applicarsi ai migranti economici come i 20.000 giovani tunisini sbarcati a Lampedusa, ma solo ai pochi sfollati in fuga dalla guerra civile libica che sono riusciti ad arrivare in Italia.

I permessi temporanei
I permessi temporanei nazionali, che l’Italia ha il diritto di emettere, sono stati criticati da francesi, tedeschi, austriaci, slovacchi, polacchi e britannici, perché per concedere i permessi di soggiorno temporanei nazionali l’immigrato deve avere anche un passaporto valido e denaro sufficiente a mantenersi. Alla fine però Bruxelles e i Ventisette hanno dichiarato i permessi temporanei “conformi alla lettera” delle regole di Schengen. Di qui, la sorpresa che ha suscitato nella Malmstrom e negli altri ministri la minaccia di Maroni di uscire dall’Ue. D’altra parte, lo stesso ministro italiano accetta che il permesso temporaneo italiano non basta per circolare liberamente nello spazio Schengen, ed è chiaro che anche le condizioni aggiuntive poste dai francesi ai migranti (un passaporto valido, i mezzi di sostentamento) rispettano alla lettera la Convenzione di Schengen.

12 aprile 2011