Quotidiano Net – Gheddafi non molla ma tenta la diplomazia “Al Qaeda saccheggia gli arsenali libici”

5 Aprile 2011 0 Di luna_rossa

 

 

Quotidiano Net – Gheddafi non molla ma tenta la diplomazia “Al Qaeda saccheggia gli arsenali libici”.

Intanto, gli Stati Uniti hanno ritirato i caccia da combattimento dal teatro delle operazioni libiche, dopo oltre due settimane dall’avvio della missione internazionale. Allarme Usa: “Terroristi rubano armi e le portano in Mali”

Roma, 4 aprile 2011 – Mentre sul fronte diplomatico italiano l’Italia ha deciso di riconoscere il Consiglio Nazionale di Transizione di Bengasi come solo legittimo interlocutore che rappresenta la Libia, Gheddafi cerca una soluzione diplomatica al conflitto in corso, ma non intende lasciare la guida del Paese per evitare che diventi un nuovo Iraq o una nuova Somalia. Intanto, gli Stati Uniti hanno ritirato i caccia da combattimento dal teatro delle operazioni libiche, dopo oltre due settimane dall’avvio della missione internazionale.

Il leader libico è comparso ieri tra la folla nella sua residenza-bunker di Tripoli, Bab al-Aziziya, per la prima volta dopo la sua ultima apparizione pubblica del 22 marzo scorso. Da parte sua, il portavoce del governo Mussa Ibrahim ha commentato con la stampa la missione diplomatica in Turchia, Grecia e Malta di un emissario di Gheddafi, sottolineando che “il capo non ha alcun incarico ufficiale da cui dimettersi. Ha un valore simbolico per il popolo libico. Come viene governata la Libia è un’altra questione. Quale sistema politico applicare nel paese? Questo è negoziabile. Possiamo parlarne”.

“Possiamo avere tutto, elezioni, referendum, qualsiasi cosa – ha aggiunto il portavoce – ma il capo è la valvola di sicurezza per il Paese e per l’unità della popolazione e delle tribù. Pensiamo sia molto importante che sia lui a guidare qualsiasi transizione verso un modello democratico e trasparente. Molti libici vogliono che sia lui a guidare il processo perchè temono che senza di lui possa ripetersi quanto accaduto in Iraq, in Somalia e in Afghanistan”.

Ieri, la stampa americana ha riferito di una trattativa avviata da due figli di Gheddafi, Saif e Saadi, per favorire una transizione democratica del Paese, guidata da Saif, che prevederebbe però il ritiro dalla scena del colonnello. I ribelli di Bengasi hanno immediatamente bocciato la proposta, ribadendo che “Gheddafi e i figli devono andarsene prima di avviare qualsiasi negoziato diplomatico”.
Sul fronte militare, l’esercito americano ha annunciato di aver ritirato tutti i suoi aerei da combattimento e i suoi missili Tomahawk, dopo aver concesso un’ultima proroga di 48 ore nel fine settimana su richiesta della Nato. Domenica scorsa, Washington aveva accettato di condurre ancora dei raid in Libia, per recuperare il tempo perduto a causa del maltempo.

FERMATE NAVI DEI RIBELLI CON ARMI E AIUTI – Nato hanno fermato oggi diverse imbarcazioni dei ribelli cariche di armi e aiuti umanitari partite da Bengasi e dirette a Misurata.

Le imbarcazioni fermate oggi sono quattro. E’ stata data loro la scelta se consegnare le armi o tornare indietro. Un’imbarcazione e’ stata fermata a 65 miglia da Bengasi, un’altra a 30 miglia da Misurata.

La Jelyana, il cui comandante è Mustafa Ibrahim, sta tornando a Bengasi, da cui era partita ieri sera. Misurata è da giorni cannoneggiata da forze fedeli a Muammar Gheddafi che secondo fonti dei ribelli fanno anche strage di civili.

USA: AL QAEDA IN POSSESSO DI ARMI LIBICHE – La crisi libica ha permesso ai terroristi di al QaEda di entrare in possesso delle armi del regime di Muammar Gheddafi. Stando a quanto denunciato da un funzionario algerino, citato oggi dal Daily Telegraph, otto furgoncini Toyota hanno lasciato la Libia raggiungendo i campi di al Qaida nel nord del Mali.

Secondo informazioni di intelligence, i furgoncini trasportavano missili anti-carro di fabbricazione russa, mitragliatrici e fucili Kalashnikov, esplosivi e munizioni. “Un convoglio di otto Toyota pieni di armi ha attraversato pochi giorni fa il Ciad e il Niger ed è arrivato nel nord del Mali – ha detto il funzionario – sappiamo che questo non è il primo convoglio e che ce ne sono altri. Diverse caserme militari sono state saccheggiate nell’est della Libia con i loro arsenali e depositi di armi e gli elementi di al Qaida che erano presenti non potevano che approfittare di questa opportunità”.

IL RIMORCHIATORE TORNA A TRIPOLI – Durante la notte il rimorchiatore Asso Ventidue, sequestrato da giorni da uomini armati libici, è rientrato nel porto di Tripoli, dove è tutt’ora attraccato. La compagnia ‘Augusta Offshore’ spiega, in una nota, che il presidio militare libico sull’imbarcazione continua “nelle stesse modalità dei giorni precedenti alla navigazione nella giornata di ieri”.

Tutti i membri dell’equipaggio stanno bene e, nei giorni scorsi, è stato consentito l’approvvigionamento di viveri a bordo della nave. Il rimorchiatore, a bordo del quale vi sono undici persone tra cui otto italiani, ieri si era allontanato dal porto di Tripoli.